Cass. pen., sez. I, sentenza 14/12/2020, n. 35764

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Sul provvedimento

Citazione :
Cass. pen., sez. I, sentenza 14/12/2020, n. 35764
Giurisdizione : Corte di Cassazione
Numero : 35764
Data del deposito : 14 dicembre 2020
Fonte ufficiale :

Testo completo

a seguente SENTENZA sul ricorso proposto da: CREAZZO ANTONINO nato a REGGIO CALABRIA il 03/11/1982 avverso l'ordinanza del 07/04/2020 del TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA udita la relazione svolta dal Consigliere P T;
fette/sentite le conclusioni del PG MARIO MARIA STEFANO PINELLI (-L CQ Lt Irb—Ctfrrctecie chiedendo il rigetto del ricorso. , é é uditi 4 difensore Sono presenti gli avvocati POLIMENI NATALE del foro di REGGIO CALABRIA e l'avvocato C L M D, del foro di REGGIO CALABRIA in difesa di CREAZZO ANTONINO. L'avvocato C conclude chiedendo l'accoglimento del ricorso. L'avvocato P insiste per l'accoglimento dei motivi del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 7 aprile 2020, il Tribunale di Reggio Calabria - investito ai sensi dell'art. 309 cod. proc. pen. della richiesta di riesame proposta nell'interesse di C A avverso il provvedimento del giudice per le indagini preliminari del medesimo Tribunale datato 3 febbraio 2020, con il quale era stata applicata nei confronti del predetto la misura cautelare della custodia in carcere in relazione ai reati allo stesso ascritti ai capi 60, 61 (reati di cui agli artt. 110 e 416 ter cod. pen.) e 61 bis (reato di cui agli artt. 110 cod. pen., 87 D.P.R. n. 570 del 1960 in combinato disposto con l'art. 1, ultimo comma, della legge n. 108 del 1968).della provvisoria imputazione - annullava detta decisione limitatamente alla circostanza aggravante di cui all'art. 416 bis 1 cod. pen. contestata al capo 61 bis della rubrica, confermandola nel resto e disponendo la sostituzione della misura più afflittiva con quella degli arresti domiciliari.

2. Il Tribunale premetteva che: il procedimento sottoposto alla sua attenzione traeva origine da una complessa attività di indagine che aveva permesso di ricostruire l'organigramma del locale di 'ndrangheta imperante sul territorio di Santa Eufemia di Aspromonte, funzionalmente dipendente da quello di Sinopoli e, dunque, dalla famiglia degli A;
la presenza della criminalità organizzata nel territorio di Sinopoli era stata oggetto di accertamento in plurime sentenze che avevano acclarato l'esistenza della cosca A;
su tale sfondo, le investigazioni avevano consentito di ricostruire i rapporti della cosca di Sant'Eufemia e, quindi, anche della cosca A (rispetto alla quale la prima si trovava in posizione di dipendenza funzionale) con la politica locale, gestiti da L D con il fondamentale appoggio degli A. Quindi, riteneva di condividere il giudizio di gravità indiziaria espresso dal giudice della cautela, nei limiti in precedenza indicati, evidenziando quanto segue.

