Cass. pen., sez. VI, sentenza 30/05/2018, n. 24501
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Testo completo
la seguente SENTENZA sul ricorso proposto da HR NI IE, nato il [...] a [...] avverso la sentenza del 17/04/2018 della Corte di appello di Roma visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Anna Criscuolo;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Paolo Canevelli, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile;
udito il difensore, avv. Paolo Palleschi, che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento in epigrafe la Corte di appello di Roma ha disposto la consegna di HR NI IE all'autorità giudiziaria bulgara in esecuzione del mandato di arresto europeo, emesso in data 25 maggio 2017 dalla Procura distrettuale di Vratsa in base alla decisione di arresto, emessa in pari data nell'ambito del procedimento penale n. 2601/2010 nei confronti dell'imputato per il reato di truffa continuata ai sensi degli artt. 209, comma 1 e 26 comma 1 del codice penale bulgaro, commesso dal 13 ottobre 2009 al luglio 2010 in Vrasta. Dopo aver premesso che l'HR era stato tratto in arresto il 19 febbraio 2018 dai CC di Pomezia e sottoposto all'esito della convalida alla misura della custodia in carcere, poi sostituita con la misura degli arresti domiciliari in Ardea, la Corte di appello ha dato atto della trasmissione della documentazione necessaria da parte dell'AG richiedente, dalla quale risultava la descrizione dettagliata delle truffe commesse con identiche modalità nel periodo ottobre 2009-luglio 2010 in danno di numerosi clienti e con indicazione degli importi ottenuti per ogni singolo episodio: in particolare, risultava che l'imputato, in qualità di proprietario e amministratore dell'impresa Daia-NI HR ET, dopo essersi impegnato, pur essendo consapevole di non poter rispettare l'impegno, a predisporre e montare infissi in PVC e porte in MDF, otteneva acconti dai clienti indotti in errore, per un importo complessivo di 7675.60 BGN ( leva bulgari), pari a poco più di 3 mila euro, non restituiti. Si è dato atto che con sentenza del 20 ottobre 2015 il Tribunale di Vratsa aveva dichiarato l'imputato colpevole del reato di truffa continuata, ma la sentenza era stata