Cass. pen., sez. VI, sentenza 08/03/2023, n. 09862
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Testo completo
seguente SENTENZA sul ricorso proposto da: KH BA nato in [...] il [...] avverso la sentenza del 10/01/2023 della Corte di appello di Roma Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Maria Sabina Vigna;
lette le conclusioni del Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Nicola Lettieri, che ha chiesto l'inammissibilità del ricorso. Letta la memoria del difensore.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata, la Corte di appello di Roma ha disposto la consegna all'Autorità giudiziaria della Francia di KH BA, in quanto colpito da mandato di arresto europeo emesso, a fini esecutivi, in data 10 dicembre 2021 dall'Autorità giudiziaria francese, in esecuzione della sentenza del Tribunale penale di Parigi in data 14 dicembre 2014 - irrevocabile in pari data - di condanna in contumacia alla pena di mesi 30 di reclusione per sei distinti delitti di importazione, detenzione, acquisto, trasporto, offerta e cessione di sostanze stupefacenti. La Corte territoriale ha, inoltre, rigettato l'istanza di revoca o modifica della misura della custodia cautelare in carcere. La Corte di appello di Roma ha evidenziato che, nel periodo 2016/2017, a Parigi, le indagini avevano permesso di accertare che un gruppo di soggetti, tra i quali l'odierno ricorrente, vendevano Yaba, una droga sintetica contenente metamfetamina;
tra il settembre e il novembre 2017 tutte le persone coinvolte erano state arrestate, ad eccezione di KH, il quale si era rifugiato in Bangladesh e non aveva più fatto ritorno in Francia. Il 14 dicembre 2018 il predetto era condannato dalla Corte penale di Parigi, in contumacia, alla pena sopraindicata.
2. Avverso la sentenza, KH ricorre per cassazione, a mezzo del difensore di fiducia, deducendo i seguenti motivi:
2.1. Violazione dell'art. 2 I. 69/2005, come dedotto nella memoria depositata il 4 gennaio 2023 dal precedente difensore, che non è stata citata, né specificamente contestata dalla Corte di appello di Roma. La relazione riportata dal mandato di arresto europeo non è sufficiente per ritenere che KH fosse effettivamente a conoscenza dell'esistenza di un processo penale a suo carico;
si potrebbe, anzi, dubitare che la persona contattata telefonicamente fosse effettivamente lui, sebbene, comunque, l'essere contattato telefonicamente non costituisce una garanzia di conoscenza, né valido strumento di notificazione. Nel mandato di arresto europeo e nella relazione effettuata dall'Autorità francese non viene specificato se il decreto di rinvio a giudizio prima, e la sentenza poi, siano stati correttamente notificati al ricorrente e con quali modalità, né che vi sia garanzia per l'arrestato di impugnabilità della stessa una volta rientrato in Francia. Nella sentenza impugnata si dice che l'autorità giudiziaria francese ha fornito la garanzia che il ricorrente ha la possibilità di chiedere che il procedimento sia riaperto, essendo egli stato condannato in contumacia. In verità nel MAE non è stata sbarrata la casella corrispondente a tale affermazione.
2.2. Violazione degli artt. 274, lett. b), 275 e 275-bis cod. proc. pen. L'alloggio indicato dal ricorrente come luogo per essere sottoposto agli arresti domiciliari (casa della sorella naturale) è risultato idoneo per