TAR Cagliari, sez. I, sentenza 2020-02-13, n. 202000092

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Sul provvedimento

Citazione :
TAR Cagliari, sez. I, sentenza 2020-02-13, n. 202000092
Giurisdizione : Tribunale amministrativo regionale - Cagliari
Numero : 202000092
Data del deposito : 13 febbraio 2020
Fonte ufficiale :

Testo completo

Pubblicato il 13/02/2020

N. 00092/2020 REG.PROV.COLL.

N. 00253/2019 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sardegna

(Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 253 del 2019, proposto da:
-OMISSIS- -OMISSIS-, rappresentato e difeso dall'avvocato G L, con domicilio digitale come da P.E.C. da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Macomer, via Luserna;

contro

Ministero della Difesa, Economia e Finanze - Comitato di Verifica per Le Cause di Servizio, 151° Reggimento Fanteria “-OMISSIS-”, in persona del legale rappresentante pro tempore , rappresentati e difesi dall'Avvocatura Distrettuale dello Stato di Cagliari, ivi domiciliataria per legge in via Dante n. 23/25;

per l'annullamento, previa sospensione dell’efficacia:

1) del decreto n. 146/N. Pos. n. 650815/SSB, emesso in data 17 aprile 2018 dal Ministero della Difesa, Direzione Generale della Previdenza Militare e della Leva, II Reparto Speciali Benefici, notificato in data 9 gennaio 2019, cui è stata a respinta la domanda per il riconoscimento della causa di servizio proposta dal ricorrente e per la concessione dei benefici previsti dal d.p.r. n. 243/06;

2) del parere n. 708172016 reso dal Comitato di Verifica per le Cause di Servizio nell'adunanza n. 97 del 15.12.2016, non notificato, con il quale si è ritenuto che l'infermità sofferta non dipende da fatti di servizio e non è riconducibile alle particolari condizioni ambientali ed operative di missione;

3) del parere n. 887542017, reso dal Comitato di Verifica per le Cause di Servizio nell'adunanza n. 1099 del 3 aprile 2018 -all'esito del riesame richiesto dalla stessa Amministrazione della Difesa- con cui è stato confermato il precedente parere negativo;

4) del verbale della Commissione ospedaliera di Cagliari n. ACMO16362 del 2/03/2016.

Visti il ricorso e i relativi allegati.

Visti gli atti di costituzione in giudizio del Ministero della Difesa, del Ministero dell’Economia e Finanze - Comitato di Verifica per le Cause di Servizio e del 151° Reggimento Fanteria “-OMISSIS-”.

Visti tutti gli atti della causa.

Relatore nell'udienza pubblica del giorno 22 gennaio 2020 il dott. Antonio Plaisant e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale.

Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.

FATTO



1. Il ricorrente, sergente maggiore dell’Esercito attualmente in servizio presso il 151° Fanteria “-OMISSIS-”, con sede in Cagliari, espone quanto segue.

Dopo avere svolto, dal 1996 al 2004, funzioni di “Fuciliere assaltatore”, dall’anno 2005 sino a tutt’oggi ricopre l'incarico di “Tecnico Elettronico di Telecomunicazioni (TLC)”.

Ha partecipato a numerose missioni militari, sia in Italia che all'estero, in particolare: - dal 12 ottobre 1996 all’1 febbraio 1997 alla Missione Stabilisation Force - SFOR1 Nato Bosnia ed Erzegovina , con l’incarico di Fuciliere;
- dal 4 marzo 1999 al 13 maggio 1999 alla Missione ITALFOR (costant Forge) Bosnia ed Erzegovina , con l’incarico di Fuciliere;
- dal 19 gennaio 2000 al 16 maggio 2000 alla Missione Kosovo Force (Nato Mission) Joint Guardian, Bosnia ed Erzegovina , con l’incarico di Fuciliere;
dal 13 marzo 2001 al 17 luglio 2001 alla Missione Stabilisation Force (Nato Mission) Joint Force, Bosnia ed Erzegovina , con incarico di Fuciliere;
- dal 31 maggio 2002 al 2 ottobre 2002 alla Missione Kosovo Force (Nato Mission), con l’incarico di Fuciliere);
- dal 5 agosto 2003 al 26 gennaio 2004 alla Missione Decisive Endeavor, Jugosalvia, con l’incarico di Fuciliere;
- dal 2 ottobre 2009 al 12 aprile 2010, alla Missione International Security Assistance Force Afghanistan , con l’incarico di Tecnico di laboratorio;
- dal 31 agosto 2011 al 31 marzo 2012 alla Missione International Mission ISAF (RC-W Herat) Afghanistan, con l’incarico di Tecnico di laboratorio;
inoltre ha partecipato a diversi “campi d'arma” per le esercitazioni con armi da fuoco e a diverse missioni nel territorio nazionale, quali Vespri Siciliani e le operazioni Domino e Strade Sicure .

