Trib. Bologna, sentenza 04/11/2024, n. 2840
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Testo completo
R.G. n. 15241 /2023
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE ORDINARIO DI BOLOGNA
Sezione specializzata in materia di immigrazione,
protezione internazionale e libera circolazione cittadini UE
Nella causa civile iscritta al n. r.g. 15241 /2023 promossa da:
, con l'avv. Beatrice Piraccini Parte_1
RICORRENTE contro
, con l'Avvocatura dello Stato Controparte_1
RESISTENTE
La GOP Daniela Mingozzi ha pronunciato la seguente
SENTENZA
1.
Con ricorso ai sensi dell'art. 281 undecies c.p.c. il ricorrente ha chiesto al Tribunale, previa sospensiva,
l'annullamento del provvedimento del Questura della Provincia di notificatogli in data 26 CP_1 ottobre 2023, di diniego del rinnovo del permesso di soggiorno per motivi familiari, motivato sui precedenti penali, indici di pericolosità sociale rilevante a norma dell'art. 1 D. L.vo 6 settembre 2011 n.
159 e degli artt. 4 comma 3 e 5 comma 5 D. L.vo 25 luglio 1998 n. 386 (Testo Unico Immigrazione).
Nel ricorso il ricorrente rilevava d'essere coniuge convivente di cittadina italiana e, pur non negando la commissione dei reati, contestava che la pericolosità sociale fosse rilevante ai fini del permesso di soggiorno richiesto, attesa la durata del suo soggiorno in Italia fin dal 2006, la presenza quivi di tutti i suoi familiari, l'avvio di un progetto di recupero dalla condizione di tossicodipendenza che lo aveva portato a compiere reati, il pregresso svolgimento di varie attività lavorative sul territorio italiano, le esigenze di cura collegate ad una frattura alla mandibola da lui subita in occasione di un recente sinistro stradale.
Il tribunale rigettava l'istanza di sospensiva e in data 1 marzo 2024 la causa veniva assegnata al GOP, che provvedeva a fissare udienza di comparizione.
Costituitasi con memoria del 29 maggio 2024, la resistente chiedeva la reiezione del ricorso, confermando come il diniego sia fondato sull'elevata pericolosità desumibile dai precedenti penali.
All'udienza del 30 maggio 2024 veniva sentito il ricorrente, il quale dichiarava:
«D. Da che anno si trova in Italia?
R. Dal 2006. Se non ricordo male dal 26 aprile 2006.
D. Quando è entrato in Italia era minorenne o maggiorenne?
R. Ero minorenne. Avevo circa 17 anni. Li ho compiuti dopo pochi giorni dal mio arrivo in Italia.
(D. in sede di rilettura: Da che anno è in Italia suo padre? R. Mio padre è in Italia dal 1982)
D. Che tipo di permesso di soggiorno ha avuto?
R. Sono venuto in Italia per ricongiungimento familiare a mio padre e ho avuto un permesso di soggiorno illimitato fino al
2017 o poco prima. Ho scoperto dopo due anni di avere il permesso revocato venendo fermato per puro caso dai carabinieri.
D. Sta lavorando?
R. No.
D. Come si sostiene?
R. Con mia moglie. Lavora lei. Io non riesco ad esser assunto non avendo il permesso. Ho una qualifica di metalmeccanico e il mio lavoro sarebbe richiesto, ma non avendo un permesso non mi prendono.
Ho svolto vari lavori in Italia, dall'agricoltura, all'edilizia, in cucina, imbiancatura, metalmeccanico.
D. Dove vive e con chi?
R. Vivo a Faenza in Via San Giovanni Bosco n. 18. Vivo con mia moglie. Siamo in affitto e paghiamo 450,00 euro al mese.
D. Da quanto tempo convive con sua moglie?
R. All'inizio convivevamo con i nostri genitori. Dal 2020 quando c'è stato il covid abbiamo iniziato a convivere da soli.
D. Quando vi siete sposati invece?
R. 2016. Il 5 marzo.
(D. in sede di rilettura: Dopo il matrimonio ha commesso altri fatti?
R. Fatti minori. La cosa peggiore è il tentato omicidio del 2012.)
D. Risulta dal provvedimento impugnato che ha riportato svariate condanne. Vuol dire qualcosa a questo riguardo?
(vengono lette al ricorrente quelle elencate nel provvedimento impugnato)
R. Io ho avuto un passato molto complicato, fin da piccolo. Anche in Marocco prima di venire qua dovevo badare al bestiame e studiare. Mio padre beveva tanto e picchiava mia madre. Io faccio delle cose senza volerle fare in determinate situazioni. Bevo e poi faccio delle cose involontariamente e me ne accorgo dopo averle fatte. Adesso ci sto andando dietro, andando al Sert, parlando un po' con gli psicologi. E' sempre così. Magari penso a tutte le cose che mi sono successe nella
vita, cerco di superarle ma poi ci ricasco. Non è che le faccio con cattiveria e mi alzo penso di farle. Mi succede e basta. Me ne accorgo poi dopo. La prima volta che mi sono trovato in carcere neanche ci credevo.
