Cass. civ., sez. II, sentenza 23/06/2021, n. 18011
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Testo completo
tale, rigettati i restanti, cassazione con rinvio
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
1. Con atto di citazione del 24 febbraio 2009 il sig. F D R, proprietario di un terreno identificato con la particella 5 del foglio 9 del Catasto Terreni del Comune di Albignasego, convenne davanti al Tribunale di Padova il Condominio "San Tommaso" e, personalmente, i relativi condomini, quali comproprietari del terreno confinante, identificato con la particella 1785 del Catasto Fabbricati del medesimo Comune, chiedendo, previo accertamento dell'interclusione del proprio fondo, la costituzione a favore di quest'ultimo ed a carico del fondo dei convenuti della «servitù di passaggio di tubazioni e di allacciamenti necessari al collegamento con i pubblici servizi (inclusi quelli di fornitura di acqua, elettricità, gas, linee telefoniche, ecc. e dì scarico di acque bianche e nere) e con quelli che risultano indicati/prescritti/richiesti dagli Enti fornitori, dalle norme e dai Regolamenti vigenti, e di qualsiasi altro servizio necessario e/o utile (incluso quello di citofonia, campanelli, cassette postali, area ecologica destinata all'asporto rifiuti) per l'utilizzo degli immobili da erigere nel fondo dominante, con individuazione delle servitù lungo il tratto in cui già esiste la servitù di passaggio pedonale e carraio fra gli stessi fondi o secondo le modalità che saranno indicate all'esito del giudizio e dell'espletanda c.t.u., oltre alla determinazione dell'indennità dovuta alla proprietà del fondo servente».
2. Per la migliore intelligenza dei termini della contesa conviene precisare che il terreno ora in proprietà dei partecipanti al Condominio "San Tommaso" era originariamente in proprietà della sorella dell'attore, sig.ra M D R;
quest'ultima, con atto stipulato con il fratello in data 7 novembre 1979, aveva costituito sul proprio terreno una servitù volontaria di passaggio anche carrabile in favore del fondo del fratello;
successivamente ella cedette il proprio terreno alla società edile Impresa M Alvise & C. s.n.c., la quale vi edificò un fabbricato plurifamiliare, la vendita delle cui unità immobiliari determinò la costituzione dell'attuale Condominio "San Tommaso";
F D R, quando il proprio fondo assunse destinazione edificatoria, decise propria volta di erigervi un fabbricato;
donde l'instaurazione della presente controversia.
3. Il Condominio "San Tommaso", insieme ad alcuni condomini, resistette alla domanda giudiziale di F D R, chiedendo, in via riconvenzionale, accertarsi che la servitù di passaggio, anche carraio, costituita nel 1979 sul fondo dei convenuti in favore del fondo dell'attore era destinata ad usi esclusivamente agricoli o, in subordine, si era estinta per mancato esercizio;
i convenuti chiamarono altresì in causa l'Impresa M Alvise & C. s.n.c. per sentirne dichiarare, nel caso di accoglimento della domanda dell' attore, la responsabilità ex art. 1489 c.c., con conseguente condanna della stessa a corrispondere ai condomini l'importo corrispondente al deprezzamento dell'immobile, oltre al risarcimento dei conseguenti danni patrimoniali e non patrimoniali.
4. Il Tribunale di Padova, rigettando le domande riconvenzionali dei convenuti, dichiarò la sussistenza della servitù di passaggio anche carrabile di cui all'atto del 7 novembre 1979 e dispose la costituzione della domandata servitù di passaggio coattivo dei sottoservizi lungo la direttrice indicata alla pag. 15 della consulenza in atti, per l'effetto disponendo il pagamento in favore dei convenuti di una indennità nella misura di complessivi euro 3.000;
rigettò, inoltre, le domande dei convenuti nei confronti dell'Impresa M.
5. La sentenza di primo grado è stata impugnata con l'appello principale del Condominio e dei condomini - notificato ex art. 331 c.p.c. anche ai sigg.ri G B e A B, eredi della condomina P S, frattanto deceduta, (rimasti contumaci nel giudizio di secondo grado), nonché con l'appello incidentale del sig. D R;
tale sentenza è stata confermata dalla Corte d'appello di Venezia.
