Cass. pen., sez. VI, sentenza 02/04/2021, n. 12804
Sintesi tramite sistema IA Doctrine
L'intelligenza artificiale può commettere errori. Verifica sempre i contenuti generati.
Segnala un errore nella sintesiSul provvedimento
Testo completo
la seguente SENTENZA sul ricorso proposto da M A nato a Trieste il 18/07/1966 avverso la sentenza del 18/12/2019 della Corte d'appello di Trieste visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere A B;
letta la requisitoria del Procuratore generale, in persona di T E E, il quale ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile;
lette le conclusioni depositate via PEC dal difensore del ricorrente, avv. L L G, che ha concluso chiedendo che la sentenza impugnata sia cassata per i motivi già depositati.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento in epigrafe, la Corte d'appello di Trieste, in riforma della sentenza del Giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Trieste appellata dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trieste, ha dichiarato A M colpevole del reato di cui agli artt. 110 cod. pen. e 73 d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, per avere, in concorso con H S, detenuto nella propria cantina un chilo e mezzo circa di hashish per farne un uso non esclusivamente personale, commesso il 20 novembre 2018, con la recidiva specifica reiterata.
1.1. Come dato conto nel provvedimento impugnato, la vicenda oggetto del presente procedimento ha preso avvio dalla perquisizione eseguita il 20 novembre 2018 presso il domicilio del coimputato H nell'ambito di una più articolata indagine inerente all'attività di narcotraffico sulla piazza triestina. Nel corso dell'operazione di P.G., nella disponibilità dell'H veniva rinvenuto un mazzo di chiavi che questi dichiarava - falsamente - essere relativo alla porta di un determinato appartamento e che, a seguito degli accertamenti compiuti dagli operanti, risultava essere invece pertinente alla cantina dello stabile sito in via Crispi 42 di proprietà di A M, ove il coimputato H era stato più volte osservato recarsi. All'interno della cantina veniva rinvenuto il quantitativo di 1535,76 grammi di hashish. In occasione della perquisizione del locale, H tentava la fuga venendo prontamente fermato ed immobilizzato dagli operanti. Nel contempo, A M, presente sul posto, veniva trovato in possesso di hashish asseritamente detenuto per uso personale;
l'imputato dichiarava spontaneamente di avere acquistato la droga dall'H e di avere consentito a che questi depositasse lo stupefacente nella cantina di sua proprietà, ottenendo in cambio di poter acquistare da lui la sostanza ad un prezzo scontato. Dichiarazioni spontanee poi smentite dal M nel corso dell'interrogatorio di convalida. Sulla scorta di tali elementi, il primo Giudice aveva escluso il concorso del M nella detenzione di stupefacente, evidenziando
udita la relazione svolta dal Consigliere A B;
letta la requisitoria del Procuratore generale, in persona di T E E, il quale ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile;
lette le conclusioni depositate via PEC dal difensore del ricorrente, avv. L L G, che ha concluso chiedendo che la sentenza impugnata sia cassata per i motivi già depositati.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento in epigrafe, la Corte d'appello di Trieste, in riforma della sentenza del Giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Trieste appellata dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trieste, ha dichiarato A M colpevole del reato di cui agli artt. 110 cod. pen. e 73 d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, per avere, in concorso con H S, detenuto nella propria cantina un chilo e mezzo circa di hashish per farne un uso non esclusivamente personale, commesso il 20 novembre 2018, con la recidiva specifica reiterata.
1.1. Come dato conto nel provvedimento impugnato, la vicenda oggetto del presente procedimento ha preso avvio dalla perquisizione eseguita il 20 novembre 2018 presso il domicilio del coimputato H nell'ambito di una più articolata indagine inerente all'attività di narcotraffico sulla piazza triestina. Nel corso dell'operazione di P.G., nella disponibilità dell'H veniva rinvenuto un mazzo di chiavi che questi dichiarava - falsamente - essere relativo alla porta di un determinato appartamento e che, a seguito degli accertamenti compiuti dagli operanti, risultava essere invece pertinente alla cantina dello stabile sito in via Crispi 42 di proprietà di A M, ove il coimputato H era stato più volte osservato recarsi. All'interno della cantina veniva rinvenuto il quantitativo di 1535,76 grammi di hashish. In occasione della perquisizione del locale, H tentava la fuga venendo prontamente fermato ed immobilizzato dagli operanti. Nel contempo, A M, presente sul posto, veniva trovato in possesso di hashish asseritamente detenuto per uso personale;
l'imputato dichiarava spontaneamente di avere acquistato la droga dall'H e di avere consentito a che questi depositasse lo stupefacente nella cantina di sua proprietà, ottenendo in cambio di poter acquistare da lui la sostanza ad un prezzo scontato. Dichiarazioni spontanee poi smentite dal M nel corso dell'interrogatorio di convalida. Sulla scorta di tali elementi, il primo Giudice aveva escluso il concorso del M nella detenzione di stupefacente, evidenziando
Iscriviti per avere accesso a tutti i nostri contenuti, è gratuito!
Hai già un account ? Accedi