2.1. Con riguardo al reato contestato al capo 60 della rubrica, il ruolo di intermediario di C A nella conclusione dell'accordo tra il fratello D e L D si evinceva dal tenore delle conversazioni registrate: i primi contatti tra C A e L D risalivano al 9 marzo 2019 quando il primo, incontrato il L, al quale era legato da un rapporto di stretta conoscenza che deponeva nel senso della piena consapevolezza da parte sua della "provenienza" del suo interlocutore, lo metteva al corrente dell'intenzione del fratello D di candidarsi alle elezioni regionali e gli chiedeva sostegno, ricevendo ampia disponibilità al reperimento di voti in favore del predetto;
il successivo 12 marzo, il L e tale Palamara Carmelo, capo segreteria del Presidente del gruppo di Forza Italia nel Consiglio Regionale calabrese, concordavano sull'appoggio da dare a C D, pianificando anche quali dovessero essere i nominativi dei soggetti che avrebbero potuto sostenere la candidatura del C;
la stessa sera del 12 marzo il L incontrava tale Coco A, medico originario di Oppido Mamertina, al quale segnalava la candidatura di C D e dal tenore della conversazione avuta con questi si evinceva che al sostegno elettorale avrebbero fatto da contraltare tutta una serie di controprestazioni da parte del politico eletto;
le ragioni del sostegno assicurato dal L a C D si chiarivano nel prosieguo dell'attività di captazione;
infatti, da una conversazione intercettata il 2 aprile 2019 tra il L e tale L N (soggetto già condannato per associazione di stampo mafioso con il ruolo di capo e organizzatore della cosca A di Sinopoli e indagato nel presente procedimento per il medesimo reato) si apprendeva che il L aveva attivato un "amico" al fine di avvicinare uno dei componenti del Collegio della Corte di appello di Reggio Calabria del processo c.d. Xenopolis per riuscire ad "aggiustare quel processo";
dalla successiva conversazione del 3 aprile 2019 si riusciva a identificare in C A la persona che si era impegnata in detta attività per conto del L e della cosca;
da parte sua L D cominciava ad avanzare richieste quale contropartita dell'impegno profuso in favore di C D;
il 24 maggio 2019 presso la sede del Comune di Sant'Eufemia d'Aspromonte si registrava un incontro tra C D, C A e L D, nel corso del quale A esordiva dicendo che L si stava attivando e L chiedeva a C D di interessarsi presso l'ingegnere D B dell'Ufficio del Genio civile di Reggio Calabria per una pratica relativa a un progetto al fine di ottenerne l'approvazione;
l'interessamento del C veniva riportato dal L ad A C cl. 64 con il quale si incontrava a Messina sia il 25 aprile che il 2 giugno 2019;
in occasione del primo incontro, il L riferiva all'A di avere trovato il modo di avvicinare uno dei giudici della Corte di appello, discutendo, poi, i due dei tentativi di avvicinare un altro magistrato per altro processo riguardante la cosca A e facendo riferimento all'ulteriore attività intrapresa da C Antonio per avvicinare alcuni magistrati della Corte di cassazione in vista dell'udienza per il processo c.d. "Meta";
argomenti Tquestil ripresi dai due conversanti nel corso del secondo incontro;
l'impegno del L proseguiva anche a ridosso delle elezioni, avendo le investigazioni documentato due incontri tra il L e C Antoniitto il 9 e il 10 gennaio 2019;
inoltre, venti giorni prima delle elezioni anche C D aveva modo, sempre mediante la intermediazione dl fratello, di incontrare il L presso gli Ospedali riuniti di Reggio Calabria e di fare visita al padre di quest'ultimo lì ricoverato, al quale, molto significativamente, ribadiva la richiesta di appoggio elettorale.

