TAR Roma, sez. 2Q, sentenza 2016-12-30, n. 201612890

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Sul provvedimento

Citazione :
TAR Roma, sez. 2Q, sentenza 2016-12-30, n. 201612890
Giurisdizione : Tribunale amministrativo regionale - Roma
Numero : 201612890
Data del deposito : 30 dicembre 2016
Fonte ufficiale :

Testo completo

Pubblicato il 30/12/2016

N. 12890/2016 REG.PROV.COLL.

N. 01135/2016 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Seconda Quater)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1135 del 2016, integrato da motivi aggiunti, proposto da:
Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti, rappresentata e difesa dagli avvocati A D V, A M, con domicilio eletto presso A D V in Roma, viale G. Cesare, 71;

contro

Banca d'Italia, rappresentata e difesa dagli avvocati S R C, D M, L S, con domicilio eletto presso Stefania Ceci in Roma, via Nazionale, 91;
Ministero dell'Economia e delle Finanze, rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura dello Stato, con domicilio in Roma, via dei Portoghesi, 12;
Fondo Nazionale di Risoluzione, Presidenza del Consiglio dei Ministri;

nei confronti di

Nuova Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti Spa, in persona del legale rappresentante p.t., rappresentato e difeso dagli avvocati Luca Raffaello Perfetti, Giuseppe Rumi, Silvia Romanelli, Massimo Merola, con domicilio eletto presso Studio Legale Bonelli Erede in Roma, via Salaria, 259;
Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti Spa,
Rev Gestione Crediti Spa;
Kpmg S.p.A., rappresentata e difesa dagli avvocati Aldo Sacchi, Maurizio Galbiati, Maria Cristina Colombo, Maria Stefania Masini, con domicilio eletto presso Maria Stefania Masini in Roma, via A. Gramsci, 24;

per l'annullamento, previa sospensione,

- degli atti e dei provvedimenti con i quali è stata disposta la risoluzione della Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti s.p.a. e di tutti i provvedimenti presupposti e consequenziali, in particolare:

- del provvedimento della Banca d’Italia del 21 novembre 2015, con cui è stato disposto l’avvio della risoluzione della Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti s.p.a., già in amministrazione straordinaria, approvata con decreto del 22 novembre 2015 del Ministero dell’Economia e delle Finanze;

- del provvedimento della Banca d’Italia che dispone la riduzione integrale delle riserve e del capitale rappresentato da azioni con conseguente estinzione dei relativi diritti amministrativi e patrimoniali;

- del provvedimento della Banca d’Italia del 22 novembre 2015 che dispone la cessione dell’azienda bancaria all’ente ponte- Nuova Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti;

- del provvedimento della Banca d’Italia del 22 novembre 2015 di adozione dello Statuto della Nuova Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti;

- del provvedimento della Banca d’Italia del 22 novembre 2015 che determina la decorrenza del provvedimento di avvio della risoluzione;

- del provvedimento della Banca di Italia del 22-11-2015 di nomina del Commissario speciale e del Comitato di sorveglianza della Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti;

- del provvedimento della Banca d’Italia del 22 novembre 2015 di nomina degli organi della Nuova Cassa di Risparmio di Chieti s.p.a.;

- del decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 9 dicembre 2015 che ha disposto la liquidazione coatta amministrativa;

- del provvedimento della Banca di Italia dell’11 gennaio 2015 di nomina degli organi della liquidazione coatta;

nonché per l’annullamento dei seguenti atti (conosciuti con il deposito in giudizio il 28 maggio 2016 e impugnati con i motivi aggiunti inviati alla notifica il 26 luglio 2016):

- della relazione ex art. 25 comma 3 del d.lgs. n. 180 del 2015 della KPMG s.p.a. quale esperto indipendente;

- della relazione della Banca d’ Italia sullo stato del procedimento di risoluzione;

nonché tutti gli atti presupposti e connessi incluso il provvedimento del 21-12-2015 di aggiudicazione dell’incarico per la valutazione definitiva a KPMG

e per il risarcimento del danno.

Visti il ricorso, i motivi aggiunti e i relativi allegati;

Visti gli atti di costituzione in giudizio della Banca d'Italia, del Ministero dell'Economia e delle Finanze, della Nuova Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti S.p.a. e di Kpmg S.p.a.;

Viste le memorie difensive;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nell'udienza pubblica del giorno 4 ottobre 2016 la dott.ssa C A e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.


FATTO

La Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti s.p.a. è stata posta in amministrazione straordinaria, con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 5 settembre 2014, ai sensi dell’art. 70, lettera a), del d.lgs. n. 385 del 1993 per gravi irregolarità nell'amministrazione e gravi violazioni delle disposizioni normative che regolano l'attività della banca. In particolare la proposta della Banca di Italia inviata al Ministero dell’Economia per la pronuncia del decreto di amministrazione straordinaria si riferiva alla “grave crisi della banca non superabile in via autonoma dagli organi, incapaci di condurre l’azienda nel rispetto dei canoni di una sana e prudente gestione”. Il provvedimento di amministrazione straordinaria è stato impugnato davanti a questo Tribunale con ricorso r.g. n. 2561 del 2015 tuttora pendente.

