Cass. pen., sez. II, sentenza 24/11/2022, n. 44684

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Sul provvedimento

Citazione :
Cass. pen., sez. II, sentenza 24/11/2022, n. 44684
Giurisdizione : Corte di Cassazione
Numero : 44684
Data del deposito : 24 novembre 2022
Fonte ufficiale :

Testo completo

la seguente SENTENZA sul ricorso proposto da: VARONE VALERIO nato a TORRE ANNUNZIATA il 29/10/1964 avverso la sentenza del 18/03/2022 della CORTE APPELLO di NAPOLIvisti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere S D P;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Pasquale Serrao D'Aquino, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilità del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte d'appello di Napoli, con la sentenza impugnata in questa sede, decidendo all'esito del giudizio di rinvio disposto dalla sentenza della Corte di Cassazione del 6 maggio 2021 (che aveva annullato una precedente statuizione della stessa Corte, quanto alla posizione di V V, limitatamente all'affermazione di responsabilità per la contestata partecipazione al sodalizio di stampo mafioso denominato "clan Gionta" - capo A) - , confermando invece il giudizio di colpevolezza per gli ulteriori reati contestati di detenzione e porto di armi - capi Q) e Q1) - ), ha parzialmente riformato la sentenza pronunciata dal G.u.p. del Tribunale di Napoli in data 18 dicembre 2018, assolvendo l'imputato dall'addebito d cui al capo A), relativo alla partecipazione all'associazione di stampo mafioso "Clan Gionta", escludendo la sussistenza della circostanza aggravante ex art. 7 I. 203/91 quanto ai delitti in materia di armi, riducendo conseguentemente le pene inflitte per detti reati.

2. Ha proposto ricorso la difesa dell'imputato deducendo, con il primo motivo, violazione di norme processuali, ai sensi dell'art. 606, lett. c), cod. proc. pen. per l'omessa applicazione del disposto dell'art. 587 cod. proc. pen.;
con decisione del 14 febbraio 2020, la medesima Corte territoriale aveva assolto D G L dall'imputazione di cessione dell'arma da fuoco al Varone, cui si contestava la relativa illecita detenzione;
i giudici di appello avrebbero dovuto tenere conto di quella statuizione, divenuta definitiva, che estendeva i suoi effetti favorevoli anche al Varone, atteso che il fatto della detenzione per effetto della cessione dell'arma da parte del Della Grotta costituiva il medesimo episodio storico.
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