Cass. pen., sez. VII, ordinanza 30/10/2019, n. 44243
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a seguente ORDINANZA sul ricorso proposto da: EL SHAMI FARES nato il 15/12/1962 avverso la sentenza del 07/11/2017 della CORTE APPELLO di MILANOdato avviso alle parti;udita la relazione svolta dal Consigliere P M;,1 FATTO E DIRITTO Il difensore di F E S ricorre avverso la sentenza indicata in epigrafe, emessa nei confronti del suo assistito dalla Corte di appello di Milano: la declaratoria di penale responsabilità dell'imputato riguarda un addebito di minaccia grave. La difesa lamenta violazione di legge e vizi della motivazione della pronuncia, evidenziando che le risultanze processuali non avrebbero dimostrato l'insorgenza di uno stato di reale timore in capo alle persone offese, quale conseguenza della presunta condotta criminosa;in ogni caso, le ipotizzate minacce sarebbero state pronunciate esclusivamente da altro soggetto (C S, separatamente giudicato in quanto deceduto medio tempore). Deduce altresì l'eccessività del trattamento sanzionatorio, ancorato sul massimo edittale. Il ricorso appare inammissibile. Infatti, le ragioni esposte nell'interesse del ricorrente riproducono censure già discusse e ritenute infondate dal giudice del gravame, e per costante giurisprudenza il difetto di specificità del motivo - rilevante ai sensi dell'art. 581, lett. c), cod. proc. pen. - va apprezzato non
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