6. Per quanto qui ancora interessa, la corte lagunare ha sviluppato le argomentazioni di seguito sintetizzate.
6.1. Quanto alla servitù di passaggio anche carrabile, il giudice di secondo grado ha rigettato l'appello principale sottolineando che: - tale servitù era stata pattuita fra i due fratelli F e M D R - ai quali i rispettivi terreni erano stati trasferiti dal loro padre - allo scopo di collegare alla pubblica via il fondo assegnato a F D R mediante il transito attraverso il fondo assegnato alla sorella;
- l'atto costitutivo di servitù convenzionale di passaggio anche carrabile non contiene alcuna limitazione, né destina il passaggio al solo uso agricolo;
- poiché i due lotti sorgono a ridosso di un'area urbanizzata, al momento della stipula di tale atto era prevedibile la trasformazione del fondo dominante da rustico ad urbano, a seguito di modifiche del PRG, e il conseguente aggravamento del contenuto della servitù.
6.2 Quanto alla servitù di passaggio coattivo dei sottoservizi a favore dell'erigendo edificio, la corte d'appello, dopo aver disatteso l'eccezione di indeterminabilità dell'oggetto della domanda introduttiva di F D R, ha rigettato l'appello principale affermando che - al contrario di quanto sostenuto dagli appellanti - il primo giudice non aveva violato il principio del numero chiuso delle servitù coattive;
nell'impugnata sentenza si argomenta che dette servitù possono essere disciplinate non solo dal codice civile ma anche da leggi statali e regionali e da fonti sub-primarie, purché con un fondamento legale. La corte territoriale ha altresì escluso la possibilità di qualificare come cortile o giardino l'area nel cui sottosuolo il sig. D R chiedeva di collocare i sottoservizi di cui si tratta.
6.3. La corte d'appello ha poi rigettato le domande proposte dai condomini nei confronti dell'Impresa M, rilevando che l'esistenza della servitù di passo carrabile era chiaramente menzionata negli atti notarili e che, d'altra parte, i medesimi condomini erano in grado di sapere che anche il fondo in proprietà D R «poteva essere edificabile come il loro» (pag. 11, ultimo cpv., della sentenza).
6.4. Quanto all' appello incidentale condizionato con cui il sig. D R aveva chiesto - per l'ipotesi di riforma della statuizione di primo grado che aveva accertato l'esistenza della servitù volontaria costituita con atto del 1979 - la costituzione di una servitù coattiva di passaggio carrabile in favore del proprio fondo, la corte d'appello l'ha rigettato in ragione del rigetto dell'appello principale.
7. La sentenza della corte veneziana è stata impugnata per cassazione, sulla scorta di nove motivi, dal Condominio "San Tommaso" e dai condomini sigg. Filippo Ballin, Giancarlo Crivellari, Dario Dentone, Tiziana Flammini, Davide Giurizzato, Federica Ogliari, Carlo Minozzi, Monica Demontis, Luca Lavarini, Silvia Maria Deambrosis e Maurizio Ronchi.
8. Il sig. F D R ha presentato controricorso con ricorso incidentale condizionato fondato su un solo motivo.
9. Al ricorso incidentale del D R i ricorrenti principali hanno replicato con controricorso ex art. 371, quarto comma, c.p.c. 10. La società M Alvise & C. s.n.c. e i sigg.ri G e A B non hanno espletato alcuna attività difensiva in questa sede. 11. La causa, originariamente fissata alla pubblica udienza del 29 gennaio 2020, è stata rinviata d'ufficio e quindi chiamata all'udienza del 9 settembre 2020, per la quale i ricorrenti hanno depositato una memoria e il Procuratore Generale ha concluso come da verbale. 12. All'esito dell'udienza del 9 settembre 2020 il Collegio ha assegnato alle parti ed al Procuratore Generale termine per il deposito di memorie di osservazioni ex art. 384, terzo comma,c.p.c. sulla questione concernente la portata della legge n. 154/2016 e i relativi effetti nella fattispecie oggetto del giudizio. Tanto le parti quanto il Procuratore Generale hanno depositato memoria di osservazioni sulla menzionata questione e quindi la causa è stata decisa, a seguito di riconvocazione del Collegio, in data 9 marzo 2021.
