CGCE, Conclusioni dell'avvocato generale della Corte, Mannesmann AG ed altri contro l'Alta Autorità della Comunità europea del Carbone e dell'Acciaio, 24/11/1959
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Testo completo
Conclusioni dell'avvocato generale
KARL ROEMER
24 novembre 1959
Traduzione dal tedesco
SOMMARIO
I — Introduzione |
1. Caratteristiche dell'oggetto dei ricorsi |
2. Particolarità processuali nella causa 4-59 |
3. Conclusioni delle parli e qualificazione dei mezzi d'impugnazione… |
4. Struttura e compili del sistema di perequazione per il rollarne |
5. Provvedimenti degli Stati in materia di commercio estero del rottame. . |
6. Stipulazione ed esecuzione dei contratti ili acquisto per il rottame … |
II — Se l'Alta Autorità a norma dell'art. 92 del Trattato C.E.C.A. avesse Il potere, dal punto di vista formale, di adottare le decisioni di cui trattasi |
1. Fondamento giuridico delle decisioni |
2. Potere di decidere questioni pregiudiziali di diritto privato |
3. Se la tutela giurisdizionale delle ricorrenti sia stata ingiustamente ristretta dall'adozione delle decisioni |
III — Se le decisioni dell'Alta Autorità siano adeguatamente motivate … |
IV — Se la pretesa di restituzione dell'Alta Autorità sia fondata dal punto di vista sostanziale |
1. Se, in base alla struttura giuridica ed alla applicazione pratica del sistema di perequazione, siano previste sovvenzioni di perequazione alle imprese |
2. Se il rottame, per il quale vennero prodotti i certificati olandesi, fosse perequatile |
3. Se le ricorrenti abbiano percepito delle sovvenzioni di perequazione . . |
a) Natura dei rapporti giuridici intercorrenti fra le ricorrenti, l'Ufficio comune ed i fornitori di rottame |
b) Se esistessero nella specie obbligazioni dalle quali le ricorrenti potessero essere liberate |
4. Se la pretesa di restituzione dell'Alta Autorità vada esclusa anche qualora ne sussistano i presupposti |
a) Revocabilità, nei diritti amministrativi degli Stati membri, degli atti amministrativi che recano vantaggio al destinatario. . |
b) Applicazione dei principi or detti alla fattispecie |
V — Conclusioni |
Signor Presidente, Signori giudici,
I — INTRODUZIONE
1. Caratteristiche dell'oggetto dei ricorsi
Nella lunga serie dei ricorsi relativi al rottame presentati a questa Corte ho oggi il compito di presentare le conclusioni in cause il cui oggetto principale non ha riscontro nelle controversie già da Voi decise. Mentre infatti le cause sulle quali Vi siete già pronunziati vertevano sull'obbligo di versare i contributi di perequazione, sui limiti di esso o sulla possibilità di esentarne determinati consumatori, nelle presenti cause deve essere presa in esame la contropartita di detto obbligo, cioè il diritto di percepire le sovvenzioni di perequazione.
Come Voi sapete, l'Alta Autorità, con una serie di decisioni — undici di numero — ha ingiunto ad imprese tedesche consumatrici di rottame di restituire determinate sovvenzioni di perequazione che sarebbero state loro versate indebitamente. Con dieci ricorsi — alla circostanza che undici decisioni siano state impugnate con dieci ricorsi dedicherò più avanti un breve cenno — le imprese interessate hanno impugnato detta ingiunzione chiedendo l'annullamento delle decisioni.
Gli argomenti da esse svolti — eccezion fatta per tre ricorsi nei quali una parte dell'esposizione è dedicata all'eccezione di compensazione — come pure le controdeduzioni dell'Alta Autorità, sono letteralmente uguali. Vi sono delle differenze materiali in fatto di quantità di rottame e di somme di danaro, le quali tuttavia non hanno alcuna rilevanza ai fini della valutazione giuridica.
Mi è perciò possibile procedere, in linea di massima, come se dovessi presentare conclusioni relative ad una sola causa.
Dal punto di vista processuale — legittimazione ad agire delle imprese, prove che esse sono adeguatamente rappresentate ed assistite, termini — non ho alcun rilievo da fare.
2. Particolarità processuali nella causa 4-59
Solo la causa 4-59 richiede osservazioni particolari. La peculiarità di questa, dal punto di vista processuale, consiste nel fatto che il ricorso è stato presentato dalla Mannesmann AG., mentre le decisioni dell'Alta Autorità impugnate sono due, dirette l'una alla Mannesmann Hüttenwerke AG. e l'altra alla Hahn'sche-Werke AG.
Dagli estratti dal Registro commerciale prodotti risulta che, il 15 dicembre 1958, con riferimento alla Hahnsche Werke AG. ed alla Mannesmann Hüttenwerke AG., nel Registro commerciale della Pretura di Duisbourg è stato annotato quanto segue :
Le imprese sopramenzionate sono state trasformate in modo che il loro patrimonio è stato devoluto alla principale azionista, Mannesmann AG.
La situazione giuridica che si è determinata in seguito a tali mutamenti deve essere accertata sulla scorta della legge tedesca relativa alla trasformazione delle società di capitali e delle cooperative (Gewerkschaften) minerarie, del 12 novembre 1956 ( 1 ) in particolare dei § § 1, 3, 5, 6, 8 e 15.
