Cass. pen., sez. V, sentenza 01/12/2022, n. 45720
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Testo completo
a seguente SENTENZA sul ricorso proposto da: RIZZO ANTONINO nato a PARTINICO il 08/06/1970 avverso la sentenza del 02/03/2021 della CORTE di APPELLO di PALERMOvisti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;udita la relazione svolta dal Consigliere E M M;udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale A V, che ha concluso chiedendo di dichiarare inammissibile il ricorso;udito il difensore, avv. R C, che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso. RITENUTO IN FATTO 1. Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Palermo ha confermato la condanna di R A per il reato di bancarotta fraudolenta documentale a lui ascritto in qualità di amministratore unico della "Deva s.r.l.", società dichiarata fallita il 20 luglio 2010;mentre, in ossequio alla sentenza della Corte costituzionale n. 222 del 2018, ha rideterminato la durata delle pene accessorie fallimentari. 2. Avverso la sentenza ricorre l'imputato, tramite il difensore, articolando quattro motivi di seguito enunciati nei limiti strettamente necessari per la motivazione. Con il primo denuncia, ai sensi dell'art. 606, comma 1, lett. d), cod. proc. pen., la mancata assunzione della testimonianza di G G. Con il secondo motivo deduce il "travisamento dei fatti" in ordine alla ritenuta sussistenza del reato contestato. Con il terzo si duole della mancata derubricazione della condotta nel reato di bancarotta semplice documentale. Con il quarto contesta il diniego delle circostanze attenuanti generiche e l'eccessività della pena. 3. Si è proceduto a discussione orale su richiesta del difensore.
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