MOTIVI DELLA DECISIONE
13. I primi cinque mezzi del ricorso principale concernono la statuizione di costituzione della servitù coattiva di sottoservizi. 14. Con il primo motivo di ricorso (denominato A/1), riferito al n. 4 dell'art. 360 c.p.c., si denuncia la violazione e falsa applicazione del combinato disposto degli artt. 163, 30 comma, nn. 3 e 4, e 164, 4° e 5° comma, c.p.c., in cui la corte d'appello sarebbe incorsa omettendo di rilevare e dichiarare la nullità e 'inammissibilità/improponibilità della domanda introduttiva del sig. D R, siccome del tutto generica e indeterminata con riguardo sia al petitum che alla causa petendi. Secondo i ricorrenti l'oggetto della domanda proposta dall'attore in primo grado si risolverebbe in un'enunciazione a titolo meramente esemplificativo di alcune servitù (acqua, linee elettriche, gas), priva di qualunque riferimento ai fatti e agli elementi di diritto costituenti le ragioni della domanda, salvo la generica affermazione dell'interclusione del fondo dominante;
donde la nullità della domanda stessa, in ragione della ritenuta inidoneità della relativa formulazione ad offrire al convenuto piena contezza del suo oggetto e delle ragioni su cui si fondava. 14.1. Il motivo non può trovare accoglimento. 14.2. Va preliminarmente sottolineato che, come chiarito dalle Sezioni Unite di questa Corte con la sentenza n. 8077/12, quando il ricorso per cassazione denunci un vizio che comporti la nullità del procedimento o della sentenza impugnata e, in particolare, un vizio afferente alla nullità dell'atto introduttivo del giudizio per indeterminatezza dell'oggetto della domanda o delle ragioni poste a suo fondamento, il giudice di legittimità non deve limitare la propria cognizione all'esame della sufficienza e logicità della motivazione sul punto, ma è investito del potere di esaminare direttamente gli atti ed i documenti sui quali il ricorso si fonda (nello stesso senso, sent. n. 25308/14 e ordd. nn. 134/20 e 17268/20). 14.3. Svolta tale premessa, il Collegio rileva che dall'atto introduttivo del presente giudizio emergono con chiarezza tanto l'oggetto quanto le ragioni della domanda di parte attrice, come del resto risulta indirettamente confermato dalla pertinenza delle difese dispiegate dalla parte convenuta, qui ricorrente. 14.4. Quanto ai requisiti di cui all'articolo 163 n. 4 c.p.c., è sufficiente rilevare come la causa petendi della domanda del sig. D R sia identificabile, senza alcuna possibilità di equivoci, nella dedotta interclusione del fondo dominante. 14.5. Per quanto poi concerne i requisiti di cui all'articolo 163 n. 3 c.p.c., il Collegio rileva che non sussiste alcuna incertezza in ordine all'identificazione del petitum con riferimento alle servitù esplicitamente menzionate nelle conclusioni della citazione introduttiva, vale dire il passaggio delle tubazioni e degli allacciamenti necessari alla fruizione dei pubblici servizi di: «acqua, elettricità, gas, linee telefoniche ecc. e scarico di acque bianche e nere» (si veda la trascrizione delle suddette conclusioni riportata a pag. 18, in fine, del ricorso per cassazione). Se, pertanto, va giudicato generico il riferimento di dette conclusioni agli allacciamenti «che risultano rivendicati/prescritti/richiesti dagli enti fornitori, dalle norme e dai regolamento vigenti e di qualsiasi altro servizio necessario e/o utile», la genericità di tale 6 ci riferimento, tuttavia, non implica la nullità della domanda in relazione a quegli oggetti della stessa che risultino sufficientemente specificati. Secondo l'insegnamento delle Sezioni Unite di questa Corte, infatti, la nullità della citazione, ai sensi dell'art. 164, quarto comma, c.p.c., può essere dichiarata soltanto allorché l'incertezza investa l'intero contenuto dell'atto, mentre, allorché sia possibile individuare una o più domande sufficientemente identificate nei loro elementi essenziali, l'eventuale difetto di determinazione di altre domande, malamente formulate nel medesimo atto, comporta l'improponibilità solo di quelle, e non anche la nullità della citazione nella sua interezza (così sent. n. 8077/12, cit.). 14.5. Il mezzo di ricorso in esame va quindi rigettato, giacché la domanda introduttiva del presente giudizio risulta sufficientemente determinata così nella causa petendi come nel petitum, avendo essa inequivocabilmente ad oggetto la costituzione delle servitù coattive di acquedotto e di scarico, di elettrodotto e di passaggio di condotte di gas e di linee telefoniche, sinteticamente affasciate dalla sentenza di primo grado, confermata dalla sentenza qui impugnata, nel termine riassuntivo di "sottoservizi". 14.6. Per chiarezza va aggiunto, infine, che i servizi di «citofonia, campanelli, cassette postali, area ecologica destinata al trasporto rifiuti», a cui pure si
