Cass. pen., sez. III, sentenza 24/05/2021, n. 20370
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Testo completo
la seguente SENTENZA sui ricorsi proposti da 1. EN NI, nato a [...] il [...] 2. EN SC, nato ad [...] il [...] 3. Resort RT s.r.l. in persona del legale rappresentante avverso l'ordinanza in data 08/09/2020 del Tribunale di Nuoro visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal consigliere NI Corbo;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Fulvio Baldi, che ha chiesto dichiararsi inammissibili i ricorsi;
lette le note d'udienza presentate dall'avvocato Manuela Maccaroni nell'interesse dei ricorrenti, con le quali si insiste per l'accoglimento dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza adottata in data 8 settembre 2020, e depositata in data 10 settembre 2020, il Tribunale di Nuoro, pronunciando in sede di riesame ex art.324 cod. proc. pen., ha confermato il decreto emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lanusei, che, per quanto di interesse in questa sede, aveva disposto il sequestro preventivo a fini di confisca diretta di denaro per euro 7.836.533,30 nei confronti di NI EN, di euro 388.365,01 nei confronti di SC EN, e di 312.956,86 nei confronti della società "RT Resort s.r.l.", nonché, in subordine, in caso di patrimoni incapienti, il sequestro preventivo a fini di confisca per equivalente di beni nella disponibilità dei medesimi, per un valore equivalente alla differenza tra gli importi appena precisati e quanto sequestrato in via diretta. I reati ascritti ad NI EN (in concorso con altri), per i quali è stata disposta la misura sono quelli di: a) indebite compensazioni di crediti inesistenti per 1.889.504,860 euro, a norma dell'art. 10-quater, comma 2, d.lgs. n. 74 del 2000, in riferimento alla società "Victory s.r.l.", commesso nell'anno 2017 (capo 1);
b) indebite compensazioni di crediti inesistenti per 165.671,93 euro, a norma dell'art. 10-quater, comma 2, d.lgs. n. 74 del 2000, in riferimento alla società "Lu.Di.Call. s.r.l.", commesso nell'anno 2017 (capo 2);
c) indebite compensazioni di crediti inesistenti per 1.417.257,64 euro, a norma dell'art. 10-quater, comma 2, d.lgs. n. 74 del 2000, in riferimento alla società "Affare Fatto s.r.l.", commesso negli anni 2016 e 2017 (capo 3);
d) dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti per 8.233.137,00 euro, con evasione d'IVA pari a 1.889.527,00, a norma dell'art. 2 d.lgs. n. 74 del 2000, in riferimento alla società "Victory s.r.l.", commesso nell'anno 2017 (capo 4);
e) dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, con evasione d'IVA pari a 1.103.314,00, a norma dell'art. 2 d.lgs. n. 74 del 2000, in riferimento alla società "Lu.Di.Call. s.r.l.", commesso nell'anno 2017 (capo 5);
f) autoriciclaggio, a norma dell'art. 648-ter.1 cod. pen., con riferimento ad euro 867.028,13 provenienti dalla commissione del reato di cui al capo 1, commesso nell'anno 2017 (capo 6);
g) autoriciclaggio, a norma dell'art. 648-ter.1 cod. pen., con riferimento ad euro 504.230,00 provenienti dalla commissione del reato di cui al capo 3, commesso negli anni 2016 e 2017 (capo 7);
h) associazione per delinquere, quale promotore, costitutore ed organizzatore, finalizzata alla commissione di reati tributari e contro il patrimonio, commesso dal 2016 in poi (capo 13). I reati ascritti a SC EN per i quali è stata disposta la misura sono quelli di: a) riciclaggio, a norma dell'art. 648-bis cod. pen., con riferimento ad euro 76.408,15 provenienti dalla commissione del reato di cui al capo 3, commesso nell'anno 2017 (capo 8);
b) riciclaggio, a norma dell'art. 648-bis cod. pen., con riferimento ad euro 71.500,10 provenienti dalla commissione del reato di cui al p' capo 3, commesso nell'anno 2017 (capo 9);
c) riciclaggio, a norma dell'art. 648- 2 7u-t-" bis cod. pen., con riferimento ad euro 240.456,86 provenienti dalla commissione dei reati di cui ai capi 1, 3 e 4, commesso nell'anno 2017 (capo 10). L'illecito amministrativo ascritto alla società "RT Resort s.r.l." per il quale è stata disposta la misura è quello di cui agli artt. 5 e 25-octies d.lgs. n. 231 del 2001, dipendente dai reati previsti dagli artt. 648-bis e 648-ter.1, commessi da SC EN, quale amministratore e socio unico della medesima società, e descritti ai capi 9 e 10. 2. Hanno presentato ricorso per cassazione avverso l'ordinanza indicata in epigrafe NI EN, con atto sottoscritto dall'avvocato Manuela Maccaroni, nonché SC EN, in proprio e quale legale rappresentante della società "Resort RT s.r.l.", con atto sottoscritto dall'avvocato Manuela Maccaroni.
