Trib. Bergamo, sentenza 05/08/2024, n. 1658
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Testo completo
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Tribunale di Bergamo
sezione prima civile
in composizione monocratica, nella persona del dott. Cesare de Sapia, ha pronunciato la
seguente
SENTENZA
nella causa civile di primo grado iscritta al numero 11814 del ruolo generale degli affari
contenziosi dell'anno 2013 promossa
da
AZIENDA OSPEDALIERA PAPA GIOVANNI XXIII, in persona del Direttore
Generale pro tempore rappresentata e difesa dall'avvocato Roberto Massari, come da
delega in atti;
- attrice-
contro
N.O.B. IMPIANTI s.c.ar.l.in liquidazione, in persona del liquidatore dott. AL
OR, rappresentata e difesa dall'avvocato Marco Tucci, come da delega in atti;
- convenuta –
e contro
tempore, rappresentata e difesa dall'avvocato Maria Verena Giannini e dall'avvocato
Cristiano Iannitelli, come da delega agli atti;
- convenuta -
e contro
IL FALLIMENTO BERGAMOS s.c.ar.l. in liquidazione, in persona del curatore
fallimentare, contumace
- convenuta –
avente ad OGGETTO: contratto di appalto.
CONCLUSIONI
Per le parti costituite: “Come dedotto in atti”.
ESPOSIZIONE DELLE RAGIONI DI FATTO E DI DIRITTO DELLA
DECISIONE
Con atto di citazione notificato in data 14.11.2013, l'Azienda Ospedaliera Papa
Giovanni XXIII conveniva in giudizio la società N.O.B. Impianti s.c.ar.l., unitamente
alla società DEC s.p.a. ed alla società Bergamos s.c.ar.l., svolgendo nei loro confronti le
seguenti domande:
“in via preliminare: disporsi ex art. 295 c.p.c. la sospensione della presente causa,
dipendendo la decisione di questa dalla definizione della controversia di cui alla causa
pendente avanti questo Tribunale, rubricata al n. 4231/2012 RG, g.i. dott. Marongiu
chiamata alla prossima udienza del 14 gennaio 2014;
nel merito, in via principale:
pag. 2/10 condannare le società convenute, in solido tra loro e/o ciascuna per quanto di
competenza, a pagare all'Azienda Ospedaliera attrice, a titolo di risarcimento del
danno ex art. 1453 c.c., le somme che quest'ultima fosse condannata a pagare alle
imprese attrici nella causa n. 4231/2013, g.i. dott. Marongiu, Tribunale di Bergamo;
in
via subordinata: condannare le convenute, a titolo di indebito arricchimento ex art.
2041 c.c. ovvero, in ulteriore subordine, a titolo di illecito aquiliano ex art. 2043 c.c. a
rifondere all'Azienda Ospedaliera attrice le somme di cui sia condanna nella causa
pendente al n. 4231/2013 RG dott. Marongiu. Con vittoria di spese”.
A fondamento delle proprie domande, l'Azienda attrice esponeva quanto segue:
1. con contratto in data 06.05.2005 la deducente aveva appaltato alla A.T.I. DEC
(associazione temporanea di imprese costituita in data 07.09.2004 tra DEC
s.p.a., quale mandataria, Sacaim s.p.a., Busi Impianti s.p.a. e Termigas Bergamo
s.p.a.) la costruzione del nuovo ospedale di Bergamo;
2. l'esecuzione di parte dei predetti lavori veniva affidata a due società consortili,
i.e. Bergamo s.c.ar.l. e N.O.B. s.c.ar.l., costituite ai sensi dell'art. 96 del D.P.R.
n. 554/1999 (sul punto specifico, si precisa che N.O.B. s.c.ar.l. veniva costituita
in data 21.12.2005 tra i partecipanti all'A.T.I. Termigas s.p.a. e Busi Impianti
s.p.a.);
3. le imprese appaltatrici erano incorse in una serie di gravi e reiterati
inadempimenti che avevano costretto l'Azienda Ospedaliera, per ultimare le
opere e gli impianti, ad affidare ad altre ditte l'ultimazione di opere non
completate, oltre che l'attività di integrazione, riparazione e sistemazione di
lavori mal eseguiti, circostanze, quest'ultime, che avrebbero trovato conferma
pag. 3/10
nel collaudo tecnico ed amministrativo delle opere emesso in data 29.07.2013;
4. con atto di citazione notificato in data 8.04.2013 venti imprese subappaltatrici
dei lavori innanzi indicati avevano convenuto in giudizio avanti l'intestato
Tribunale l'odierna attrice, radicando il procedimento civile n. 4231/2013,
esponendo di aver eseguito, in qualità di subappaltatrici di ATI, opere all'interno
del cantiere del nuovo ospedale “Giovanni XXIII” e di non essere state pagate
per le opere e/o le forniture eseguite, chiedendo pertanto la condanna della
medesima Azienda Ospedaliera,