In ogni caso, ai fini di inquadrare la situazione della banca successiva al decreto di amministrazione straordinaria, si deve evidenziare che tale provvedimento è basato sulle risultanze delle ispezioni condotte dalla Vigilanza della Banca di Italia dal 20 febbraio 2014 al 30 maggio 2014, che avevano rilevato alla data del 31 dicembre 2013 incagli per 241,3 milioni di euro, sofferenze per 453,8 su impieghi complessivi pari a 2.311 milioni di euro, con rettifiche sul patrimonio di vigilanza per 175,1 milioni di euro, mentre le perdite di esercizio erano pari a 11 milioni di euro con previsioni di perdite per 304 milioni. Già le ispezioni condotte dal 2009 e fino al 2012 avevano rilevato un aumento dei profili di rischio e il peggioramento della qualità del credito, evidenziando che tale situazione si era verificata soprattutto per la cattiva gestione di alcune posizioni di credito particolarmente rilevanti, in sofferenza;
in particolare, segnalando che alcune posizioni di credito erano relative a esponenti della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti azionista di maggioranza della banca, odierna ricorrente, e che era stata essa stessa beneficiaria di un affidamento per sei milioni di euro.

La critica situazione della banca, in particolare rispetto al portafoglio crediti, è emersa in maniera rilevante nel corso dell’Amministrazione straordinaria.

Nella prima relazione dei Commissari del 4 marzo 2015 si segnala tra le principali linee di intervento la riorganizzazione del processo del credito, nonché la problematicità dell’affidamento sul conto intestato alla Fondazione controllante. Inoltre, alla data del 30 settembre 2014, data di avvio della Amministrazione straordinaria i Commissari rilevano sofferenze per 424.291.380 (su un totale di 2.277.718.234 euro di impieghi totali) aumentate a 475.590.726 (su un totale di 2.241.657.379 euro di impieghi totali) al 31 dicembre 2014. I commissari rilevavano anche che gli incagli e le sofferenze erano concentrate in alcune posizioni particolarmente rilevanti. In ogni caso l’esercizio al 31 dicembre 2014 si chiudeva con perdite pari a 87,821 milioni di euro e con i coefficienti di adeguatezza patrimoniale, CET 1 e TIER al 5.50%. Peraltro i commissari precisavano nella relazione che tali dati non tengono conto della attività di analisi straordinaria del portafoglio crediti appena iniziata.

Infatti, nella seconda relazione del 30 luglio 2015, i commissari evidenziavano un ulteriore aumento dei crediti deteriorati, dovuta alla revisione del portafoglio crediti, con aumento delle sofferenze a 482.810.418 euro su impieghi totali pari a 2.189.911.585 al 30 aprile 2015, con il 35% dei crediti deteriorati sul totale degli impieghi e segnalavano ancora una volta la concentrazione su poche posizioni rilevanti. Al 31 marzo 2015 sono rilevate perdite di esercizio per 92,231 milioni di euro passate a 101,142 milioni di euro al 30 aprile 2015 e la diminuzione dei margini dei coefficienti di adeguatezza patrimoniale. Nella seconda relazione, i Commissari ribadivano la criticità dell’affidamento concesso alla Fondazione ricorrente, in debito con la banca per quasi quattro milioni di euro (somma utilizzata per la ristrutturazione della sede della Fondazione) di difficile restituzione “attesa l’assenza di mezzi finanziari per il rientro della esposizione”;
prospettavano la necessità, per uscire dalla crisi, dell’immissione di capitale pari a 100-150 milioni di euro e dell’intervento di un socio bancario forte. A tal proposito riferivano di avere avviato incontri con la Intesa San Paolo (socio di minoranza della Cassa di Risparmio) che aveva escluso una maggiore partecipazione, anche sulla base della circostanza che la partecipazione della Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti era considerata una partecipazione non strategica da dismettere;
con la Carifermo, che pure si era espressa in senso negativo;
con la Banca Popolare di Bari, poi non effettivamente concretizzato.

La procedura di amministrazione straordinaria è stata prorogata di sei mesi con d.m. del 4 settembre 2015. La proposta di proroga della Banca di Italia è basata anche sulla necessità del reperimento di un soggetto disponibile ad un intervento di rafforzamento patrimoniale non fronteggiabile finanziariamente dall’azionista di maggioranza.

Il 3 novembre 2015 i commissari straordinari hanno richiesto l’intervento, con una ricapitalizzazione pari a 180 milioni di euro, del Fondo di tutela dei depositi ai sensi dell’art. 29 dello Statuto del Fondo, per cui il Fondo può disporre di interventi di sostegno a favore della Consorziata in amministrazione straordinaria quando sussistano prospettive di risanamento e ove sia prevedibile un minor onere rispetto a quello rinveniente dall’intervento in caso di liquidazione. Nella richiesta indicavano al 30 giugno 2015 un patrimonio netto pari a 69 milioni di euro e il rapporto tra CET 1 e

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