Trib. Tempio Pausania, sentenza 03/06/2024, n. 424

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE DI TEMPIO PAUSANIA
in composizione monocratica, in persona del dott. Alessandro Di Giacomo, ha pronunciato la seguente
SENTENZA

nella causa civile iscritta al numero 2247 del 2013, promossa
DA
Spargi s.r.l. (c.f. 00127490902), in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dall'avv. Franca Caterina Della Camelia ed elettivamente domiciliata presso il suo studio in
Olbia, via Svizzera 74,
Parte attrice
CONTRO
SI AN (c.f. [...]) e LA TA (c.f. [...]), rappresentati e difesi dagli avv.ti Antonietta Carcassa e Daniela Bonacina ed elettivamente domiciliati presso il loro studio in La Maddalena, via Italia 8,
Parte convenuta
all' udienza di precisazione delle conclusioni del 22.5.2024, svoltasi ai sensi dell'art. 127 ter c.p.c., i procuratori delle parti hanno concluso come in atti e la causa è stata riservata alla decisione del
Tribunale.

1 MOTIVI DELLA DECISIONE
Con atto di citazione ritualmente notificato la Spargi s.r.l. esponeva di essere proprietaria, in forza di atti pubblici di acquisto del 10.10.1968 e del 25.10.1968, di un vasto compendio immobiliare sito nell'isola di Spargi, sempre utilizzato dai proprietari della società, quando si recavano in Sardegna nel periodo primaverile ed estivo.
L'attrice riferiva che, nel 2012, aveva constatato che due vecchie costruzioni site in loc. Punta Banditi, una della superficie di mq. 60 circa, e l'altra di mq. 20 circa, erano state occupate, unitamente all'area circostante, dai convenuti, che vi avevano eseguito lavori atti ad adibirle ad abitazione ed avevano posto a dimora alcune piante.
Concludeva pertanto affinché, accertato il proprio diritto di proprietà sui beni in questione, i convenuti fossero condannati alla restituzione dei beni ex art. 948 c.c., al ripristino dello stato dei luoghi ed al risarcimento del danno.
I convenuti si costituivano in giudizio e contestavano in primo luogo l'allegata qualità di proprietaria dell'attrice, atteso che i fabbricati oggetto di rivendica facevano pare del demanio militare.
Facevano poi presente di aver eseguito lavori grazie ai quali i fabbricati erano stati resi agibili, e chiedevano pertanto di essere rimborsati delle somme spese per il ripristino dei fabbricati e di essere indennizzati per l'aumento di valore del fondo.
La causa, istruita con produzioni documentali, interrogatorio formale, prova per testi e c.t.u., veniva trattenuta in decisione all' udienza del 22.5.2024.
La domanda di rivendicazione proposta dalla società attrice è fondata e va dunque accolta.
I beni oggetto di causa, come si rileva dalla consulenza tecnica svolta, correttamente motivata, priva di vizi logici e dalle cui risultanze il Tribunale non ritiene dunque di discostarsi, sono costituiti da
“…un edificio principale di circa metri quadrati 55 ed un edificio vicino, di circa metri quadrati 10…L'insieme si configura come ex compendio militare. Gli immobili, da quanto desumibile dagli atti allegati ai fascicoli di parte e dalle ricerche effettuate, sembrerebbero essere stati edificati a servizio della vedetta denominata “Punta di Li Banditi”, con l'immobile principale adibito a foresteria ed il secondo, più piccolo, a locale accessorio e di servizio alle torrette di avvistamento ancora esistenti” (v. pag. 7 della consulenza).
Risulta inoltre dalla nota prot. 0134 del 16 febbraio 2018, a firma del Capo Nucleo Demanio della
Marina Militare di La Maddalena, dott.ssa Assunta Maria Pastò, acquisita dal consulente a seguito dei chiarimenti richiesti a tale ufficio, ed allegata alla c.t.u. (v. all. 3), che “La Stazione di Vedetta risulta ascritta fra i beni militari al n. 67 (Allegato 3), in un elenco del 1927 (Tav. 58 del 21 maggio
1927, al punto 3 in Allegato 4, in un elenco del 1957 (Tav. 46 del 24 maggio