TAR Milano, sez. I, sentenza 2011-09-14, n. 201102210

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Sul provvedimento

Citazione :
TAR Milano, sez. I, sentenza 2011-09-14, n. 201102210
Giurisdizione : Tribunale amministrativo regionale - Milano
Numero : 201102210
Data del deposito : 14 settembre 2011
Fonte ufficiale :

Testo completo

N. 02262/2009 REG.RIC.

N. 02210/2011 REG.PROV.COLL.

N. 02262/2009 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia

(Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 2262 del 2009, integrato da motivi aggiunti, proposto da:
Co.Tra.Po. Consorzio Stabile, rappresentato e difeso dall'avv. M Z, con domicilio eletto in Milano, Via Dante, 16

contro

Poste Italiane, rappresentato e difeso dagli avv. M F, M F, con domicilio eletto in Milano presso Francesco Pensato, Via Brera 5

nei confronti di

Geddo Paolo e Geddo Roberto S.n.c.;
S.Mart'S Società Martina S.r.l., rappresentata e difesa dagli avv. G C, L F, L C, con domicilio eletto in Milano, via S. Barnaba 32;
Consorzio Cooperative Co.La.Coop., rappresentato e difeso dagli avv. F C, L F, A P, con domicilio eletto in Milano presso Alfredo Sarli, Corso Europa, 14;
Consorzio Stabile Domus, rappresentato e difeso dagli avv. Francesco Pezzolla, Luigi Bosco, con domicilio eletto in Milano presso Oreste Premoli, P.zza Virgilio 4;
Alfiera 2001 - Soc. Coop. Scarl, rappresentata e difesa dall'avv. Marzia Alessandra Lupi, con domicilio eletto in Milano, c/o segreteria T.A.R.

per l'annullamento

-del provvedimento con cui Poste Italiane ha preteso di aggiudicare alle Società controinteressate il “servizio di trasporto dei prodotti postali e servizi accessori nell’ambito territoriale delle province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Monza, Pavia, Sondrio e Varese”, suddiviso in n. 22 lotti;

-di ogni altro atto ad esso preordinato, presupposto, connesso e/o consequenziale, con particolare riferimento a:

a) i provvedimenti, successivi all’aggiudicazione, con cui Poste Italiane ha preteso di modificare le modalità di espletamento del servizio rispetto alle condizioni poste a base di gara, in particolare dall’Allegato A del Capitolato Speciale d’Oneri;

b) la totalità dei verbali di gara (ivi inclusi quelli con i quali Poste Italiane ha accolto le giustificazioni presentate dalle società aggiudicatarie, relative all’anomalia dell’offerta presentata, aggiudicando loro l’appalto);

c) gli artt. 1 e 2, dell’Allegato G, del Capitolato speciale d’oneri, nonché degli artt. 1 e 2 delle Disposizioni Contrattuali di riferimento, e infine degli art. 8 e 9 del Capitolato Tecnico, ove interpretati nel senso di consentire che la Stazione appaltante, a suo insindacabile giudizio, potesse modificare il Servizio oggetto dell’appalto prima del suo avvio;
nonché dell’art. 5 della Lettera d’invito con cui si è prevista una particolare disciplina per il calcolo dell’anomalia.

Visti il ricorso, i motivi aggiunti e i relativi allegati;

Visti gli atti di costituzione in giudizio di Poste Italiane e di S.Mart'S Società Martina S.r.l. e di Consorzio Cooperative Co.La.Coop. e di Consorzio Stabile Domus e di Alfiera 2001 - Soc. Coop. Scarl;

Viste le memorie difensive;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nell'udienza pubblica del giorno 8 giugno 2011 il dott. M B e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.

FATTO e DIRITTO

La ricorrente è società attiva nel settore del trasporto pubblico ed ha gestito fino a tempi recenti il servizio di trasporto dei prodotti postali nell’ambito delle Province lombarde.

Con lettera di invito del 19 marzo 2009, Poste italiane ha avviato una procedura concorsuale ai fini dell’aggiudicazione di un accordo quadro (art. 222 del D.Lgs. n. 163 del 2006), avente ad oggetto tale ultimo servizio, suddiviso in 22 lotti: ciascun lotto si ripartisce nelle linee di servizio, caratterizzate dal percorso, dalla frequenza, dalla tipologia dei veicolo da impiegare. In particolare, tra i mezzi di trasporto richiesti, sono stati inseriti veicoli descritti dall’All. 11 (d’ora in poi, semplicemente, All. 11), aventi una portata di significative dimensioni.

La ricorrente ha partecipato alla gara con riferimento soltanto a taluni lotti, di nessuno dei quali è divenuta aggiudicataria, ritenendo, secondo quanto riferito in ricorso, eccessivamente gravoso il peso economico imposto, negli altri lotti, dalla necessità di reperire i veicoli di cui all’All. 11.

Con ricorso ritualmente notificato e depositato, essa ha impugnato: a) i provvedimenti di aggiudicazione dei servizi;
b) i provvedimenti modificativi delle condizioni dell’appalto;
c) i verbali di gara;
d) gli artt. 1 e 2 del capitolato speciale e delle disposizioni contrattuali, nonché gli artt. 8 e 9 del capitolato tecnico e l’art. 5 della lettera di invito, chiedendone l’annullamento, e formulando domanda risarcitoria.

