Consiglio di Stato, sez. III, ordinanza cautelare 2016-01-28, n. 201600301

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Sul provvedimento

Citazione :
Consiglio di Stato, sez. III, ordinanza cautelare 2016-01-28, n. 201600301
Giurisdizione : Consiglio di Stato
Numero : 201600301
Data del deposito : 28 gennaio 2016
Fonte ufficiale :

Testo completo

N. 08436/2015 REG.RIC.

N. 00301/2016 REG.PROV.CAU.

N. 08436/2015 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Terza)

ha pronunciato la presente

ORDINANZA

sul ricorso numero di registro generale 8436 del 2015, proposto da:


J Z, rappresentato e difeso dall'avv. M F, con domicilio eletto presso Segreteria Sezionale Cds in Roma, piazza Capo di Ferro, 13;


contro

Ministero dell'Interno, rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura generale dello Stato, domiciliata in Roma, Via dei Portoghesi, 12;

per la riforma

dell' ordinanza cautelare del T.A.R. EMILIA-ROMAGNA - SEZ. STACCATA DI PARMA: SEZIONE I n. 00164/2015, resa tra le parti, concernente revoca del permesso di soggiorno CE di cui al decreto Questore di Reggio Emilia del 4.5.2015


Visto l'art. 62 cod. proc. amm;

Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;

Visti tutti gli atti della causa;

Visto l'atto di costituzione in giudizio di Ministero dell'Interno;

Vista la impugnata ordinanza cautelare del Tribunale amministrativo regionale di reiezione della domanda cautelare presentata dalla parte ricorrente in primo grado;

Viste le ordinanze istruttorie n.4998/2015 e n.5414/2015 con cui questa Sezione ha chiesto documenti alla Questura di Reggio Emilia che risposto con nota del 16.11.2015;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 28 gennaio 2016 il Cons. Lydia Ada Orsola Spiezia e per le parti nessuno presente;


Vista la documentazione acquisita con istruttoria dalla Questura di Reggio Emilia;

Considerato che dall’appello non sono emersi elementi che inducano questo collegio a discostarsi dalle conclusioni dell’ordinanza impugnata;

Ritenuto che, nonostante l’appellante sia in Italia da più di 20 anni con la moglie, cittadina cinese, ed i 3 figli, nati in Italia, tuttavia il medesimo ha tenuto reiterati comportamenti in grave contrasto con le regole che presiedono all’ordinata convivenza nel contesto socioeconomico in cui vive e svolge la sua attività di ristorazione a Carpi;

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