Cass. civ., sez. II, sentenza 18/06/2018, n. 16000
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Testo completo
la seguente SENTENZA sul ricorso iscritto al n. 1023/2014 R.G. proposto da P F, rappresentato e difeso, in forza di procura speciale in calce al ricorso, dall'avv. N P, con domicilio eletto in Roma, via degli Orti di Trastevere 59, presso lo studio dell'avv. B D;
-ricorrente -
contro
C G, S S, B D, rappresentati e difesi dall'avv. M M, con domicilio eletto in Roma, via Re Ruggero di Sicilia 1, presso lo studio dell'avv. M G;
-controricorrenti- avverso la sentenza della Corte d'Appello di Reggio Calabria n. 291, depositata il 30 luglio 2013. Udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del 22 febbraio 2018 dal Consigliere G T;
3711-? udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale C M, che ha concluso per il rigetto del ricorso;
uditi l'avv. P per il ricorrente e l'avv. G, per delega, per i contro ricorrenti.
FATTI DI CAUSA
Il Tribunale di Reggio Calabria rigettava il ricorso con il quale C G, S S e B D, proprietari di appartamenti facenti parte di un unico edificio, avevano chiesto la reintegrazione nel possesso di una servitù di veduta esercitata sul fondo sottostante di proprietà di P Francesco, il quali ne aveva impedito l'esercizio mediante la costruzione di un muro in cemento armato. Contro la sentenza, impugnata in via principale dal P per ottenere la modifica della motivazione, gli originari ricorrenti proponevano appello incidentale, reiterando la domanda di tutela possessoria non accolta in primo grado. La Corte d'Appello di Reggio Calabria accoglieva tale appello incidentale, accordando la tutela possessoria richiesta. Essa rilevava che il tribunale aveva rigettato la domanda possessoria, avendo dato erroneamente ingresso a eccezioni petitorie del convenuto, in violazione, rilevabile d'ufficio, del divieto posto dall'art. 705 c.p.c. Secondo la corte di merito l'attenuazione di tale divieto a seguito della pronuncia della Corte Costituzionale n. 25 del 1992 per l'ipotesi di pregiudizio irreparabile derivante dall'esecuzione del provvedimento possessorio, consentiva al convenuto di proporre una autonoma domanda petitoria, ma aveva lasciato fermo il divieto di introdurre la questione mediante eccezione proposta già nel giudizio possessorio. Nello stesso tempo la corte di merito rimproverava al tribunale di avere accertato in capo ai ricorrenti, soccombenti nel
-ricorrente -
contro
C G, S S, B D, rappresentati e difesi dall'avv. M M, con domicilio eletto in Roma, via Re Ruggero di Sicilia 1, presso lo studio dell'avv. M G;
-controricorrenti- avverso la sentenza della Corte d'Appello di Reggio Calabria n. 291, depositata il 30 luglio 2013. Udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del 22 febbraio 2018 dal Consigliere G T;
3711-? udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale C M, che ha concluso per il rigetto del ricorso;
uditi l'avv. P per il ricorrente e l'avv. G, per delega, per i contro ricorrenti.
FATTI DI CAUSA
Il Tribunale di Reggio Calabria rigettava il ricorso con il quale C G, S S e B D, proprietari di appartamenti facenti parte di un unico edificio, avevano chiesto la reintegrazione nel possesso di una servitù di veduta esercitata sul fondo sottostante di proprietà di P Francesco, il quali ne aveva impedito l'esercizio mediante la costruzione di un muro in cemento armato. Contro la sentenza, impugnata in via principale dal P per ottenere la modifica della motivazione, gli originari ricorrenti proponevano appello incidentale, reiterando la domanda di tutela possessoria non accolta in primo grado. La Corte d'Appello di Reggio Calabria accoglieva tale appello incidentale, accordando la tutela possessoria richiesta. Essa rilevava che il tribunale aveva rigettato la domanda possessoria, avendo dato erroneamente ingresso a eccezioni petitorie del convenuto, in violazione, rilevabile d'ufficio, del divieto posto dall'art. 705 c.p.c. Secondo la corte di merito l'attenuazione di tale divieto a seguito della pronuncia della Corte Costituzionale n. 25 del 1992 per l'ipotesi di pregiudizio irreparabile derivante dall'esecuzione del provvedimento possessorio, consentiva al convenuto di proporre una autonoma domanda petitoria, ma aveva lasciato fermo il divieto di introdurre la questione mediante eccezione proposta già nel giudizio possessorio. Nello stesso tempo la corte di merito rimproverava al tribunale di avere accertato in capo ai ricorrenti, soccombenti nel
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