Cass. pen., sez. V, sentenza 18/01/2021, n. 01957

Sintesi tramite sistema IA Doctrine

L'intelligenza artificiale può commettere errori. Verifica sempre i contenuti generati.

Segnala un errore nella sintesi

Sul provvedimento

Citazione :
Cass. pen., sez. V, sentenza 18/01/2021, n. 01957
Giurisdizione : Corte di Cassazione
Numero : 01957
Data del deposito : 18 gennaio 2021
Fonte ufficiale :

Testo completo

la seguente SENTENZA sul ricorso proposto da: AR AL nato a [...] il [...] avverso la sentenza del 27/09/2019 della CORTE APPELLO di ROMAvisti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere RENATA SESSA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore

KATE TASSONE

Se4;a4A.R, k5.4, che ha concluso chiedendo ik9,4,14t-A.,>

3..eizke. (.9t. bt45- eilAft2zAA-02., fi--,240"»\''S9L`2- udito il difensore CAMERALIZZATO Q,L;
à.tm.Ss: ktte ekf- 613 cp .52 à .e U -i - (2_0 60 ,4 3 l._

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza del 27/09/2019 la Corte di Appello di Roma ha confermato la pronuncia emessa il 05/07/2018 dal Tribunale della medesima città, che aveva condannato NI RE per i reati di cui agli artt. 48- 110, 615-ter comma 1 e comma 2 n. 1 cod. pen. (capo A) e artt. 48, 110 e 326 cod. pen. ( capo B).

2. Avverso la suddetta sentenza ricorre per cassazione l'imputato NI, tramite il proprio difensore di fiducia, per i seguenti motivi.

2.1. Con il primo motivo si deduce la falsa applicazione dell'art. 48 cod. pen.. Si contesta quanto sostenuto dalla Corte di Appello di Roma in merito al coinvolgimento dell'imputato nella condotta di induzione in errore del TT, ispettore della Guardia di Finanza che risulta essere stato l'autore - immediato - materiale del fatto. Orbene, come pure è stato espresso in sede di giudizio di merito, l'induzione in errore necessita di un contatto diretto fra l'autore mediato del reato e l'autore immediato;
tuttavia, nel caso di specie, l'autore mediato del fatto di reato è solo il brigadiere LI, in quanto unico soggetto legittimato ad avere accesso ai sistemi informatici, insieme all'ispettore TT, l'autore immediato. La stessa sentenza, citata dalla Corte di Appello, pronunciata dalle Sezioni Unite di questa Corte - sent. n. 41120/2017 - a ben vedere smentisce quanto affermato dai giudici in quanto richiede che l'autore del reato ex art. 615-ter cod. pen. abbia la caratteristica intrinseca di essere un soggetto abilitato all'accesso, mentre, invece, il NI, a differenza di quanto sostenuto dal giudice di merito, non è soggetto abilitato ad accedere al sistema;
pertanto, manca della qualifica richiesta dalla norma incriminatrice. Si chiede, dunque, se la condotta consistita nel semplice incontro con il soggetto che realmente ha indotto in errore il TT, ossia l'LI, e nel ricevere da tale soggetto una busta chiusa, sia sufficiente ad integrare la condotta dell'inganno di cui all'art. 48 cod. pen.. 2.2. Con il secondo motivo si lamenta la falsa applicazione dell'art. 615-ter, commi 1 e 3 cod. pen.. Come è noto, tale delitto si consuma nel momento in cui si compie l'atto fisico di introduzione in un sistema informatico ovvero nel momento in cui ci si trattiene presso il medesimo sistema, comportando la necessaria sussistenza di un rapporto diretto fra l'autore del reato ed il sistema violato, laddove nel caso in esame difetta la prova dell'introduzione abusiva nel sistema informatico dell'anagrafe tributaria da parte del NI. Inoltre, sul piano dell'elemento soggettivo, la condotta che si è poc'anzi descritta deve essere compiuta con la precisa volontà e coscienza di accedere o trattenersi nel sistema informatico. In relazione al caso di specie, posto che non sussiste né è provata l'induzione in errore del TT, occorre in ogni caso sottolineare che non vi è neppure alcuna prova che dimostri incontrovertibilmente l'introduzione abusiva nel sistema informatico ad opera del NI;
ciò emerge sia dal contenuto delle intercettazioni telefoniche incorse fra quest'ultimo e l'LI sia, in particolare, dalle dichiarazioni rese dal TT e dal GA, che dimostrano piuttosto che il contatto diretto è intervenuto con l'LL, in quanto superiore a stretto rapporto con il TT, ma non col NI.

2.3. Con il terzo ed ultimo motivo di ricorso si lamenta la falsa applicazione dell'art. 326 cod. pen.. Il delitto in esame si consuma nel momento in cui il terzo non legittimato viene a conoscenza della notizia d'ufficio destinata a rimanere segreta;
sul piano dell'elemento soggettivo sono inoltre necessarie la

Iscriviti per avere accesso a tutti i nostri contenuti, è gratuito!
Hai già un account ? Accedi