3. Il ricorso presentato per NI EN è articolato in due motivi.
3.1. Con il primo motivo, si denuncia violazione di legge, in riferimento agli artt. 178 e 180 cod. proc. pen., a norma dell'art. 606, comma 1, lett. c), cod. proc. pen., avendo riguardo alla nullità dell'udienza di riesame. Si deduce che l'avviso per l'udienza per il riesame davanti al Tribunale di Nuoro non è stato notificato a SC EN, in proprio e quale legale rappresentante della società "Resort RT s.r.l.", avendo lo stesso eletto domicilio presso la sua abitazione e non presso il difensore, e che tale violazione è stata dedotta, e fatta verbalizzare, all'udienza per il riesame.
3.2. Con il secondo motivo, si denuncia violazione di legge, a norma dell'art. 606, comma 1, lett. b), cod. proc. pen., avendo riguardo alla ritenuta sussistenza del fumus commissi delicti, e, comunque, alla legittimità dell'apposizione del sequestro preventivo sui beni sottoposti a vincolo. Si deduce, in primo luogo, che illegittimamente è stato ritenuto sussistente il fumus commissi delicti, stante l'assenza di validi elementi. Si rappresenta che NI EN non è amministratore di alcuna delle società di cui alle imputazioni, e l'unico legame con i fatti è costituito da un bonifico per 23.791,00 euro del 29 maggio 2017 dal conto corrente della "Victory s.r.l." alla sua carta Poste Pay, effettuato, però, in relazione a prestazione professionale, coperta da contratto e fattura. Si aggiunge che NI EN aveva un rapporto di credito con la società "Affare Fatto s.r.l." per 74.408,16, anch'esso giustificato da contratto scritto e da fatture, che l'incasso di tali somme da parte del figlio SC EN si spiega con l'esigenza di evitare pignoramenti o procedure esecutive, e che queste operazioni non sono occulte, ma risultano ben documentate nei bilanci e nei relativi partitari.Si deduce, poi, che è doveroso il dissequestro del conto corrente della società "Marea s.r.l.", perché misura necessaria per lo svolgimento delle attività e per la sopravvivenza di tale impresa, di cui egli è stato nominato custode giudiziario, e, tra l'altro, parte di un importante rapporto di locazione di beni immobili con la società "Resort RT s.r.l.", amministrata dal figlio SC. Si rileva, inoltre, che non è emerso alcun nesso di strumentalità di tale bene con le condotte delittuose ipotizzate. Si deduce, ancora, che il sequestro degli immobili siti in NO è illegittimo, perché riguarda beni derivanti dall'eredità paterna, cui il ricorrente ha rinunciato, e perché, comunque, questi beni non costituiscono cose pertinenti al reato. Si segnala, anzi, che nessuno dei beni sottoposti a vincolo è pertinente al reato, e che, addirittura, le società "Comargi1;
s.r.l." e "Ge.Co. Italia s.r.l." sono state dichiarate fallite, mentre la società "EN Investimenti s.r.l." è stata sottoposta a sequestro in altro procedimento penale, e di essa l'ufficio del pubblico ministero ha chiesto la dichiarazione di fallimento.
4. Anche i ricorsi presentati, con unico atto, da SC EN, in proprio e quale legale rappresentante della società "Resort RT s.r.l.", sono articolati in due motivi.
4.1. Con il primo motivo, si denuncia violazione di legge, in riferimento agli artt. 178 e 180 cod. proc. pen., a norma dell'art. 606, comma 1, lett. c), cod. proc. pen., avendo riguardo alla nullità dell'udienza di riesame. Il motivo è identico al primo motivo del ricorso presentato nell'interesse di NI EN.
4.2. Con il secondo motivo, si denuncia violazione di legge, a norma dell'art. 606, comma 1, lett. b), cod. proc. pen., avendo riguardo alla ritenuta sussistenza del fumus commissi delicti, e, comunque, alla sottoponibilità a sequestro preventivo dei beni sottoposti a vincolo. Si deduce, in primo luogo, che illegittimamente è stato ritenuto sussistente il fumus commissi delicti, stante l'assenza di validi elementi. Si rappresenta che: a) per quanto riguarda il reato di riciclaggio di cui al capo 8, non solo non vi sono elementi da cui desumere la consapevolezza di SC EN circa la provenienza illecita delle somme, ma queste derivano da un rapporto economico tra la società "Affare Fatto s.r.l." e suo padre NI, giustificato da regolare contratto e fattura, e sono state incassate dal primo solo per sottrarle a pignoramenti o procedure esecutive;
b) per quanto riguarda il reato di riciclaggio di cui al capo 9, non vi sono elementi da cui desumere la consapevolezza del ricorrente circa la provenienza illecita delle somme, posto che queste derivano da regolari contratti tra la "Resort RT s.r.l.", da lui amministrata, e la ditta "Affare Fatto s.r.l." o il Condominio Abba Urci;
c) per quanto riguarda il reato di riciclaggio di cui al capo 10, non vi sono elementi da cui desumere la consapevolezza del ricorrente circa la provenienza illecita delle somme, in quanto incamerate a titolo di caparre confirmatorie relative a contratti preliminari da lui stipulati, quale amministratore della "Resort RT s.r.l.", con l'avvocato Corda, quest'ultimo quale promissario acquirente per conto di un fiduciario, non seguiti da definitivo. Si aggiunge che queste operazioni non sono occulte, ma risultano ben documentate nei bilanci e nei relativi partitari. Si deduce, poi, che è doveroso il dissequestro del conto corrente della società "Resort RT s.r.l.", perché misura necessaria per lo svolgimento delle attività e per la sopravvivenza di tale impresa, di cui egli è stato nominato custode