TAR Palermo, sez. V, sentenza 2024-06-27, n. 202402081
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Testo completo
Pubblicato il 27/06/2024
N. 02081/2024 REG.PROV.COLL.
N. 01682/2019 REG.RIC.
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia
(Sezione Quinta)
ha pronunciato la presente
SENTENZA
sul ricorso numero di registro generale 1682 del 2019, proposto da
-OMISSIS-, rappresentato e difeso dall'avvocato G L, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;
contro
Ministero della Giustizia, in persona del legale rappresentante pro tempore , rappresentato e difeso dall'Avvocatura distrettuale dello Stato di Palermo, domiciliataria ex lege in Palermo, via Mariano Stabile n. 182 e con domicilio digitale come da PEC da Registri Giustizia;
per l'annullamento
- del decreto n. -OMISSIS- del 10 maggio 2019 di protocollo, notificato il 16 maggio 2019, con cui il Provveditore Regionale di Palermo ha inflitto al ricorrente la sanzione disciplinare della “ Pena Pecuniaria ” nella misura di 5/30 di una mensilità dello stipendio e degli altri assegni a carattere fisso e continuativo ai sensi dell'art. 17 del d.lgs. n. 449/92;
- di tutti gli atti comunque presupposti, connessi e conseguenti a detto provvedimento.
Visti il ricorso e i relativi allegati;
Visto l'atto di costituzione in giudizio del Ministero della Giustizia;
Visti tutti gli atti della causa;
Visto l'art. 87, comma 4-bis, cod.proc.amm.;
Relatore all'udienza straordinaria di smaltimento dell'arretrato del giorno 17 maggio 2024, tenutasi in collegamento da remoto, il dott. Roberto Valenti e udita l’Avvocatura distrettuale dello Stato di Palermo, come specificato nel verbale;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.
FATTO e DIRITTO
Il ricorrente, appartenente alla Polizia Penitenziaria, ha impugnato il provvedimento con cui l’Amministrazione ha irrogato la sanzione disciplinare della pena pecuniaria con detrazione di 5/30 dello stipendio mensile.
In punto di fatto rappresenta che tra le date del 14 giugno e del 16 giugno del 2018 sul profilo Facebook di -OMISSIS-, si leggevano dei “post”, in cui si sarebbe fatto riferimento ad episodi che si erano verificati all’interno dell’Istituto (conosciuti in ragione del proprio ufficio) e che sarebbero stati divulgati su un profilo, aperto a tutti, con termini irridenti e sarcastici che fornivano all’esterno,