Cass. civ., sez. IV lav., sentenza 14/10/2022, n. 30266
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Testo completo
te SENTENZA sul ricorso 12070-2016 proposto da: MATERA MARIA LUISA, ARRIGALE MARIANNINA e CERRETO EMANUELA in qualità di eredi di CERRETO TOMMASO, GENOVESI FABRIZIO, tutti elettivamente domiciliati in ROMA,
PIAZZA COLA DI RIENZO
69, presso lo studio dell'avvocato P B, che li rappresenta e difende unitamente all'avvocato A B;- ricorrenti. -
contro
I.N.P.S. - ISTITUTO NAZIONALE PREVIDENZA SOCIALE, in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato in ROMA, VIA
CESARE BECCARIA
29, presso l'Avvocatura Centrale dell'Istituto, rappresentato e difeso dagli avvocati ANTONELLA PATTERI, LUIGI CALIULO, SERGIO PREDEN;
- controricorrente -
avverso la sentenza n. 9089/2015 della CORTE D'APPELLO di ROMA, depositata il 20/01/2016 R.G.N. 7369/2012;
udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del 22/06/2022 dal Consigliere Dott. A G;
il P.M. in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. M F visto l'art. 23, comma 8 bis del D. L. 28 ottobre 2020 n. 137, convertito con modificazioni nella legge 18 dicembre 2020 n. 176, ha depositato conclusioni scritte.
RITENUTO IN FATTO
La Corte d'appello di Roma, in parziale riforma della sentenza di primo grado, condannava l'Inps a pagare a M M L, G F e agli eredi di C T le differenze dei trattamenti pensionistici a loro dovuti, nei limiti in cui riteneva i crediti non prescritti. M, G e C, già dipendenti della Cassa del Mezzogiorno poi transitati nei ruoli del Ministero dell'Economia e delle Finanze, avevano ottenuto - alcuni tramite pronuncia del Tar, altri tramite decreto del Presidente della Repubblica - il riconoscimento della qualifica di dirigente relativamente ai periodi di
PIAZZA COLA DI RIENZO
69, presso lo studio dell'avvocato P B, che li rappresenta e difende unitamente all'avvocato A B;- ricorrenti. -
contro
I.N.P.S. - ISTITUTO NAZIONALE PREVIDENZA SOCIALE, in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato in ROMA, VIA
CESARE BECCARIA
29, presso l'Avvocatura Centrale dell'Istituto, rappresentato e difeso dagli avvocati ANTONELLA PATTERI, LUIGI CALIULO, SERGIO PREDEN;
- controricorrente -
avverso la sentenza n. 9089/2015 della CORTE D'APPELLO di ROMA, depositata il 20/01/2016 R.G.N. 7369/2012;
udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del 22/06/2022 dal Consigliere Dott. A G;
il P.M. in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. M F visto l'art. 23, comma 8 bis del D. L. 28 ottobre 2020 n. 137, convertito con modificazioni nella legge 18 dicembre 2020 n. 176, ha depositato conclusioni scritte.
RITENUTO IN FATTO
La Corte d'appello di Roma, in parziale riforma della sentenza di primo grado, condannava l'Inps a pagare a M M L, G F e agli eredi di C T le differenze dei trattamenti pensionistici a loro dovuti, nei limiti in cui riteneva i crediti non prescritti. M, G e C, già dipendenti della Cassa del Mezzogiorno poi transitati nei ruoli del Ministero dell'Economia e delle Finanze, avevano ottenuto - alcuni tramite pronuncia del Tar, altri tramite decreto del Presidente della Repubblica - il riconoscimento della qualifica di dirigente relativamente ai periodi di
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