Cass. pen., sez. I, sentenza 13/01/2021, n. 01228
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Testo completo
a seguente SENTENZA sul ricorso proposto da AU CO, nato a [...] il [...], avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame di Reggio AL in data 29/5/2020;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere CA Renoldi;
udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale MA Pinelli, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
uditi, per l'indagato, gli avv.ti LU Cianferoni e GI Arico', in sostituzione dell'avv. AN Maria Genovese, i quali hanno chiesto l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza in data 29/5/2020, il Tribunale del riesame di Reggio AL confermò l'ordinanza in data 3/2/2020 con la quale il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio AL aveva applicato la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di CO AU in quanto gravemente indiziato dei delitti di partecipazione, in qualità di capo, promotore e organizzazione, ad una associazione di stampo mafioso (capo 1), di detenzione e porto di numerose armi da sparo, comuni e da guerra e del relativo munizionamento (capi da 2 a 4, 8, 14, 18, 19, 24, 27, 28, 31), di estorsioni (da 34 a 38) e violazioni in materia di stupefacenti (45, 55, 56), aggravati ai sensi dell'art. 416-bis.1 cod. pen. in quanto finalizzati ad agevolare il medesimo sodalizio mafioso, nonché dei delitti di scambio elettorale politico-mafioso ex art. 416-ter cod. pen., contestati ai capi 59) e 60).
1.1. Secondo quanto precisato nel provvedimento di riesame, il procedimento cautelare traeva origine da un'attività di indagine, confluita nell'operazione c.d. "Eyphemos", avente a oggetto l'attuale operatività, in Santa Eufemia d'Aspromonte, di un'articolazione di 'ndrangheta, funzionalmente dipendente dalla "cosca AR" di Sinopoli, capace di controllare capillarmente il relativo territorio, sia attraverso collusioni con la politica e con la pubblica amministrazione, sia attraverso l'imposizione di estorsioni agli impDItori locali, potendo contare sulla disponibilità di un numero elevato di armi, anche da guerra, in capo agli affiliati, dediti, altresì, al traffico di stupefacenti, principale fonte di finanziamento delle casse della cosca. Il clan mafioso, costituito in "locale", contava anche su una propaggine in Lombardia, nel territorio pavese, ove da tempo si era insediato CO AU, principale esponente della cosca, colà coadiuvato da PP ER e da PP OT. Nel dettaglio, al comando del sodalizio esistente nel territorio di Sant'Eufemia, storicamente riferibile alla famiglia mafiosa degli AR di Sinopoli, si era affermato CO AU, il quale era stato in grado di catalizzare un numero cospicuo di sodali desiderosi di fondare il c.d. banco nuovo, ossia di formalizzare un'autonomia criminale dalla cosca madre sinopolese. Autonomia che, di fatto, veniva già da tempo esercitata sul territorio eufemiese, pur permanendo il formale assoggettamento agli AR per quanto concerne le nuove affiliazioni, ma che il gruppo di AU intendeva ufficializzare attraverso il riconoscimento da parte del IN di OL, costituente una sorta di direttorio della 'ndrangheta. Un proposito che si era rafforzato a seguito di alcune affiliazioni irrituali compiute da SI DA, capo di una frangia della cosca eufenniese ostile a quella diretta da AU, il quale aveva proceduto, a sua volta, al compimento di nuovi riti di affiliazione al fine di consolidare la propria compagine in vista di un possibile conflitto con gli avversari e, ancora una volta, nella prospettiva di una formale scissione dal locale di Sinopoli. Attraverso numerose intercettazioni telematiche, che avevano interessato soprattutto AU, sul cui telefono cellulare era stato installato un trojan al fine di effettuare captazioni ambientali e di accedere al contenuto di comunicazioni compiute con applicativi altrimenti non intercettabili (come "Skype" e "Whattsapp"), era stato possibile apprendere gran parte delle dinamiche della cosca, comprese le cerimonie di iniziazione e i rituali di affiliazione, sino a ricostruire l'organigramma del locale di Santa Eufemia e dei sottogruppi di cui esso si componeva, nonché le varie direttrici delle attività illecite dalla stessa perseguite. Continui erano stati, infatti, i riferimenti degli indagati, nelle conversazioni captate, al potere esercitato sul territorio dalla cosca, alle modalità di controllo delle attività economiche, alla forza militare (derivante dal numero degli affiliati e dalla disponibilità di armi), al senso di appartenenza al gruppo criminale, alla gerarchia mafiosa, al rispetto verso i capi, alle cariche di 'ndrangheta e alle vicende associative interne, tra cui alcuni summit organizzati per varie finalità associative, quali: affiliazioni;
conferimento di cariche e doti;
"processi" ad affiliati a seguito della violazione delle regole;
organizzazione di attività criminali in materia di stupefacenti, armi ed estorsioni nel settore degli appalti;
accordi di scambio elettorale politico-mafioso tra la cosca, il senatore MA LA e il consigliere regionale CO RE. Attraverso la complessa attività di indagine, dunque, era stato possibile ricostruire l'organigramma dell'articolazione di 'ndrangheta eufemiese, che vedeva, quali esponenti di vertice, CO AU, RI AP (già detenuto per il reato di cui all'art 416-bis cod. pen. nel procedimento "Iris"), NC CA (detto AN o AN) e SI CA (detto NO). A costoro si affiancavano ulteriori figure di spicco, con cariche non meglio precisate, quali PP GN, detto O" (genero di SI CA), TT LI (detto IN NI), DR PP (nelle more deceduto), MA ON e RM AP (classe 1961, detto "Carminazzu"). Il ruolo di "mastro di giornata" era rivestito da QU CU, che assicurava le comunicazioni tramite "mbasciate" con il locale di Sinopoli degli AR. Seguiva, poi, una pletora di sodali, alle strette dipendenze di AU, quali NO RO (alias "u mutu"), tra i più determinati fautori del c.d. "banco nuovo";
NI EA (alias "Spatola");
PP EA;
EN AR (alias "Ceo"), operativo nel settore delle estorsioni e anch'egli tra i principali sostenitori della costituzione del "banco nuovo";
PP ER e PP OT, attivi nel settore degli stupefacenti sia in AL che in Lombardia e che rappresentavano, per il clan, il trait d'union con le cosche palmesi;
CO AR. A un livello più basso figuravano i "soldati" come BR OD e il figlio EN, AN EA e NO RG, nipoti di NI EA, OC IA EL, NI EL, PP LL, RM AP (inteso "Ppizza"), EN DI (alias "u Russu") e altri.