In occasione delle predette operazioni militari l'Amministrazione della Difesa gli ha imposto le seguenti vaccinazioni: - 14/2/1996 - 8/2/2006 - 29/6/2011: Antimeningococcica;
- 23/2/1996: Antitetano-difterica 1°;
- Antiepatite A;
- 23/9/1996: Antitetano 2°;
19/12/96 e 19-21-23/01/1996: Antitifoidea;
- 1/09/2009: Antitetanico-difterica;
- 1/09/2009 e 24-26-28-30/03/2014: Antitifoidea orale;
- 9/03/1999-16/04/1999-2/03/2000-1/09/2009: Antipolio iniettabile;
- 12/01/2000-17/07/2000 - 4/07/2011: Antiepatite A;
- 6/09/1996-3/10/1996/6/03/1997-28/06/2011: Antiepatite B;
- 15/12/2011- 22/01/2014: Antifluenzale.

Sino al 2004, in qualità di Fuciliere Assaltatore, egli ha dovuto operare “Equipaggiato con armamento individuale e/o con armi di reparto (mitragliatrici pesanti, armi anticarro) destinato allo svolgimento di ogni attività militare sui generis (assalto ed attacco di postazioni nemiche, difesa di posizioni, manovre di avvolgimento) e di tutte le attività che coinvolgono specificatamente la fanteria, comprese quelle di pattugliamento, sorveglianza, difesa di strutture ”.

Il ricorrente ha ricordato inoltre che, nel corso delle otto missioni all'estero, della durata media di quattro-sei mesi, ha svolto attività di pattugliamento di medio-lungo raggio, in territori e centri urbani rasi al suolo dai bombardamenti e contaminati da esalazioni, venendo a contatto con rifiuti tossici derivanti dalla combustione ed ossidazione dei metalli pesanti causati dall'impatto e dall'esplosione delle munizioni utilizzate per le operazioni belliche;
negli stessi periodi ha dovuto alloggiare all'interno di edifici dismessi costruiti con materiali di amianto e in pessime condizioni igienico-sanitarie, nonché privo di idoneo abbigliamento protettivo e delle attrezzature necessarie a evitare il contatto e l'inalazione di sostanze nocive e agenti radioattivi;
ha aggiunto poi di essere stato sottoposto a “disagi alimentari” (razione K) e ambientali, in territori interessati dall’utilizzo di armi e munizionamenti tossici come l'uranio impoverito, e dovendo, altresì, ingerire, in plurime occasioni, acqua contaminata, come accertato dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta istituita per indagare sulle cause delle patologie verificatesi tra militari reduci dalla Guerra dei Balcani, in relazione alla quale si è sviluppata la c.d. “sindrome dei Balcani”, espressione che individua riassuntivamente le numerose patologie tumorali accusate da molti militari, non solo italiani, reduci dalla Guerra del Golfo.

Nel periodo successivo, e sino al 2014, inoltre, operando quale Tecnico di laboratorio radio, il ricorrente si è occupato della “riparazione e manutenzione di tutti gli apparati radio in dotazione del Reggimento “-OMISSIS-”, nonché la gestione del magazzino radio” : il personale addetto a tali incombenti si è trovato esposto ai campi elettromagnetici creati dagli apparecchi radio ad alta frequenza presenti in loco, operando, altresì, a diretto contatto con grandi stoccaggi di batterie al cadmio, piombo, nichel, litio, e altre sostanze nocive;
inoltre all'interno il Laboratorio radio presente all’interno del Reggimento e il relativo magazzino, nonostante ciò fosse vietato dalle norme vigenti, sono sempre stati attigui;
le attività di riparazione e manutenzione sono state svolte senza idonea protezione personale e in un ambiente ristretto, privo di finestre e sistemi di areazione automatici.

