Consiglio di Stato, sez. III, sentenza 2024-04-29, n. 202403864

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Sul provvedimento

Citazione :
Consiglio di Stato, sez. III, sentenza 2024-04-29, n. 202403864
Giurisdizione : Consiglio di Stato
Numero : 202403864
Data del deposito : 29 aprile 2024
Fonte ufficiale :

Testo completo

Pubblicato il 29/04/2024

N. 03864/2024REG.PROV.COLL.

N. 06299/2021 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Terza)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 6299 del 2021, proposto da
Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro - INAIL, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Andrea Rossi, Letizia Crippa, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;



contro

DI TE di DI NO e NC S.n.c., non costituita in giudizio;



nei confronti

De CA IO Eredi S.n.c. di De CA NI e C., non costituita in giudizio;



per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la DIa sezione staccata di Brescia (Sezione Seconda) n. 46/2021, resa tra le parti;

Visti il ricorso in appello ed i relativi allegati;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nell'udienza pubblica del giorno 18 aprile 2024 il Cons. Raffaello Scarpato;

Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.



FATTO e DIRITTO

1. Con l’Avviso Pubblico ISI 2017, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 dicembre 2017, l’INAIL ha indetto una procedura diretta al finanziamento delle imprese che intendessero eseguire interventi in materia di salute e sicurezza sul lavoro, in attuazione dell’art. 11 comma 5 del Dlgs. 9 aprile 2008 n. 81.

2. La Società DI TE, esercente l’attività di lavori con macchine agricole per conto terzi, ha partecipato alla procedura, chiedendo la concessione di un finanziamento di € 89.050,00 - tipologia di intervento d), Allegato 1 all’Avviso ISI 2017 – in relazione ad un progetto volto alla riduzione del rischio derivante da vibrazioni meccaniche, tramite l’acquisto di un escavatore gommato Case WX 148 in sostituzione di un altro escavatore gommato Fiat Hitachi 137 WT, immesso sul mercato nel 2001

3. La società è stata ammessa alla procedura ed ha inviato all’INAIL i documenti richiesti dall'Avviso pubblico, comprovanti il raggiungimento del punteggio soglia.

4. All’esito dell’istruttoria, l’INAIL ha respinto la domanda di finanziamento, rilevando, tra l’altro, il mancato superamento della fase di verifica prevista dall'articolo 19 dell'Avviso pubblico, in quanto il macchinario da sostituire non presentava valori di emissione vibratoria – così come dichiarati dal fabbricante - superiori al valore di azione di cui all’art. 201 del d.lgs. n. 81 del 2008, pari a 0.5 m/s2 per le vibrazioni al corpo intero.

5. La società ha impugnato il diniego dinanzi al T.a.r. per la DIa, Sez. staccata di Brescia, deducendo che la valutazione del rischio da emissione vibratoria da prendere in considerazione ai fini dell’ammissione al finanziamento dovesse essere quella risultante dal Documento di Valutazione dei Rischi, come effettuata “in campo” mediante rilievi strumentali, e non quella dichiarata dal fabbricante, riferita alle macchine in condizioni “nuove di fabbrica” e, peraltro, non supportata da basi metodologiche certe, oltre che non aggiornata rispetto allo stato di utilizzo e di usura delle macchine.

6. A fondamento delle proprie asserzioni, la ricorrente ha evidenziato che lo scopo del finanziamento sarebbe stato quello di mitigare il rischio effettivo, e non quello teorico, derivante dall’uso del macchinario da sostituire e che l’ammissibilità della misurazione in concreto delle vibrazioni meccaniche emergerebbe chiaramente dall’art. 202 commi 1 e 2 del d.lgs. n. 81/2008.

7. Il T.a.r. ha accolto il ricorso, ritenendo che il valore di emissione vibratoria da prendere in considerazione per l’ammissione al finanziamento dovesse essere quello misurato in concreto e riportato nel documento di valutazione dei rischi aziendali - come sostenuto dalla ricorrente – piuttosto che quello dichiarato dal fabbricante, come sostenuto dall’INAIL.

A parere del primo giudice, infatti, il documento di valutazione dei rischi aziendali è lo strumento concretamente atto a monitorare l’esposizione dei lavoratori al rischio di vibrazioni, con funzioni di presupposto ineludibile per stabilire l’efficacia degli investimenti diretti a ridurre il suddetto rischio.

Pertanto, il T.a.r. ha ritenuto che la disposizione di cui al punto 3-d dell’allegato 1 all’Avviso Pubblico ISI 2017, che prescriveva l’indicazione mediante perizia giurata dei parametri di emissione vibratoria dichiarati dal fabbricante, non poteva costituire

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