Consiglio di Stato, sez. VI, sentenza 2020-01-07, n. 202000096
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Pubblicato il 07/01/2020
N. 00096/2020REG.PROV.COLL.
N. 08553/2013 REG.RIC.
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Consiglio di Stato
in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)
ha pronunciato la presente
SENTENZA
sul ricorso numero di registro generale 8553 del 2013, proposto dalla signora Concetta D'Aromando, e per essa dagli eredi signori Giovanni D'Aromando e Stefano D'Aromando, rappresentati e difesi dall'avvocato F M, con domicilio digitale come da PEC da Registri di giustizia e domicilio eletto presso lo studio del difensore, in Roma, largo Nicola Spinelli n. 5;
contro
Roma Capitale, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentata e difesa dagli avvocati A M e U G, dell’Avvocatura Capitolina, domiciliataria
ex lege
in Roma, via del Tempio di Giove n.21;
per l’annullamento ovvero la riforma
della sentenza del TAR Lazio, sede di Roma, sezione I quater, 23 luglio 2013 n.7492, che ha respinto il ricorso n. 1347/2009 R.G. proposto per l’annullamento:
della determinazione 17 novembre 2008 n.2274, notificata il giorno 18 dicembre 2008, con cui il Dirigente dell’Unità organizzativa tecnica del Municipio XVI di Roma Capitale ha ingiunto a Concetta D’Aromando quale proprietaria la demolizione in quanto abusive per difformità dal permesso di costruire 24 febbraio 2006 n.166 di opere costituite da una serie di box e relativa piazzola di accesso su una superficie di 700 mq in via degli Estensi s.n.c. ma fronte civico 107, realizzati quanto al plateatico in cemento armato e alla gettata dei setti perimetrali di divisione e di contenimento;
Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;
Visto l'atto di costituzione in giudizio di Roma Capitale;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nell'udienza smaltimento del giorno 26 novembre 2019 il Cons. F G S e uditi per le parti gli avvocati Clemente, in delega di Mannucci e Camarda, in delega di Magnanelli e Garofoli;
ritenuto in fatto e considerato in diritto quanto segue:
- l’originaria ricorrente appellante era proprietaria di un terreno edificabile a Roma, in via degli Estensi, distinto al catasto al foglio 421 particella 3145, per il quale aveva ottenuto il permesso 24 febbraio 2005 n.166, relativo alla costruzione di un complesso residenziale (doc. 10 in I grado ricorrente appellante);
- successivamente, la stessa ricorrente appellante presentava una denuncia di inizio attività – DIA 3 aprile 2006 prot. n.75129 relativa ad alcune varianti in corso d’opera, in particolare, per quanto qui interessa, allo scopo di realizzare un’autorimessa interrata per un numero di veicoli non superiore a nove (doc. 9 in I grado ricorrente appellante, DIA citata, v. in particolare p. 3 in fine al § 5);
- il successivo 23 maggio 2006, personale del XVI Municipio eseguiva un sopralluogo sul cantiere, e riscontrava la realizzazione di lavori a suo dire difformi dai titoli rilasciati, ovvero di un “volume che il tecnico dell’impresa esecutrice ha dichiarato essere una serie di box e relativa piazzola di accesso”, descritti come costruiti solo in parte, perché “attualmente è già realizzato il plateatico in c.a. di box e piazzola e sono in fase conclusiva le gettate dei setti perimetrali di contenimento e di divisione fra un box e l’altro”. Ciò posto, il personale operante verbalizzava che “da rilievi sul posto si evince che i box avranno un’altezza interna superiore ai m.