Cass. pen., sez. V, sentenza 11/12/2018, n. 55383
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Testo completo
to la seguente MOTIVAZIONE SEMPLIIFICATA SENTENZA sul ricorso proposto da M H, nato in Tunisia il 05/07/1986, avverso la sentenza della Corte di Appello di Firenze emessa in data 30/05/2017;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere dott.ssa R C;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale dott. P M, che ha concluso per l'inammissibilità del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con la sentenza impugnata la Corte di Appello di. Firenze, in riforma della sentenza emessa dal Tribunale di Firenze in data 04/10/2016, con cui H M era stato condannato a pena di giustizia in relazione al reato di cui agli artt. 99, comma 4, 61 n. 7, 624, 625 nn. 4 ed 8 bis, cod. pen. - per essersi impossessato del portafoglio di C A, custodito all'interno della vettura utilizzata per il servizio taxi, approfittando della situazione in cui la persona offesa aveva momentaneamente sospeso la vigilan2a sul predetto portafogli, in quanto stava scaricando i bagagli dei clienti appena trasportati, avendo commesso il fatto all'interno di un mezzcon o di pubblico trasporto, ed avendo cagionato alla persona offesa un danno patrimoniale di rilevante entità;
in Firenze il 230/09/2016 - escludeva le aggravanti di cui agli artt. 625 n. 8 bis e 61 n. 7, cod. pen., rideterminando la pena.
2. Con ricorso depositato in data 12/10/2017 H M, a mezzo del difensore di fiducia Avv.to L M, ricorre per:
2.1. violazione di legge e vizio di motivazione, ai sensi dell'art. 606, lett. b) ed e), cod. proc. pen., in riferimento alla qualificazione del fatto come furto tentato piuttosto che consumato, avendo la Corte di merito evidenziato come la condotta fosse stata posta in
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere dott.ssa R C;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale dott. P M, che ha concluso per l'inammissibilità del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con la sentenza impugnata la Corte di Appello di. Firenze, in riforma della sentenza emessa dal Tribunale di Firenze in data 04/10/2016, con cui H M era stato condannato a pena di giustizia in relazione al reato di cui agli artt. 99, comma 4, 61 n. 7, 624, 625 nn. 4 ed 8 bis, cod. pen. - per essersi impossessato del portafoglio di C A, custodito all'interno della vettura utilizzata per il servizio taxi, approfittando della situazione in cui la persona offesa aveva momentaneamente sospeso la vigilan2a sul predetto portafogli, in quanto stava scaricando i bagagli dei clienti appena trasportati, avendo commesso il fatto all'interno di un mezzcon o di pubblico trasporto, ed avendo cagionato alla persona offesa un danno patrimoniale di rilevante entità;
in Firenze il 230/09/2016 - escludeva le aggravanti di cui agli artt. 625 n. 8 bis e 61 n. 7, cod. pen., rideterminando la pena.
2. Con ricorso depositato in data 12/10/2017 H M, a mezzo del difensore di fiducia Avv.to L M, ricorre per:
2.1. violazione di legge e vizio di motivazione, ai sensi dell'art. 606, lett. b) ed e), cod. proc. pen., in riferimento alla qualificazione del fatto come furto tentato piuttosto che consumato, avendo la Corte di merito evidenziato come la condotta fosse stata posta in
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