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
1. Con atto di citazione del 24 febbraio 2009 il sig. F D R, proprietario di un terreno identificato con la particella 5 del foglio 9 del Catasto Terreni del Comune di Albignasego, convenne davanti al Tribunale di Padova il Condominio "San Tommaso" e, personalmente, i relativi condomini, quali comproprietari del terreno confinante, identificato con la particella 1785 del Catasto Fabbricati del medesimo Comune, chiedendo, previo accertamento dell'interclusione del proprio fondo, la costituzione a favore di quest'ultimo ed a carico del fondo dei convenuti della «servitù di passaggio di tubazioni e di allacciamenti necessari al collegamento con i pubblici servizi (inclusi quelli di fornitura di acqua, elettricità, gas, linee telefoniche, ecc. e dì scarico di acque bianche e nere) e con quelli che risultano indicati/prescritti/richiesti dagli Enti fornitori, dalle norme e dai Regolamenti vigenti, e di qualsiasi altro servizio necessario e/o utile (incluso quello di citofonia, campanelli, cassette postali, area ecologica destinata all'asporto rifiuti) per l'utilizzo degli immobili da erigere nel fondo dominante, con individuazione delle servitù lungo il tratto in cui già esiste la servitù di passaggio pedonale e carraio fra gli stessi fondi o secondo le modalità che saranno indicate all'esito del giudizio e dell'espletanda c.t.u., oltre alla determinazione dell'indennità dovuta alla proprietà del fondo servente».
2. Per la migliore intelligenza dei termini della contesa conviene precisare che il terreno ora in proprietà dei partecipanti al Condominio "San Tommaso" era originariamente in proprietà della sorella dell'attore, sig.ra M D R;
quest'ultima, con atto stipulato con il fratello in data 7 novembre 1979, aveva costituito sul proprio terreno una servitù volontaria di passaggio anche carrabile in favore del fondo del fratello;
successivamente ella cedette il proprio terreno alla società edile Impresa M Alvise & C. s.n.c., la quale vi edificò un fabbricato plurifamiliare, la vendita delle cui unità immobiliari determinò la costituzione dell'attuale Condominio "San Tommaso";
F D R, quando il proprio fondo assunse destinazione edificatoria, decise propria volta di erigervi un fabbricato;
donde l'instaurazione della presente controversia.
3. Il Condominio "San Tommaso", insieme ad alcuni condomini, resistette alla domanda giudiziale di F D R, chiedendo, in via riconvenzionale, accertarsi che la servitù di passaggio, anche carraio, costituita nel 1979 sul fondo dei convenuti in favore del fondo dell'attore era destinata ad usi esclusivamente agricoli o, in subordine, si era estinta per mancato esercizio;
i convenuti chiamarono altresì in causa l'Impresa M Alvise & C. s.n.c. per sentirne dichiarare, nel caso di accoglimento della domanda dell' attore, la responsabilità ex art. 1489 c.c., con conseguente condanna della stessa a corrispondere ai condomini l'importo corrispondente al deprezzamento dell'immobile, oltre al risarcimento dei conseguenti danni patrimoniali e non patrimoniali.
4. Il Tribunale di Padova, rigettando le domande riconvenzionali dei convenuti, dichiarò la sussistenza della servitù di passaggio anche carrabile di cui all'atto del 7 novembre 1979 e dispose la costituzione della domandata servitù di passaggio coattivo dei sottoservizi lungo la direttrice indicata alla pag. 15 della consulenza in atti, per l'effetto disponendo il pagamento in favore dei convenuti di una indennità nella misura di complessivi euro 3.000;
rigettò, inoltre, le domande dei convenuti nei confronti dell'Impresa M.
5. La sentenza di primo grado è stata impugnata con l'appello principale del Condominio e dei condomini - notificato ex art. 331 c.p.c. anche ai sigg.ri G B e A B, eredi della condomina P S, frattanto deceduta, (rimasti contumaci nel giudizio di secondo grado), nonché con l'appello incidentale del sig. D R;
tale sentenza è stata confermata dalla Corte d'appello di Venezia.