Da esse risulta :
Qualora il patrimonio di una società per azioni (Aktiengesellschaft = AG.) venga devoluto senza liquidazione vien meno la distinzione, abituale in caso di liquidazione di una società, fra scioglimento e cancellazione (Vollbeendigung). Quest'ultima viene dopo la liquidazione ed ha l'effetto di far cessare completamente l'esistenza di una società.
Con la registrazione della delibera di trasformazione la società per azioni si scioglie e cessa la sua ragione sociale. A partire da tale momento i suoi debiti gravano sulla società che le succede ed essa scompare come soggetto di diritti.
Perciò, al momento in cui vennero notificate le decisioni dell'Alta Autorità, cioè il 12 gennaio 1959, le destinatarie delle decisioni erano sciolte, le loro ragioni sociali erano cessate ed i loro debiti erano andati a gravare sulla Mannesmann AG.
Conseguentemente sorge la questione se la Mannesmann AG. possa impugnare le decisioni dell'Alta Autorità, oppure non abbia alcun interesse a farlo, dal momento che le decisioni non sono state adottate nei suoi confronti e non possono quindi dar luogo ad esecuzione forzata contro di essa, in quanto l'art. 92 del Trattato C.E.C.A. non consente l'esecuzione forzata contro il successore legale del destinatario di una decisione.
Nè l'Alta Autorità nè la ricorrente hanno accennato al problema. Dobbiamo perciò concluderne che la ricorrente intende riconoscere, dal punto di vista formale, che la decisione vale nei suoi confronti e che perciò non solleverà eccezioni di forma per quanto concerne le persone alle quali i provvedimenti sono stati notificati, ma desidera invece che venga sindacata la legittimità sostanziale del provvedimento dal momento che essa avrebbe dovuto comunque affrontare la questione, anche dopo un'eventuale rettifica della decisione da parte dell'Alta Autorità? In base al modo in cui si è svolto il procedimento la mia risposta deve essere affermativa.
In considerazione di ciò sarebbe un eccessivo formalismo dichiarare irricevibile il ricorso, col solo risultato che l'Alta Autorità adotterebbe una nuova decisione mutando solo l'intestatario e contro questa dovrebbe venir presentato un nuovo ricorso. A mio avviso il vizio in discorso non dovrebbe in alcun modo menomare la legittimazione ad agire di detta ricorrente.
3. Conclusioni delle parti e qualificazione dei mezzi d'impugnazione
Dopo queste osservazioni preliminari posso passare alle questioni di fatto e di diritto.
Voi ricordate senza dubbio le conclusioni delle parti.
I mezzi e gli argomenti delle parti sono stati esposti così esaurientemente nella relazione d'udienza che posso fare a meno di ripeterveli.
Permettetemi di ricapitolare per sommi capi. Dovrò esaminare :
a) | se l'Alta Autorità fosse competente ad emanare ingiunzioni di pagamento a norma dell'art. 92 del Trattato, vale a dire sotto forma di decisioni esecutorie; |
b) | se le decisioni dell'Alta Autorità, dal punto di vista formale, siano adeguatamente motivate; |
c) | se l'Alta Autorità con tali decisioni abbia violato il Trattato o dei principi giuridici generali ad esso connessi. |
Non intendo esporre a questo punto il contenuto delle singole disposizioni impugnate, bensì mi richiamo agli allegati dei ricorsi.
Mi sembra che in dette decisioni si faccia uso di termini i quali suggeriscono l'opportunità di far precedere alla trattazione alcune osservazioni relative al funzionamento del sistema di perequazione per il rottame, ai doveri dei partecipanti a tale sistema, ai provvedimenti accessori degli Stati ed infine alla stipulazione ed all'esecuzione in concreto dei contratti per l'acquisto di rottame all'estero.
4. Struttura e compiti del sistema di perequazione per il rottame
Poichè le relative decisioni generali dell'Alta Autorità Vi sono ben note, mi posso limitare ad alcuni accenni su punti di particolare interesse.
L'Alta Autorità all'inizio non ha provveduto direttamente all'esecuzione della perequazione, ma l'ha affidata ad un apposito consorzio obbligatorio, il quale agiva del resto sotto la sua responsabilità. Detto consorzio (insisto sul singolare) — così viene detto nelle decisioni ( 2 ) — viene amministrato dall'Ufficio comune dei consumatori di rottame e dalla Cassa, ambedue persone giuridiche di diritto belga, fondate nell'anno 1953 da 22 produttori di acciaio della Comunità.
All'interno del sistema di perequazione i compiti sono ripartiti fra la Cassa e l'Ufficio. Alla Cassa spettano, fra l'altro, compiti di diritto pubblico a Voi ben noti, cioè il determinare, su proposta dell'Ufficio, le quantità di rottame ammesse alla perequazione come pure le condizioni della perequazione stessa — fra le quali può essere compresa quella che il rottame importato venga impiegato in determinate zone della Comunità. Essa stabilisce anche il prezzo di importazione massimo ed il prezzo di perequazione.
Il compito dell'Ufficio — a parte il citato diritto di fare proposte — è di trattare, previo assenso della Cassa, gli acquisti per conto comune o anche di concludere contratti d'acquisto «pour le compte» (così il testo francese dell'art. 5 della decisione 14-55;
nel testo tedesco della