Cass. pen., sez. I, sentenza 12/04/2023, n. 15410

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Sul provvedimento

Citazione :
Cass. pen., sez. I, sentenza 12/04/2023, n. 15410
Giurisdizione : Corte di Cassazione
Numero : 15410
Data del deposito : 12 aprile 2023
Fonte ufficiale :

Testo completo

la seguente SENTENZA sul ricorso proposto da: P FRANCESCO nato a AFRICO il 02/07/1973 avverso l'ordinanza del 29/07/2022 del TRIB. LIBERTA di TORINOudita la relazione svolta dal Consigliere FILIPPO C;
letta la requisitoria, inviata in forma scritta ai sensi dell'art. 23, comma 8, d.l. 28 ottobre 2020, n. 137, e succ. mod., con la quale il PG ASSUNTA COCOMELLO ha concluso per il rigetto del ricorso;

RITENUTO IN FATTO

1. Con l'ordinanza in epigrafe, il Tribunale del riesame di Torino confermava il provvedimento emesso in data 5 luglio 2022, con il quale il G.i.p. del Tribunale della stessa sede aveva applicato la misura cautelare di massimo rigore nei confronti di F P in relazione ai seguenti reati: capo 8) = artt. 110 cod. pen., 73, comma 4, d.P.R. n. 309/90, per aver acquistato da Domenico D'OSA e detenuto un quantitativo imprecisato di sostanza stupefacente del tipo marijuana e/o hashish contenuto in una scatola da scarpe [il 28 agosto 2020 in Rodano (MI)];
capo 14) = artt. 110 cod. pen., 10, 12, 14, I. n. 497/1974, per aver ricevuto da Domenico D'OSA, su mandato di V R, un'arma comune da sparo, non meglio precisata (il 9 settembre 2020, in Rodano);
capo 23) = artt. 110 cod. pen., 73, comma 4, d.P.R. n. 309/90, per aver acquistato da D'OSA, su mandato di V R, un quantitativo imprecisato di sostanza stupefacente del tipo marijuana e/o hashish (il 26 settembre 2020, in Rodano).

