Cass. civ., sez. V trib., sentenza 20/10/2016, n. 21275
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Testo completo
Con processo verbale di constatazione del 24.1.2002, la Guardia di Finanza accertava che M.G. aveva posto in essere un sistema di commercio di autovetture di lusso in evasione di imposte, agendo nel modo seguente: dopo avere ricevuto l'ordinativo da parte del cliente italiano, M. acquistava l'autovettura da un concessionario nazionale facendo fatturare la vendita direttamente alla società lussemburghese E. ;
l'autovettura veniva consegnata al cliente con un atto "di messa a disposizione", fruendo dei vantaggi relativi al pagamento del bollo e della assicurazione;
l'utile per la società e per M. derivava dagli sconti ottenuti dal concessionario e dalla differenza tra l'aliquota Iva applicata in Italia (20% ) e in Lussemburgo (15% );
i ricavi derivanti da tale attività venivano desunti dall'esame dei conti correnti bancari cointestati al contribuente ed alla coniuge, nonchè da altro conto corrente intestato alla società F.T. , sul quale M. era delegato ad operare;
l'utile percepito dal contribuente veniva determinato calcolando una percentuale di redditività del 10% . Pertanto l'Agenzia delle Entrate emetteva nei confronti di M.G. un avviso di accertamento, relativo all'anno di imposta (XXXXX), per omesso versamento di Irpef