6. Per quanto qui ancora interessa, la corte lagunare ha sviluppato le argomentazioni di seguito sintetizzate.
6.1. Quanto alla servitù di passaggio anche carrabile, il giudice di secondo grado ha rigettato l'appello principale sottolineando che: - tale servitù era stata pattuita fra i due fratelli F e M D R - ai quali i rispettivi terreni erano stati trasferiti dal loro padre - allo scopo di collegare alla pubblica via il fondo assegnato a F D R mediante il transito attraverso il fondo assegnato alla sorella;
- l'atto costitutivo di servitù convenzionale di passaggio anche carrabile non contiene alcuna limitazione, né destina il passaggio al solo uso agricolo;
- poiché i due lotti sorgono a ridosso di un'area urbanizzata, al momento della stipula di tale atto era prevedibile la trasformazione del fondo dominante da rustico ad urbano, a seguito di modifiche del PRG, e il conseguente aggravamento del contenuto della servitù.
6.2 Quanto alla servitù di passaggio coattivo dei sottoservizi a favore dell'erigendo edificio, la corte d'appello, dopo aver disatteso l'eccezione di indeterminabilità dell'oggetto della domanda introduttiva di F D R, ha rigettato l'appello principale affermando che - al contrario di quanto sostenuto dagli appellanti - il primo giudice non aveva violato il principio del numero chiuso delle servitù coattive;
nell'impugnata sentenza si argomenta che dette servitù possono essere disciplinate non solo dal codice civile ma anche da leggi statali e regionali e da fonti sub-primarie, purché con un fondamento legale. La corte territoriale ha altresì escluso la possibilità di qualificare come cortile o giardino l'area nel cui sottosuolo il sig. D R chiedeva di collocare i sottoservizi di cui si tratta.
6.3. La corte d'appello ha poi rigettato le domande proposte dai condomini nei confronti dell'Impresa M, rilevando che l'esistenza della servitù di passo carrabile era chiaramente menzionata negli atti notarili e che, d'altra parte, i medesimi condomini erano in grado di sapere che anche il fondo in proprietà D R «poteva essere edificabile come il loro» (pag. 11, ultimo cpv., della sentenza).
6.4. Quanto all' appello incidentale condizionato con cui il sig. D R aveva chiesto - per l'ipotesi di riforma della statuizione di primo grado che aveva accertato l'esistenza della servitù volontaria costituita con atto del 1979 - la costituzione di una servitù coattiva di passaggio carrabile in favore del proprio fondo, la corte d'appello l'ha rigettato in ragione del rigetto dell'appello principale.
7. La sentenza della corte veneziana è stata impugnata per cassazione, sulla scorta di nove motivi, dal Condominio "San Tommaso" e dai condomini sigg. Filippo Ballin, Giancarlo Crivellari, Dario Dentone, Tiziana Flammini, Davide Giurizzato, Federica Ogliari, Carlo Minozzi, Monica Demontis, Luca Lavarini, Silvia Maria Deambrosis e Maurizio Ronchi.
8. Il sig. F D R ha presentato controricorso con ricorso incidentale condizionato fondato su un solo motivo.
9. Al ricorso incidentale del D R i ricorrenti principali hanno replicato con controricorso ex art. 371, quarto comma, c.p.c. 10. La società M Alvise & C. s.n.c. e i sigg.ri G e A B non hanno espletato alcuna attività difensiva in questa sede. 11. La causa, originariamente fissata alla pubblica udienza del 29 gennaio 2020, è stata rinviata d'ufficio e quindi chiamata all'udienza del 9 settembre 2020, per la quale i ricorrenti hanno depositato una memoria e il Procuratore Generale ha concluso come da verbale. 12. All'esito dell'udienza del 9 settembre 2020 il Collegio ha assegnato alle parti ed al Procuratore Generale termine per il deposito di memorie di osservazioni ex art. 384, terzo comma,c.p.c. sulla questione concernente la portata della legge n. 154/2016 e i relativi effetti nella fattispecie oggetto del giudizio. Tanto le parti quanto il Procuratore Generale hanno depositato memoria di osservazioni sulla menzionata questione e quindi la causa è stata decisa, a seguito di riconvocazione del Collegio, in data 9 marzo 2021.