2.2. Con riguardo al reato di cui al capo 61 della rubrica, l'intermediazione posta in essere da C A nella vicenda in questione veniva ricostruita sempre attraverso il tenore delle conversazioni intercettate: il 10 ottobre 2019 si registravano i primi contatti tra C A e A D, quando i due si recavano da Praticò Paolo, garante metropolitano per i detenuti (con il quale il primo aveva preso contatti), al fine di reperire una occupazione lavorativa all'A nel Nord Italia, propedeutica alla richiesta di revoca della libertà vigilata alla quale quest'ultimo era sottoposto;
la ragione di detto interessamento da parte del C si comprendeva dal tenore d;
una conversazione registrata il 28 ottobre 2019;
A D, infatti, si stava impegnando per procurare voti in favore di C D e indicava a C A i soggetti ai quali avrebbe dovuto rivolgersi, in suo nome, per procacciarli;
C A affermava che il fratello in passato era stato il presidente del Parco dell'Aspromonte e che, durante la sua gestione politica, aveva fatto moltissimi favori con il solo scopo di avere poi un "ritorno" in termini di consenso elettorale in vista della successiva competizione regionale;
inoltre, ascriveva il successo elettorale precedente di N G, principale avversario di C D, candidato nel medesimo schieramento del partito Fratelli d'Italia, a importanti cosche di 'ndrangheta, il cui sostegno non era stato ricambiato;
emergeva anche che l'intero gruppo politico, che faceva riferimento all'ex governatore Scopelliti Giuseppe, si era schierato in favore di C D;
C A, infatti, spiegava che suo fratello disponesse di dati e documenti che, se resi pubblici, avrebbero fortemente danneggiato Scopelliti e i suoi fidati collaboratori;
1'1.11.2019 si registrava un primo incontro di C A con A C che era in cerca di un'occupazione lavorativa per il figlio, sicché il C ne aveva favorito l'incontro con 'suo zio Rocco, titolare di una ditta che lavorava presso l'aeroporto di Reggio Calabria;
nel prosieguo dell'incontro si discorreva della campagna elettorale e dei voti procacciati in favore di C D e i due conversanti si soffermavano anche sull'appoggio da parte di M F/ detto "testanira", personaggio di spicco della criminalità locale;
mentre C esponeva il suo progetto organizzativo, A C proponeva di "pagare i voti";
una volta sopraggiunto A D, C A lo compulsava affinché assicurasse tutto il suo sostegno al fratello;
da canto suo A ribadiva la necessità di essere prudente nell'esporsi in prima persona;
inoltre, nel prosieguo, A C, A D e C A facevano un'analisi delle consultazioni regionali e tutti dimostravano di essere a conoscenza degli accordi e delle dinamiche della politica locale;
C A riferiva ai suoi interlocutori di potere fruire dell'appoggio elettorale del senatore Bilardi e aggiungeva che il fratello si era assicurato molti voti reperendo un'occupazione lavorativa a molte persone al Parco dell'Aspromonte, del quale era presidente;
a quel punto A C chiedeva a C di intercedere sul fratello affinché lo facesse assumere al Parco di Gambarie;
l'interesse di C A ad accaparrarsi la fiducia di A C, il quale si era impegnato a procurare voti per C D, si evinceva dal tenore della conversazione del 13 dicembre 2019, nonché di altro dialogo dell'8 dicembre 2019, durante il quale A Cf nel sollecitare il C a rivolgersi ad A Carminef parlava della competizione elettorale come di una vicenda che lo coinvolgeva personalmente;
il 9 dicembre 2019, A C e C A si incontravano nuovamente e quest'ultimo lo ragguagliava sulla campagna elettorale con particolare riferimento al territorio di Sinopoli, ove, però,. temeva di non riuscire a ottenere il sostegno della famiglia Violi, probabilmente orientata ad appoggiare l'altro candidato, N G, e per questa ragione il C chiedeva al proprio interlocutore di convincere A D a recarsi dai Violi, consapevole del fatto che la caratura criminale di questi avrebbe consentito di risolvere la questione;
A C, pur non garantendogli che A D si sarebbe recato dai Violi, lo rassicurava sul fatto che lo stesso si stava impegnando nel procacciare voti a C D;
l'interessamento di A D nella campagna elettorale emergeva, inoltre, in plurime ulteriori conversazioni dimostrative anche del fatto che questi avesse autorizzato C A a spendere il proprio nome per procurare voti al fratello;
da altra conversazione risultava che C A affermava esplicitamente che tutti i rami della famiglia A avrebbero sostenuto il fratello e che si stavano prodigando in tal senso;
in altra conversazione era proprio C D a riferire al fratello di avere parlato con "mastro C" (M F, "testanira") per chiedere voti e C A, a sua volta, gli riferiva di essersi procurato il contatto di un non meglio identificato "ragazzo di Gallico";
numerose conversazioni documentavano, poi, la ricerca dei voti "porta a porta" messa in opera da C A.
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