Condizioni ancora più gravose caratterizzavano lo svolgimento delle mansioni tecniche nel corso delle missioni all’estero, ove il ricorrente si è occupato di organizzare il trasporto degli apparati radio, della loro sistemazione all'interno dei mezzi militari, nonché del successivo assemblaggio e messa in funzione una volta giunti a destinazione: in queste occasioni tutti gli apparati, comprese le batterie e le scorte di magazzino, venivano spesso collocati all'interno degli stessi spazi (a volte anche piccoli container privi di areazione) ove alloggiava il personale durante la notte.



2. Sin dal 2005 il ricorrente è stato sottoposto dall’Amministrazione della Difesa allo stretto regime di sorveglianza sanitaria previsto per i lavoratori a rischio, in quanto -come risulta dalla dichiarazione resa in data 21 giugno 2016 dal Comandante del 151° RGT, Servizio di Prevenzione e Protezione- “esposto a fattori di rischio da movimentazione manuale di carichi, esposizione diretta a campi elettromagnetici ed in maniera diretta al contatto con oli minerali, loro componenti e derivati, come previsto dall'art. 41 del Dlgs 9/04/2008, dall'anno 2005 in qualità di Tecnico Elettronico TLC presso il laboratorio e magazzino del 151° RGT F. -OMISSIS-” .

Tutta l'attività sopra descritta, ha aggiunto, risulta dal suo Foglio Matricolare.



3. Nel mese di novembre 2009, nel corso della sua settima missione, mentre si trovava in servizio notturno a Bala Morghab-Herat, il ricorrente ha accusato forti dolori a entrambe le orecchie e, dopo qualche giorno, i medici dell’infermeria, privi della strumentazione necessaria per svolgere più approfonditi accertamenti, lo hanno dimesso con diagnosi di “otite bilaterale” ;
tuttavia dopo pochi giorni, avendo accusato un rigonfiamento e una profonda ferita purulenta nella parte posteriore dell’orecchio destro, il ricorrente è stato visitato presso l’infermeria del contingente spagnolo, ma i sanitari operanti, ugualmente sprovvisti di ecografo, hanno confermato la diagnosi di otite, prescrivendo una terapia antibiotica. Nonostante il perdurare della sintomatologia, il ricorrente è stato giudicato idoneo al servizio e ha quindi portato a termine la missione, conclusa con il rientro in Italia a maggio 2010, quando l’interessato ancora presentava il doloroso rigonfiamento all’orecchio destro.

A quel punto egli si è sottoposto ad accertamenti specialistici presso gli ospedali Brotzu e San Giovanni di Dio a Cagliari, all’esito dei quali il Reggimento ha disposto il suo ricovero presso l’Ospedale Militare Celio di Roma, una prima volta l’11 agosto 2010 e una seconda volta il 25 agosto dello stesso anno;
all’esito dei relativi accertamenti gli specialisti dell’Ospedale Militare hanno diagnosticato “formazioni linfonodali colliquate o di tumore di Whartin” .

A seguito di successiva visita presso il reparto Otorinolaringoiatria dell’Ospedale San Giovanni di Dio a Cagliari, il prof. Proto -vista la gravità della patologia e il tempo trascorso dalla sua insorgenza-ha prescritto l’immediata asportazione del tumore, senza neppure attendere gli esiti dell’esame istologico;
pertanto l’interessato, in data 19 settembre 2010 (all’età di 34 anni), è stato sottoposto all’intervento chirurgico d’urgenza per l’asportazione del tumore e con esso, dell’intera ghiandola parotidea sovranueurale destra. Poco tempo dopo l’intervento sono ricomparsi alcuni linfonodi multipli, in prossimità di entrambe le orecchie, costringendo il ricorrente a sottoporsi ogni sei mesi a esami ecografici e oncologici per monitorarne forma e dimensioni;
inoltre l’asportazione della più grande delle ghiandole salivari gli ha cagionato disturbi alla masticazione, alla deglutizione, alla digestione (per carenza di salivazione), nevralgie del nervo cranico, disturbi uditivi e di altro genere, tanto che recentemente è sopravvenuto un importante calo d’udito all’orecchio destro, accertato dalla stessa Amministrazione in sede di appositi controlli medici.

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