Cass. pen., sez. IV, sentenza 10/05/2021, n. 18103
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Testo completo
a seguente SENTENZA sul ricorso proposto da: WU YUYU nato il 03/04/1967 avverso l'ordinanza del 16/09/2020 del GIP TRIBUNALE di PRATOudita la relazione svolta dal Consigliere ALESSANDRO D'ANDREA;
lette/sentite le conclusioni del PG
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 16 settembre 2020 il Tribunale di Prato, in qualità di giudice dell'esecuzione, ha rigettato la richiesta di W Y di essere rimesso in termini per proporre impugnazione avverso la sentenza n. 2041/2017, emessa dal Tribunale di Prato, in composizione monocratica, il 6 dicembre 2017, con cui era stato condannato alla pena di anno uno di reclusione in ordine ai reati di cui agli artt. 451 cod. pen. e 22, comma 12, d.lgs. n. 286 del 1998. La sentenza, infatti, non era stata appellata dal difensore di ufficio, determinandone il conseguente passaggio in giudicato, intervenuto il 10 ottobre 2019. Solo dopo essere stata posta in esecuzione il W aveva avuto contezza della condanna subita, per cui, coadiuvato da un interprete di lingua cinese, aveva posto questione sul titolo esecutivo, ai sensi dell'art. 670 cod. proc. pen., deducendo la non esecutività della indicata sentenza per mancanza della relativa traduzione in lingua cinese, essendo costui alloglotta e non a conoscenza della lingua italiana — come comprovato in altri e diversi atti processuali - II W, pertanto, aveva richiesto al giudice dell'esecuzione di essere rimesso in termini per poter proporre impugnazione avverso l'indicata sentenza. Il giudice dell'esecuzione ha, come detto, rigettato la dedotta istanza, adottando la seguente motivazione: «valutate, dalle circostanze in atti, le qualità soggettive dell'istante, che svolgeva a Prato attività d'impresa (come tale ineludibilmente inserita in contesto produttivo nazionale) e che già nell'anno 2000
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RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 16 settembre 2020 il Tribunale di Prato, in qualità di giudice dell'esecuzione, ha rigettato la richiesta di W Y di essere rimesso in termini per proporre impugnazione avverso la sentenza n. 2041/2017, emessa dal Tribunale di Prato, in composizione monocratica, il 6 dicembre 2017, con cui era stato condannato alla pena di anno uno di reclusione in ordine ai reati di cui agli artt. 451 cod. pen. e 22, comma 12, d.lgs. n. 286 del 1998. La sentenza, infatti, non era stata appellata dal difensore di ufficio, determinandone il conseguente passaggio in giudicato, intervenuto il 10 ottobre 2019. Solo dopo essere stata posta in esecuzione il W aveva avuto contezza della condanna subita, per cui, coadiuvato da un interprete di lingua cinese, aveva posto questione sul titolo esecutivo, ai sensi dell'art. 670 cod. proc. pen., deducendo la non esecutività della indicata sentenza per mancanza della relativa traduzione in lingua cinese, essendo costui alloglotta e non a conoscenza della lingua italiana — come comprovato in altri e diversi atti processuali - II W, pertanto, aveva richiesto al giudice dell'esecuzione di essere rimesso in termini per poter proporre impugnazione avverso l'indicata sentenza. Il giudice dell'esecuzione ha, come detto, rigettato la dedotta istanza, adottando la seguente motivazione: «valutate, dalle circostanze in atti, le qualità soggettive dell'istante, che svolgeva a Prato attività d'impresa (come tale ineludibilmente inserita in contesto produttivo nazionale) e che già nell'anno 2000
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