Cass. pen., sez. II, sentenza 27/10/2020, n. 29811

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Sul provvedimento

Citazione :
Cass. pen., sez. II, sentenza 27/10/2020, n. 29811
Giurisdizione : Corte di Cassazione
Numero : 29811
Data del deposito : 27 ottobre 2020
Fonte ufficiale :

Testo completo

la seguente SENTENZA sui ricorsi proposti da SHUBERT LUIGINA DOMINI, nata a Milano il 27.12.1941 SHUBERT COSTANZA MRIA ELENA, nata a Milano 1'11.2.1967 SHUBERT EVA MRIA CONSUELO, nata a Milano il 19.9.1964 avverso l'ordinanza emessa il 22.5.2020 dal Tribunale del riesame di Milano Visti gli atti, l'ordinanza e i ricorsi;
Udita nell'udienza camerale del 20.10.2020 la relazione fatta dal Consigliere Giuseppina A R P;
Udito il Sostituto Procuratore Generale in persona di P L, che ha chiesto di rigettare i ricorsi

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza del 22 maggio 2020 il Tribunale del riesame di Milano ha rigettato, allo stato, l'istanza, presentata nell'interesse di SHUBERT LUIGINA DOMINI, SHUBERT COSTANZA MRIA ELENA e SHUBERT EVA MRIA CONSUELO, tesa ad ottenere la restituzione dei beni di proprietà di G S, di cui le ricorrenti sono eredi. Il rigetto è stato dettato dal rilievo della non definitività della sentenza civile, avente ad oggetto l'accertamento della proprietà dei beni in sequestro. Avverso l'anzidetta ordinanza hanno proposto ricorso per cassazione SHUBERT LUIGINA DOMINI, SHUBERT COSTANZA MRIA ELENA e SHUBERT EVA MRIA CONSUELO, che hanno lamentato la contraddittorietà e la manifesta illogicità della motivazione. Dopo avere ricordato che con sentenza del 13 luglio 2018, confermata in appello, il- Tribunale di Milano aveva condannato C P per il delitto di appropriazione indebita ed aveva disposto il mantenimento del vincolo sui quadri in sequestro, rimettendo al giudice civile la risoluzione della controversia sulla proprietà delle cose sequestrate, e dopo aver aggiunto che il Tribunale di Milano,

IV

Sezione civile, con sentenza del 16 marzo 2020, aveva dichiarato i dipinti di proprietà di G S e, quindi, delle sue eredi legittime, le ricorrenti hanno affermato che all'esito del procedimento penale e di quello civile la proprietà dei beni in questione era certa, così che si sarebbe dovuta accogliere l'istanza di restituzione, il cui diniego sarebbe stato argomentato sulla base di arresti inconferenti al caso di specie. All'odierna udienza camerale, celebrata ex art. 127 c.p.p., si è preso atto della regolarità degli avvisi di rito;
all'esito la parte presente ha concluso come da epigrafe e questa Corte Suprema ha deciso come da dispositivo in atti.
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