2. Il Tribunale del riesame ha fatto precedere la valutazione dei gravi indizi di colpevolezza da un lungo paragrafo attinente alla identificazione dell'indagato come l'uomo evocato in alcune conversazioni intercettate con il soprannome di "Aglio e olio", coinvolto negli episodi delittuosi in contestazione. Premessi alcuni cenni investigativi che avevano portato a individuare in Domenico D'OSA il referente di V R, latitante in Spagna, per i traffici di stupefacenti in territorio lombardo, il Tribunale torinese ha affermato, anzitutto, che D'OSA era sicuramente in contatto con P, essendo stato dimostrato, grazie a un mirato servizio di OPC (l'acronimo, come noto, sta per "osservazione, pedinamento e controllo"), un incontro tra i due, avvenuto in data 28 agosto 2020, proprio sotto casa del ricorrente (ubicata in Rodano, Via delle Querce 1/A), in occasione del quale P aveva ricevuto in consegna dall'altro una scatola da scarpe. Inoltre, il monitoraggio del dispositivo GPS applicato sul furgone di D'OSA aveva permesso di verificare che quest'ultimo si era nuovamente recato, dopo il 28 agosto, nello stesso quartiere per incontrarsi con "Aglio e Olio". Secondo i giudici della cautela, tale soprannome poteva essere ricondotto a P, in primo luogo, poiché, proprio di fronte allo stabile in cui il predetto abitava, si trovava un ristorante-pizzeria denominato "Aglio e olio". In secondo luogo, perché, nel corso di alcune conversazioni intercettate in data 8 e 9 settembre 2020, D'OSA aveva informato i propri interlocutori che il 9 settembre avrebbe dovuto incontrare "Aglio e olio" nella stessa zona in cui si era incontrato con P il precedente 28 agosto.In particolare, nel conversare, in data 9 settembre 2020, con la propria compagna Marilena VALANZANO che lo stava accompagnando all'appunl:amento programmato, giustificato dalla necessità di consegnare un "trapano" al destinatario, le riferiva che tale destinatario si identificava in "Aglio e olio", il quale, durante il tragitto, telefonava a P. Pochi minuti dopo il contatto telefonico, il veicolo condotto da D'OSA si fermava in Via delle Querce 1/A (indirizzo di residenza di P);
una persona saliva a bordo, mentre la VALANZANO scendeva;
D'OSA salutava l'interlocutore chiamandolo "C" (diminutivo di F, nome di battesimo dell'indagato);
il furgone, poi, si spostava di poche decine di metri nella vicina via del Melo, ove si percepiva il rumore di fondo di una serranda che si apriva e chiudeva. Terminate le operazioni, i due facevano ritorno in Via delle Querce 1/A, cioè sotto casa di P. Ulteriori elementi indizianti circa la correttezza dell'identificazione venivano apprezzati con riguardo al reato di cui al capo 23). Nel corso di una conversazione captata il 25 settembre 2020, D'OSA chiedeva al suo interlocutore indicazioni su una consegna da fare a tale "Aglio e olio", con cui si sarebbe dovuto incontrare il giorno successivo. L'indomani, 26 settembre 2020, il furgone di D'OSA veniva, di nuovo, a trovarsi, in Via del Melo, ossia nello stesso luogo in cui aveva sostato nell'episodio poco prima descritto (contestato al capo 14). Dopo una brevissima sosta di tre minuti, D'OSA informava il proprio interlocutore dicendogli: "Ho fatto Aglio e olio" (progr. 667) Sulla base di tali elementi, il Collegio de libertate, a confutazione della doglianza difensiva, ha escluso la possibile identificazione di "Aglio e olio" con tale F FERORELLI, atteso che questi non abitava nei pressi di un ristorante con quel nome e, per di più, era comparso nelle indagini in un periodo successivo (aprile/maggio 2021) 3. In tema di gravi indizi di colpevolezza, quanto ai capi 8 e 23, il giudice a quo ha ritenuto "altamente verosimile" che .fosse stata consegnata sostanza stupefacente, perché il core business di V R era rappresentato dal traffico di hashish o di marijuana e l'uomo aveva rapporti consolidati in quel settore illecito con il "gruppo milanese";
D'OSA, dal canto suo, svolgeva per il RASO e per il sodalizio la mansione di corriere per la consegna di stupefacente. I due incontri, del resto, non potevano essere spiegati con chiavi di lettura alternative. Invero, in entrambe le occasioni, D'OSA aveva preannunciato a RASO una visita ad "Aglio e olio" a Milano e gli aveva comunicato l'esito degli incontri. La modalità e la brevissima durata dei contatti ne facevano presumere la causale illecita;
sapendo che D'OSA era un corriere di droga, a livello di gravità indiziaria, poteva ritenersi che l'oggetto delle consegne fosse proprio sostanza stupefacente. Quanto al capo 14 (consegna della pistola), il Tribunale premette che il 7 settembre 2020 D'OSA si era recato a Bari per incontrare tale C D S e lasciare "un trapano e prendere dei soldi" (circostanza emersa da una conversazione col figlio Mattia;
l'incontro col DE SIMONE era stato seguito e osservato da agenti operanti: pag. 30 ordinanza impugnata). DE SIMONE, poi, aveva iniziato a collaborare con la giustizia, riferendo, con dichiarazioni rese in data 6 luglio 2021, che D'OSA gli aveva sempre consegnato droga, salvo in una sola occasione, in cui gli aveva recapitato una Glock e un mitragliatore. Da ciò si desumeva che, nello stesso breve periodo in cui si collocava l'incontro con P (cioè il 9 settembre 2020), D'OSA aveva nella sua disponibilità delle armi e che la parola "trapano" stava ad indicare, in codice metaforico, proprio un'arma. Tanto premesso, a proposito dell'incontro con "Aglio e olio", alias "C", monitorato il 9 settembre 2020 e avente ad oggetto la consegna del "trapano", si evidenzia nell'ordinanza impugnata che, mentre i due uomini si spostavano a bordo del furgone da via delle Querce a via del Melo, D'OSA si giustificava con "C", spiegandogli che si era per forza dovuto portare appresso la fidanzata, la quale, se avesse conosciuto l'oggetto reale della consegna, l'avrebbe ammazzato con quella stessa arma ("se sa la mia fidanzata cosa ho dietro mi ammazza...giuro che mi ammazza.. .prende, ci mette i proiettili e me la scarica addosso... lei odia le armi...madonna se le armi...": pag. 31 ordinanza). Né, a detta del Tribunale, il segmento di conversazione sintetizzato nell'allegato n. 427 (D'OSA informava il RASO di aver preso solo la patente) smentiva l'ipotesi d'accusa, posto che anche la ricezione di documenti falsi rientrava tra i programmi di D'OSA.
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