1.2. Quanto ai reati fine contestati a AU, accanto alle numerose violazioni della legislazione in materia di armi (su cui non ci si sofferma nel dettaglio in quanto non oggetto di specifiche contestazioni in questa sede), i provvedimenti di merito presero in esame, innanzitutto, una pluralità di episodi estorsivi, contestati ai capi da 34) a 38).Il primo di essi concerneva una estorsione aggravata, commessa in concorso con un soggetto non identificato, in relazione alla quale AU si era procurato, con metodo mafioso, prospettando pericoli per l'incolumità fisica della vittima e dei familiari ove avesse inteso opporsi al «sistema» dettato dalla 'ndrangheta, e con la finalità di agevolazione della cosca che dirigeva, la disponibilità di una somma di denaro imprecisata, ma sicuramente non inferiore ai 1.000,00 euro, con correlativo danno per BR EO (titolare dell'impresa edile denominata DI nora di EO BR con sede a Bagnara Calabra, impegnata nei lavori di «ripristino e adeguamento di un edificio scolastico» sito a San Procopio), il quale, in conseguenza dell'intimidazione subita, era stato indotto a soggiacere alle richieste estorsive. In particolare, secondo quanto era emerso dalla conversazione ambientale n. 1226 del 21/12/2017 tra AU e un ignoto interlocutore, il primo aveva inviato un soggetto non identificato, ma appartenente al suo gruppo mafioso, a prendere contatti con la vittima e a rappresentarle l'esistenza, in AL, di un «sistema» per cui non era possibile svolgere dei lavori «in tranquillità», se non previo versamento di una somma di denaro;
e a fronte dell'inadempimento almeno iniziale della vittima che, dopo aver accettato il pagamento della tangente, aveva negato la materiale corresponsione del "pizzo", aveva ordinato all'esattore, non compiutamente identificato, di ribadire a EO che non vi era altra alternativa se non l'abbandono dei lavori (in San Procopio, tra novembre 2017 e il 21/12/2017). A partire dalla conversazione ambientale n. 193 con EN AR alias "Ceo", intercettata in data 6/4/2018, AU venne ritenuto gravemente indiziato del reato di cui al capo 35), per avere, in tempi distinti, con metodo mafioso e con la finalità di agevolazione della cosca di 'ndrangheta cui apparteneva, che mirava al controllo degli appalti commissionati nel territorio di riferimento mafioso, anche«attraverso l'imposizione di maestranze e mezzi o di tangenti•ai titolari delle imprese che si erano aggiudicate la gara, costretto con minacce velate ed esplicite NO RU - titolare della società BMC S.r.l., impegnata nei lavori sull'edificio Don Bosco di Sant'Eufemia d'Aspromonte - ad assumere le maestranze indicate dalla consorteria criminale nonché a pagare una imprecisata somma di denaro, procurandosi un ingiusto profitto•con danno per la persona offesa (in Santa Eufemia di Aspromonte tra il 6/10/2016 e l'aprile 2018). A carico di AU furono, poi, ravvisati i gravi indizi in relazione all'estorsione contestata al capo 36), per avere, come rivelato dalle conversazioni ambientali di cui ai nn. 809 e 810 del 9/6/2018 tra lo stesso AU, CO PP e EN AR, con metodo mafioso e con la finalità di agevolazione della cosca di 'ndrangheta di Sant'Eufemia, anche attraverso l'imposizione di maestranze e mezzi o di tangenti ai titolari delle imprese aggiudicatarie, al fine di partecipare agli utili dell'appalto di risanamento dal dissesto idrogeologico di un'area all'interno UL7\ del comune di Santa Eufemia, costretto con "minaccia ambientale" EN La Greca, titolare della IC, a inserire nell'Associazione Temporanea di Imprese la ditta Costruzioni