L’assunto da cui muove il ricorso è il seguente: a seguito dell’aggiudicazione, e prima ancora di consegnare i cosiddetti “buoni servizio”, con cui esso è attivato tramite specifica dettagliata degli estremi, Poste italiane vi avrebbe introdotto modifiche tali, da far ipotizzare che la procedura di gara sarebbe stata “abbandonata”, e che, conseguentemente, i servizi in effetti attivati sarebbero del tutto nuovi rispetto a quelli sottoposti alla gara: essi, pertanto, sarebbero stati in realtà affidati in difetto delle necessaria e preventiva procedura concorsuale, concretando un grave vizio di legittimità.

Le modifiche, nello specifico, avrebbero interessato proprio la tipologia dei veicoli richiesti, giacché i veicoli di cui all’All. 11 sarebbero stati sostituiti da mezzi più leggeri, con l’effetto che la ricorrente, potendolo sapere in anticipo, avrebbe senz’altro partecipato alla gara, con chance di aggiudicarsela. Ove, quindi, il Tribunale non si dovesse indurre ad annullare gli atti impugnati, sarebbe fondata la domanda risarcitoria, in riferimento alla perdita di tale chance.

Tale conclusione esaurisce il primo, e principale, motivo di ricorso (motivo a) fondato sulla violazione degli art. 2 e 11 del D.Lgs. n. 163 del 2006, con riferimento anche ai principi comunitari in materia di gare pubbliche, e sulla violazione del capitolato speciale. Simile motivo è stato successivamente coltivato con tre ricorsi per motivi aggiunti, che sono stati via via proposti nelle more del giudizio, al fine di aggredire gli “ulteriori singoli affidamenti ai controinteressati di servizi, siccome diversi da quelli risultanti dagli accordo-quadro” (con l’eccezione dei primi motivi aggiunti, ove tale precisazione manca). In ogni caso, anche con riferimento al primo ricorso recante motivi aggiunti, fin d’ora va escluso che la ricorrente abbia inammissibilmente introdotto nuove, tardive censure, come eccepito da controparte, poiché, pur richiamando altre disposizioni normative rilevanti (art. 14 dir. 17/2004/CE;
artt. 221 e 222 del D.Lgs. 163/06) la doglianza appena descritta rimane del tutto immutata nei suoi elementi costitutivi, in fatto e in diritto.

Va aggiunto che solo a seguito di ordinanza di questo Tribunale Ente Poste ha posto a disposizione i documenti di cui la ricorrente necessitava per articolare compiutamente le proprie censure: mediante i ricorsi per motivi aggiunti la ricorrente ha potuto così specificare, lotto per lotto, quali modifiche sostanziali fossero intervenute, a suo parere, tra i servizi oggetto dell’accordo quadro ed i servizi effettivamente aggiudicati. Il ricorso non è dunque né ipotetico, né generico.

Una seconda doglianza (motivo b) concerne la pretesa anomalia delle offerte risultate vincitrici, in relazione all’art. 86 del D.Lgs. n. 163/06. A propria volta, essa è stata ampiamente sviluppata in tutti i tre ricorsi per motivi aggiunti.

Con il secondo ricorso per motivi aggiunti, infine, sono state introdotte ulteriori contestazioni, in ordine a pretese “modifiche qualitative” conseguenti all’”affidamento del servizio con veicoli non conformi”: benché introdotto in seno al motivo a), in tal modo si lamenta che le imprese aggiudicatarie non avrebbero adempiuto agli obblighi contrattuali, impiegando ai fini del servizio veicoli inidonei, alla luce delle verifiche disposte dallo stesso Ente Poste: si tratta, dunque, di una nuova censura (motivo c).



2.Si sono costituite Poste italiane e le controinteressate S. Mart’s società Martina S.r.l., Consorzio Stabile Domus, C.D.C. S.r.l., Consorzio laziale Cooperative CO.LA.COOP, Consorzio Stabile CISP, Alfiera 2001 Soc. Coop. a r.l., chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile e nel merito infondato.

È inammissibile, tra le eccezioni preliminari, quella di difetto di competenza territoriale di questo Tribunale, a favore del TAR Lazio, poiché non è stato proposto il regolamento di competenza ex art. 31 della L. n. 1034 del 1971, applicabile ratione temporis alla fattispecie.

Le eccezioni di inammissibilità si basano anzitutto sulla tardività del ricorso, poiché la ricorrente avrebbe dovuto impugnare nei termini il bando, ove ritenuto lesivo della facoltà di partecipare alla procedura;
poi, sulla carenza di interesse, giacché sarebbe incontestato che in nessuno dei lotti per cui ha concorso la ricorrente potrebbe vantare pretese all’aggiudicazione, essendo le relative offerte collocate in graduatoria dopo numerose altre, di cui non si è dedotta l’anomalia (con l’effetto che, se anche si dovessero escludere le aggiudicatarie, la ricorrente non potrebbe ambire all’appalto).

Tale ultima conclusione varrebbe, a maggior ragione, in riferimento ai lotti per i quali la ricorrente ha rinunciato a partecipare.

Nel merito, si osserva che Poste italiane si sarebbe limitata ad esercitare lo ius variandi specificamente previsto nel capitolato speciale d’oneri all’art. 2, ove è stabilito che i quantitativi oggetto di aggiudicazione non sono impegnativi e potranno subire variazioni in ragione delle effettive esigenze dell’ente appaltante. Gli artt. 8 e 9 del capitolato tecnico precisano, poi, che è consentita a Poste italiane “in corso di validità del buono di consegna” una “variazione delle prestazioni contrattuali” cui “l’impresa è tenuta” ad assoggettarsi, “nei limiti del più o meno 20% del valore del buono stesso, con contestuale adeguamento economico”. L’art.

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