MOTIVI DELLA DECISIONE
13. I primi cinque mezzi del ricorso principale concernono la statuizione di costituzione della servitù coattiva di sottoservizi. 14. Con il primo motivo di ricorso (denominato A/1), riferito al n. 4 dell'art. 360 c.p.c., si denuncia la violazione e falsa applicazione del combinato disposto degli artt. 163, 30 comma, nn. 3 e 4, e 164, 4° e 5° comma, c.p.c., in cui la corte d'appello sarebbe incorsa omettendo di rilevare e dichiarare la nullità e 'inammissibilità/improponibilità della domanda introduttiva del sig. D R, siccome del tutto generica e indeterminata con riguardo sia al petitum che alla causa petendi. Secondo i ricorrenti l'oggetto della domanda proposta dall'attore in primo grado si risolverebbe in un'enunciazione a titolo meramente esemplificativo di alcune servitù (acqua, linee elettriche, gas), priva di qualunque riferimento ai fatti e agli elementi di diritto costituenti le ragioni della domanda, salvo la generica affermazione dell'interclusione del fondo dominante;
donde la nullità della domanda stessa, in ragione della ritenuta inidoneità della relativa formulazione ad offrire al convenuto piena contezza del suo oggetto e delle ragioni su cui si fondava. 14.1. Il motivo non può trovare accoglimento. 14.2. Va preliminarmente sottolineato che, come chiarito dalle Sezioni Unite di questa Corte con la sentenza n. 8077/12, quando il ricorso per cassazione denunci un vizio che comporti la nullità del procedimento o della sentenza impugnata e, in particolare, un vizio afferente alla nullità dell'atto introduttivo del giudizio per indeterminatezza dell'oggetto della domanda o delle ragioni poste a suo fondamento, il giudice di legittimità non deve limitare la propria cognizione all'esame della sufficienza e logicità della motivazione sul punto, ma è investito del potere di esaminare direttamente gli atti ed i documenti sui quali il ricorso si fonda (nello stesso senso, sent. n. 25308/14 e ordd. nn. 134/20 e 17268/20). 14.3. Svolta tale premessa, il Collegio rileva che dall'atto introduttivo del presente giudizio emergono con chiarezza tanto l'oggetto quanto le ragioni della domanda di parte attrice, come del resto risulta indirettamente confermato dalla pertinenza delle difese dispiegate dalla parte convenuta, qui ricorrente. 14.4. Quanto ai requisiti di cui all'articolo 163 n. 4 c.p.c., è sufficiente rilevare come la causa petendi della domanda del sig. D R sia identificabile, senza alcuna possibilità di equivoci, nella dedotta interclusione del fondo dominante. 14.5. Per quanto poi concerne i requisiti di cui all'articolo 163 n. 3 c.p.c., il Collegio rileva che non sussiste alcuna incertezza in ordine all'identificazione del petitum con riferimento alle servitù esplicitamente menzionate nelle conclusioni della citazione introduttiva, vale dire il passaggio delle tubazioni e degli allacciamenti necessari alla fruizione dei pubblici servizi di: «acqua, elettricità, gas, linee telefoniche ecc. e scarico di acque bianche e nere» (si veda la trascrizione delle suddette conclusioni riportata a pag. 18, in fine, del ricorso per cassazione). Se, pertanto, va giudicato generico il riferimento di dette conclusioni agli allacciamenti «che risultano rivendicati/prescritti/richiesti dagli enti fornitori, dalle norme e dai regolamento vigenti e di qualsiasi altro servizio necessario e/o utile», la genericità di tale 6 ci riferimento, tuttavia, non implica la nullità della domanda in relazione a quegli oggetti della stessa che risultino sufficientemente specificati. Secondo l'insegnamento delle Sezioni Unite di questa Corte, infatti, la nullità della citazione, ai sensi dell'art. 164, quarto comma, c.p.c., può essere dichiarata soltanto allorché l'incertezza investa l'intero contenuto dell'atto, mentre, allorché sia possibile individuare una o più domande sufficientemente identificate nei loro elementi essenziali, l'eventuale difetto di determinazione di altre domande, malamente formulate nel medesimo atto, comporta l'improponibilità solo di quelle, e non anche la nullità della citazione nella sua interezza (così sent. n. 8077/12, cit.). 14.5. Il mezzo di ricorso in esame va quindi rigettato, giacché la domanda introduttiva del presente giudizio risulta sufficientemente determinata così nella causa petendi come nel petitum, avendo essa inequivocabilmente ad oggetto la costituzione delle servitù coattive di acquedotto e di scarico, di elettrodotto e di passaggio di condotte di gas e di linee telefoniche, sinteticamente affasciate dalla sentenza di primo grado, confermata dalla sentenza qui impugnata, nel termine riassuntivo di "sottoservizi". 14.6. Per chiarezza va aggiunto, infine, che i servizi di «citofonia, campanelli, cassette postali, area ecologica destinata al trasporto rifiuti», a cui pure si
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