TAR Roma, sez. V, sentenza 2023-05-19, n. 202308613

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Sul provvedimento

Citazione :
TAR Roma, sez. V, sentenza 2023-05-19, n. 202308613
Giurisdizione : Tribunale amministrativo regionale - Roma
Numero : 202308613
Data del deposito : 19 maggio 2023
Fonte ufficiale :

Testo completo

Pubblicato il 19/05/2023

N. 08613/2023 REG.PROV.COLL.

N. 06946/2020 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il AZ

(Sezione Quinta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 6946 del 2020, proposto da
-OMISSIS-, rappresentato e difeso dagli avvocati Angelo Annibali, Andrea Ruffini, Marco Orlando, Matteo Valente, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio Marco Orlando in Roma, via Sistina n. 48;



contro

Ministero della Giustizia, in persona del Ministro in carica , rappresentato e difeso dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria ex lege in Roma, via dei Portoghesi, 12;
Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, in persona del Capo del Dipartimento pro tempore , non costituito come tale in giudizio;
Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria - Direzione Generale del personale e delle risorse, in persona del Direttore pro tempore , non costituito come tale in giudizio;



per l'accertamento e la declaratoria

della condotta illecita posta in essere dalle suindicate Amministrazioni nei confronti del Generale -OMISSIS- inerente il suo demansionamento e la sua dequalificazione, in violazione delle norme previste in materia di pubblico impiego contrattualizzato, nonché di quelle espressamente previste per la carriera dirigenziale penitenziaria;

e per l'accertamento

del diritto del Generale -OMISSIS- al risarcimento dei danni subiti in ragione di tale condotta, con particolare riferimento al danno patrimoniale per dequalificazione, demansionamento e perdita di chance.

Visti il ricorso e i relativi allegati;

Visto l'atto di costituzione in giudizio di Ministero della Giustizia;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nell'udienza pubblica del giorno 19 aprile 2023 la dott.ssa Virginia Arata e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.



FATTO e DIRITTO

Con ricorso depositato il 10 settembre 2020 e ritualmente notificato l’odierno ricorrente ha agito per l’accertamento dell’illegittimità della condotta serbata dall’Amministrazione resistente e per la conseguente condanna al risarcimento dei danni subiti.

Si è costituita in giudizio l’Amministrazione controdeducendo quanto sostenuto nell’atto introduttivo e depositando documentazione.

All’udienza del 19 aprile 2023 la causa è stata trattenuta in decisione.

Il ricorso è infondato e non può trovare accoglimento.

Il ricorrente, in qualità di Generale di Brigata della Polizia penitenziaria, lamenta che a far data dalla sua nomina a LO – corrispondente alla qualifica di Dirigente penitenziario e a Primo Dirigente della Polizia di Stato – avvenuta in data 4 novembre 2009 e notificata il 12 marzo 2010, è stato posto in uno stato di totale inattività, non essendogli mai state conferite quelle mansioni dirigenziali che gli sarebbero spettate, stante la disciplina applicabile ai ruoli ad esaurimento degli Ufficiali del disciolto Corpo degli Agenti di custodia, rispetto ai quali l’art. 25, comma 6, della l. n. 395/1990 ha disposto il conferimento delle funzioni e degli obblighi dei dirigenti dell’Amministrazione penitenziaria.

Nella specie, l’amministrazione avrebbe negato qualsiasi

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