Cass. pen., sez. VI, sentenza 20/03/2023, n. 11728

la seguente

SENTENZA

Sul ricorso proposto da GA EN, nata a [...] il [...] avverso la sentenza emessa dalla Corte di appello di Messina il 24/01/2020 visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Pietro Silvestri;
lette le conclusioni del Sostituto Procuratore Generale, dott. Nicola Lettieri che ha chiesto l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata;
lette le conclusioni dell'avv. Tino Scafiddi, difensore delle parti civili, che ha chiesto che il ricorso sia dichiarato inammissibile o comunque rigettato

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte di appello di Messina ha confermato la sentenza con cui GA EN è stata condannata per il reato previsto dall'art. 392 cod. pen. All'imputata è contestato, al fine di esercitare un preteso diritto di proprietà di un determinato terreno del comune di Piraino, di essersi fatta giustizia da sé pur potendo ricorrere al giudice, falciando ed estirpando le piante messe a dimora dai coniugi ZO Angela e LI Biagino (fatto commesso da agosto 2014 al 5 settembre 2014).

2. Ha proposto ricorso per cassazione l'imputata articolando due motivi.

2.1. Con il primo si deduce violazione di legge e vizio di motivazione quanto al giudizio di responsabilità. La motivazione sarebbe viziata perché fondata su un presupposto che non emerge dagli atti, e cioè che l'imputata fosse proprietaria del fondo di cui si sarebbe disinteressata, abbandonandolo da tempo, e che di detto fondo si sarebbero occupati i coniugi LI - ZO, divenuti quindi possessori.