Cass. pen., sez. II, sentenza 07/12/2022, n. 46284

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Sul provvedimento

Citazione :
Cass. pen., sez. II, sentenza 07/12/2022, n. 46284
Giurisdizione : Corte di Cassazione
Numero : 46284
Data del deposito : 7 dicembre 2022
Fonte ufficiale :

Testo completo

ato la seguente

SENTENZA

Sul ricorso proposto da: G C, nato a Torre del Greco il 06/08/1940, avverso la sentenza del 15/01/2021 della Corte di appello di Napoli;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa svolta dal consigliere G S;
lette le conclusioni scritte del Pubblico ministero, nella persona del Sostituto procuratore generale F B, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilità del ricorso;

RITENUTO IN FATTO

1.Con la sentenza in epigrafe, la Corte di appello di Napoli, parzialmente riformando la sentenza del Tribunale di Torre Annunziata emessa in data 3 febbraio del 2016, confermava la responsabilità del ricorrente per il reato di cui all'art. 648- ter cod.pen. per avere impiegato, nella propria attività di impresa, denaro di provenienza illecita dal sodalizio camorristico Di Gioia, con l'aggravante della finalità di agevolare tale cosca.

2. Ricorre per cassazione G C, deducendo: 1) violazione di legge e vizio di motivazione in ordine alla ritenuta responsabilità. La sentenza impugnata avrebbe offerto una motivazione apparente, integralmente per relationem alla sentenza di primo grado senza tenere conto delle doglianze difensive. Non sarebbe stata provata la provenienza illecita del danaro e la consapevolezza del ricorrente. Sotto il primo profilo, non si sarebbe tenuto conto delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia D G I, a proposito del fatto che il danaro utilizzato per comprare due appartamenti dal ricorrente provenisse non da attività illecite del clan ma da un indennizzo assicurativo di 430 mila euro. In ogni caso, il rìcorrente sarebbe stato convinto che le somme ricevute avessero provenienza lecita stante la notorietà della circostanza che la famiglia Di Gioia aveva percepito un cospicuo indennizzo per la morte del figlio del boss. La tracciabilità della operazione, avvenuta a nome dei Di Gioia e con assegni, doveva far deporre per l'assenza del dolo;
2) vizio della motivazione sempre in ordine al giudizio di responsabilità. La sentenza sarebbe contraddittoria per avere ritenuto lecita l'operazione allorquando ha confermato l'assoluzione del ricorrente dal reato dì intestazione fittizia di beni relativo alla medesima vicenda, ritenendo che l'acquisto degli immobili fosse avvenuto "alla luce del sole".
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