Cass. civ., sez. V trib., sentenza 14/05/2023, n. 13294
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Testo completo
1. A.A. impugnava l'avviso di liquidazione dell'imposta fissa di registro in relazione ad un atto di liberalità nel quale il donante, riservandosi per sé, e dopo di sé al coniuge (che interveniva nell'atto e accettava) l'usufrutto attribuiva alle figlie la nuda proprietà degli immobili descritti nell'atto notarile;
l'Agenzia delle entrate aveva ritenuto si configurassero due distinti negozi giuridici (uno il trasferimento della nuda proprietà e l'altro la donazione dell'usufrutto al coniuge sottoposto a condizione sospensiva della premorienza del donante). La Commissione tributaria provinciale di Teramo accoglieva il ricorso;
la Commissione regionale dell'Abruzzo respingeva l'appello dell'Agenzia con la sentenza indicata in epigrafe.
2. Ricorre in cassazione l'Agenzia delle entrate con un unico motivo di ricorso.
3. Resiste con controricorso A.A. (articolato in due motivi), rappresentando che il secondo negozio (la donazione dell'usufrutto alla moglie nell'ipotesi di premorienza del donante) configura non un diritto, ma una mera aspettativa che si concreta solo alla morte del donante (la stessa circolare n. 44/E 2011 prevede l'assenza di tassazione, registro, per gli atti di donazione). Per l'art. 25, del d.P.R. 131 del 1986 sussiste alternatività tra imposta di registro e imposta sulle successioni e donazioni. Conseguentemente per la registrazione degli atti contenenti una o più disposizioni di donazione, di valore inferiore alla franchigia, non deve essere corrisposta l'imposta di registro. La donazione dell'usufrutto dopo di sé al coniuge non supera certamente la franchigia delle imposte di successione e donazione. Inoltre, le Agenzie delle entrate di altre Città dell'Abruzzo e quella Di Santa Maria Capua Vetere, non applicano a negozi simili l'imposta di registro fissa. Ha chiesto,