Trib. Roma, sentenza 02/01/2025, n. 21
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Testo completo
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE DI ROMA
I SEZIONE CIVILE
così composto:
dott.ssa Marta Ienzi PRESIDENTE
dott.ssa Cecilia Pratesi GIUDICE
dott.ssa Valeria Chirico GIUDICE REL. EST.
riunito in camera di consiglio ha emesso la seguente
S E N T E N Z A
nella causa civile di primo grado iscritta al n. 54549 del ruolo generale per gli affari contenziosi dell'anno 2022 e vertente
T R A
DA rappresentato e difeso dall'Avv. Alessandro SARGENI Parte_1 per procura in atti
RICORRENTE
E
P.M. PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA
RESISTENTE
OGGETTO: mutamento di sesso
CONCLUSIONI: come in atti
IN FATTO ED IN DIRITTO
Con ricorso ex lege 164/82, cittadino italiano, ha chiesto Parte_2
all'adito Tribunale di “disporre la rettificazione di attribuzione di sesso del Sig. DA
[...]
da maschile in femminile ed il mutamento del nome da a ;
2) per Parte_1 Pt_1 Per_1
l'effetto, ordinare all'Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Roma o altro competente ufficio di effettuare la rettificazione nel relativo registro dell'atto concernente l'istante da sesso maschile a sesso femminile con cambiamento del nome da a 3) autorizzare parte ricorrente in via Pt_1 Per_1 preventiva e futura e soprattutto eventuale all'adeguamento dei caratteri sessuali con trattamento medico chirurgico”.
Ha dedotto all'uopo: di aver manifestato, sin dalla preadolescenza, tutti gli elementi caratterizzanti la cd disforia di genere;
di essersi percepito sin dalla prima infanzia come di genere femminile e di aver sempre preferito giochi e attività culturalmente associati al genere femminile, sentendosi sempre più a suo agio in compagnia delle ragazze che non dei ragazzi e di essersi sempre sentito attratto da persone di sesso maschile;
che, raggiunta la maggiore età, aveva deciso di comunicare alla famiglia la sua reale identità di genere ma, non essendo stato accettato, era stato costretto ad allontanarsi, così riuscendo a vivere più liberamente la sua effettiva identità, vestendosi con abbigliamento femminile e parlando di sé al femminile;
che, stante la non corrispondenza tra corpo e psiche, aveva intrapreso un percorso clinico e chirurgico per adeguare i propri caratteri somatici e all'età di 20 anni, appena giunto in Italia, si era sottoposto ad un intervento di mastoplastica additiva, poi ad un intervento di rinoplastica e successivamente, nel 2015, di liposcultura;
che nel 2021 si era rivolto ad uno Controparte_1
al fine di poter certificare la propria condizione di donna e la Dott.ssa
[...] Per_2
cui era stata affidata la redazione della relazione psicologica e psicodiagnostica,
[...] esclusa qualsiasi patologia psichica nonché variazione biologica e/o cromosomica, così aveva concluso: “(…) si evidenzia corrispondenza tra i criteri diagnostici con i quali il DSM-V descrive la Disforia di Genere (codice 302.85) e la condizione del soggetto. (…) È possibile affermare che, la sua identità di genere femminile si è strutturata in modo definitivo. Considerate le premesse sull'attuale condizione psichica della persona e le lunghe liste di attesa per poter effettuare gli interventi di riattribuzione chirurgica in Italia, si ritiene prioritario ed indispensabile ai fini della salute psicofisica ottenere allo stesso tempo sia il cambio anagrafico sia l'autorizzazione a sottoporsi agli interventi chirurgici. La possibilità di possedere documenti femminili potrà contribuire in maniera sostanziale ad un migliore adattamento al mondo ambiente e al contenimento del possibile sviluppo di patologie associate.”;
che non aveva vincoli coniugali.
Con decreto in data 8.2.2022, rilevato che la domanda di rettifica di attribuzione di sesso era soggetto al rito ordinario da introdursi con atto di citazione, il G.I ha disposto il mutamento del rito e fissato l'udienza ex art. 183 cpc, con termine per la notifica alla controparte (PM ed eventuali altri controinteressati) del ricorso.
Disposto rinvio per acquisire ulteriore documentazione rilasciata da struttura pubblica, all'udienza del 5.12.2024, la ricorrente, sentita liberamente, ha dichiarato di essere cittadina italiana, di vivere in Italia da 10 anni e di aver cominciato la transizione 16 anni prima in
Brasile, confermando di essersi sottoposta a mastectomia additiva, a rinoplastica, a iniezioni botuliniche per arrotondare il viso e a trattamenti ormonali e laser per eliminare i peli, tant'è che si è dato atto che presentava fattezze totalmente femminili.