Quanto ai fatti commessi nel 2014 a Faenza, se non erro era all'Oviesse. Non ricordo altro.
Il 3 marzo 2012, a Faenza, avevo bevuto. Mi ricordo che lavoravo ed era il mio giorno di riposo. Stavo andando con un mio amico. Avevamo bevuto insieme poi lui se l'è presa con un ragazzo. Si sono messi a litigare. Io mi sono messo a dividerli. Avevo bevuto tanto e non ce l'ho fatta a separarli e ho lasciato perdere. Sono scesi i vicini e hanno dato una mazzata da baseball al mio compaesano e continuavano a tirargli mazzate. Io allora ho preso una pietra, l'ho lanciata e ho preso uno in testa.
Nel 2011 a Brisighella ero al telefono, ho dato un calcio ad un pezzo di vetro della porta della stazione. Ho chiesto se potevo pagare. E' uscito un tipo e mi ha detto “aspetta i carabinieri”. Potevo anche andarmene, ma volevo ripagare il danno.
D. Dei fatti commessi a CA EN nel 2014 ricorda?
R. No. Se non erro nel 2014 neanche abitavo a CA EN.
D. Della condanna del 2019 per lesioni personali e rapina che cosa ricorda?
R. Se non erro, nel 2019 avevamo bevuto e tirato. Abbiamo rubato una maglietta e un pantalone del valore di 15-18 euro. Il mio compaesano è uscito fuori ha preso il lucchetto della bicicletta e ha iniziato a picchiare i commessi del negozio e gli tirava le cinghiate.
D. Dei fatti di CA EN il 5 gennaio 2019 invece cosa ricorda?
R. Si è trattato di un litigio. Una discussione che è nata al bar, che fra l'altro era attaccato alla Caserma dei Carabinieri.
Mi contestano di aver picchiato un ragazzo che conosco. Tra noi è finita lì e subito dopo abbiamo anche fumato insieme, ma la ragazza del bar ha chiamato i carabinieri. Neanche subito, dopo tre o quattro giorni.
D. Nel provvedimento impugnato si parla anche di denunce in data 29.12.2013 per furto aggravato, in data
26.01.2016 per ricettazione e in data 15.06.2022 per resistenza a pubblico ufficiale e ricettazione.
R. L'ultima me la ricordo. Ero alla guida di un motore che fra l'altro avevo comprato, solo che non avevo ancora fatto il passaggio e tutto e fra l'altro non era neanche assicurato. Quando ho visto i Carabinieri mi sono dato alla fuga e dopo mi sono schiantato e ho avuto un incidente.
Delle altre due denunce non ricordo.
Ho avuto un incidente anche in mountain bike in seguito. Mi piace andare in montagna. Ho sbattuto il mento sul manubrio e mi sono fratturato la mandibola.
D. Sta espiando la pena?
R. Sì. Ho ottenuto l'affidamento in prova sia terapeutico presso il Sert che con gli assistenti sociali. Dovrei iniziare a breve un tirocinio. Non ci speravo neanche. Sono controllato dai Carabinieri, non posso uscire dalla provincia di CP_1 ho degli orari di entrata e uscita compatibili con attività lavorativa, non posso frequentare bar e altri locali pubblici.
D. Ha iniziato il percorso con il Sert?
R. Sì. Avevo dipendenza da alcol e cocaina e sono due cose che non vanno d'accordo. Tiravo tanto e bevevo. Bevevo magari sei birre e se tiro diventa una cosa incontenibile. Stavo anche tre notti sveglio. Poi collassavo. Sono finito tante volte al
Pronto Soccorso. Adesso sto calando di un bel po'. Non è facile. Prendo anche dei farmaci antidepressivi, TA,
OF e ER per aiutarmi.
Vado al Sert due volte a settimana per fare gli esami tossicologici e poi faccio dei colloqui. Anche domani ho appuntamento con il dottore e l'assistente sociale. Dipende da loro quando incontrarci. Se ho bisogno chiedo un aiuto e mi prendono, mentre in determinati casi sono loro che mi convocano per vedere un po' l'andamento.
Mio padre beveva. Vedere mio padre picchiare mia madre, lei che si ribaltava nel letame degli animali è ancora un trauma per me. Mio fratello anche ha problemi psichiatrici. Era piccolo e non so se si ricorda di mio padre che picchia mia madre. E' seguito dal CSM.
Io faccio le cose ma me le ricordo poi dopo. Quando le faccio neanche ci penso. Poi ritorno una persona normale e mi rendo conto.
(D. in sede di rilettura: Nella relazione del Sert si legge che aveva già in passato intrapreso percorsi terapeutici e poi li aveva interrotti. Come mai?
R. Sono passati tanti anni e non ricordo di preciso perché ho interrotto. Poi ho ripreso e dopo non lo so cosa è successo di nuovo. La penultima volta è stato perché l'assistente sociale che mi seguiva è andata via e ha cambiato lavoro.)
D. Quali altri familiari ha in Italia?
R. Mio padre, mia madre, i