Trib. Torino, sentenza 29/07/2024, n. 4368

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Sul provvedimento

Citazione :
Trib. Torino, sentenza 29/07/2024, n. 4368
Giurisdizione : Trib. Torino
Numero : 4368
Data del deposito : 29 luglio 2024

Testo completo

N. R.G. 9682 / 2023
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
TRIBUNALE ORDINARIO di TORINO
Sezione Nona Civile
Sezione specializzata in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea

Il Tribunale di Torino, IX Sezione civile, sezione specializzata in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea, in composizione collegiale, in persona dei magistrati
F F Presidente rel. est.
S G C G
S P G

riunito in camera di consiglio, a scioglimento della riserva assunta come da provvedimento reso in data 15/07/2024, ha emesso la seguente
SENTENZA nella causa n. 9682 / 2023 promossa da:
(CUI 05MFFXV) Parte_1 nato in NIGERIA in data 12/06/1985 rappresentato e difeso dall'Avv. PIGINO MAURO
Ricorrente
CONTRO
in persona del Ministro pro tempore, con il patrocinio Controparte_1 dell'Avvocatura Distrettuale dello Stato di Torino
Resistente
Oggetto: impugnazione avverso diniego/revoca di rilascio/rinnovo permesso di soggiorno per protezione speciale

Conclusioni di parte ricorrente: Voglia l'On.le Tribunale, contrariis reiectis, previo accoglimento della domanda cautelare, in via principale accertare e dichiarare l'illegittimità del provvedimento impugnato emesso dalla Questura di Vercelli in data 29/03/2023, notificato in data 17/04/2023, con il quale, previo parere negativo della Commissione Territoriale di Torino del 28/03/2023, è stato deciso di non riconoscere al ricorrente la protezione speciale ex art. 19 Dlgs 286/1998 e

conseguentemente dichiararsi riconosciuto lo Status di protezione speciale ex art. 19 Dlgs
286/1998 a favore del ricorrente.

Motivi in fatto e di diritto della decisione

1. Con ricorso ex art. 281 decies c.p.c. depositato presso la Cancelleria del Tribunale di
Torino in data 15/05/2023, ritualmente notificato, il sig. (CUI 05MFFXV), Parte_1 cittadino albanese, ha impugnato il provvedimento del Questore di Vercelli del 29/03/2023, notificato in data 17/04/2023, che, previo parere negativo della Commissione territoriale di Torino del 28/03/2023, ha rigettato la sua istanza di rilascio del permesso di soggiorno per protezione speciale.
Nonostante rituale notifica, nessuno si costituiva per il . Controparte_1
Il Collegio in data 25/05/2023 ha sospeso l'efficacia esecutiva del provvedimento impugnato
e ha fissato udienza davanti al Giudice relatore al 17/06/2024 nel corso della quale la parte rinunciava alla discussione orale ed ai termini per le memorie previsti in applicazione degli artt. 19- ter d.lgs. n. 150/2011, 281-terdecies e 275-bis c.p.c.
Con provvedimento collegiale reso in data 15/07/2024 – all'esito dello scambio di note scritte disposto, in sostituzione dell'udienza di discussione, ai sensi degli artt. 127-ter c.p.c. e 35 d.lgs. n.
149/2022
– la causa è stata trattenuta in decisione con i termini di cui all'art. 275 bis c. 4 c.p.c.

2. Il ricorrente ha svolto nei confronti del provvedimento le seguenti censure:
• illegittimità del provvedimento del Questore che aveva ritenuto vincolante il parere della Commissione, senza effettuare autonoma valutazione della complessiva situazione del Ricorrente, della situazione del Paese origine, nonché del percorso di integrazione economico-sociale intrapreso in Italia.
3. L' impugnazione è fondata.
In data 22 ottobre 2020, è entrato in vigore il D.L. n. 130/2020, convertito con modifiche nella legge 18 dicembre 2020, n. 173, che, per quanto qui di rilievo, nel confermare la scelta della
“tipizzazione” rispetto alla fattispecie di protezione complementare “a catalogo aperto”, ha modificato il testo dell'art. 5, co. 6, Testo Unico Immigrazione, ripristinando il principio del rispetto degli obblighi costituzionali e internazionali originariamente espresso e poi eliminato dal D.L. 4 ottobre 2018, n. 113, convertito con modifiche nella legge 1° dicembre 2018, n. 132. La novella legislativa ha modificato, in particolare, l'art. 19 d.lgs. n. 286/1998 che, nella sua nuova formulazione, tra l'altro prevede al comma 1.1. “Non sono ammessi il respingimento o
l'espulsione o l'estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani o degradanti.
Nella valutazione di tali motivi si tiene conto anche dell'esistenza, in tale Stato, di violazioni sistematiche e gravi di diritti umani. Non sono altresi' ammessi il respingimento o l'espulsione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che
l'allontanamento dal territorio nazionale comporti una violazione del diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, a meno che esso non sia necessario per ragioni di sicurezza nazionale ovvero di ordine e sicurezza pubblica. Ai fini della valutazione del rischio di violazione di cui al periodo precedente, si tiene conto della natura e della effettivita' dei vincoli familiari dell'interessato, del suo effettivo inserimento sociale in Italia, della durata del suo soggiorno nel territorio nazionale nonche' dell'esistenza di legami familiari, culturali o sociali con il suo Paese
d'origine.»;

Il nuovo comma 1.2. prevede: Nelle ipotesi di rigetto della domanda di protezione internazionale, ove ricorrano i requisiti di cui ai commi 1 e 1.1., la Commissione territoriale trasmette gli atti al Questore per il rilascio di un permesso di soggiorno per protezione speciale. Nel caso in cui sia presentata una domanda di rilascio di un permesso di soggiorno, ove ricorrano i requisiti di cui ai commi 1 e 1.1, il Questore, previo parere della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, rilascia un permesso di soggiorno per protezione speciale.»;
Si legge nella Relazione illustrativa, “l'intervento normativo risponde all'esigenza di dar seguito alle osservazioni formulate dalla Presidenza della Repubblica in sede di emanazione del decreto-legge n. 113/2018” e di promulgazione della legge di conversione n. 77/2019, recante
Disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica”. Tali raccomandazioni, chiaramente connesse alla modifica all'epoca apportata all'articolo 5, comma 6 del TUI, si preoccupavano di precisare che restano “fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello
Stato, pur se non espressamente richiamati nel testo normativo, e, in particolare, quanto direttamente disposto dall'art. 10 della Costituzione e quanto discende dagli impegni internazionali assunti dall'Italia”.
Tale richiamo assicura e garantisce una forma di protezione idonea ad abbracciare tutte le ipotesi di lesione rilevante dei diritti inviolabili della persona umana che, pur non rientrando nei rigidi canoni della protezione internazionale, siano tuttavia idonee a condizionare pesantemente, in senso negativo, la vita dell'individuo e le sue aspettative e prerogative individuali.
Come sottolineato dalla Corte di Cassazione, “la nuova protezione speciale si presenta, prima facie, caratterizzata da un compasso di ampiezza almeno corrispondente a quello della protezione
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