All'udienza successiva è stata acquisita relazione psicologica in data 6.2.2024 rilasciata dal
Servizio per l'Adeguamento tra Identità fisica e Identità psichica (SAIFIP) presso l'Azienda
Ospedaliera San Camillo Forlanini in Roma, da cui in corso di causa il ricorrente era stato preso in carico e con ordinanza del 13.2.2024 la decisione è stata rimessa al Collegio con termine di giorni 60 per il deposito della comparsa conclusionale.
La suddetta relazione, a conferma della documentazione già versata in atti, attesta che “dai colloqui e dai test effettuati,
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE DI ROMA
I SEZIONE CIVILE
così composto:
dott.ssa Marta Ienzi PRESIDENTE
dott.ssa Cecilia Pratesi GIUDICE
dott.ssa Valeria Chirico GIUDICE REL. EST.
riunito in camera di consiglio ha emesso la seguente
S E N T E N Z A
nella causa civile di primo grado iscritta al n. 54549 del ruolo generale per gli affari contenziosi dell'anno 2022 e vertente
T R A
DA rappresentato e difeso dall'Avv. Alessandro SARGENI Parte_1 per procura in atti
RICORRENTE
E
P.M. PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA
RESISTENTE
OGGETTO: mutamento di sesso
CONCLUSIONI: come in atti
IN FATTO ED IN DIRITTO
Con ricorso ex lege 164/82, cittadino italiano, ha chiesto Parte_2
all'adito Tribunale di “disporre la rettificazione di attribuzione di sesso del Sig. DA
[...]
da maschile in femminile ed il mutamento del nome da a ;
2) per Parte_1 Pt_1 Per_1
l'effetto, ordinare all'Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Roma o altro competente ufficio di effettuare la rettificazione nel relativo registro dell'atto concernente l'istante da sesso maschile a sesso femminile con cambiamento del nome da a 3) autorizzare parte ricorrente in via Pt_1 Per_1 preventiva e futura e soprattutto eventuale all'adeguamento dei caratteri sessuali con trattamento medico chirurgico”.
Ha dedotto all'uopo: di aver manifestato, sin dalla preadolescenza, tutti gli elementi caratterizzanti la cd disforia di genere;
di essersi percepito sin dalla prima infanzia come di genere femminile e di aver sempre preferito giochi e attività culturalmente associati al genere femminile, sentendosi sempre più a suo agio in compagnia delle ragazze che non dei ragazzi e di essersi sempre sentito attratto da persone di sesso maschile;
che, raggiunta la maggiore età, aveva deciso di comunicare alla famiglia la sua reale identità di genere ma, non essendo stato accettato, era stato costretto ad allontanarsi, così riuscendo a vivere più liberamente la sua effettiva identità, vestendosi con abbigliamento femminile e parlando di sé al femminile;
che, stante la non corrispondenza tra corpo e psiche, aveva intrapreso un percorso clinico e chirurgico per adeguare i propri caratteri somatici e all'età di 20 anni, appena giunto in Italia, si era sottoposto ad un intervento di mastoplastica additiva, poi ad un intervento di rinoplastica e successivamente, nel 2015, di liposcultura;
che nel 2021 si era rivolto ad uno Controparte_1
al fine di poter certificare la propria condizione di donna e la Dott.ssa
[...] Per_2
cui era stata affidata la redazione della relazione psicologica e psicodiagnostica,
[...] esclusa qualsiasi patologia psichica nonché variazione biologica e/o cromosomica, così aveva concluso: “(…) si evidenzia corrispondenza tra i criteri diagnostici con i quali il DSM-V descrive la Disforia di Genere (codice 302.85) e la condizione del soggetto. (…) È possibile affermare che, la sua identità di genere femminile si è strutturata in modo definitivo. Considerate le premesse sull'attuale condizione psichica della persona e le lunghe liste di attesa per poter effettuare gli interventi di riattribuzione chirurgica in Italia, si ritiene prioritario ed indispensabile ai fini della salute psicofisica ottenere allo stesso tempo sia il cambio anagrafico sia l'autorizzazione a sottoporsi agli interventi chirurgici. La possibilità di possedere documenti femminili potrà contribuire in maniera sostanziale ad un migliore adattamento al mondo ambiente e al contenimento del possibile sviluppo di patologie associate.”;
che non aveva vincoli coniugali.
Con decreto in data 8.2.2022, rilevato che la domanda di rettifica di attribuzione di sesso era soggetto al rito ordinario da introdursi con atto di citazione, il G.I ha disposto il mutamento del rito e fissato l'udienza ex art. 183 cpc, con termine per la notifica alla controparte (PM ed eventuali altri controinteressati) del ricorso.
Disposto rinvio per acquisire ulteriore documentazione rilasciata da struttura pubblica, all'udienza del 5.12.2024, la ricorrente, sentita liberamente, ha dichiarato di essere cittadina italiana, di vivere in Italia da 10 anni e di aver cominciato la transizione 16 anni prima in
Brasile, confermando di essersi sottoposta a mastectomia additiva, a rinoplastica, a iniezioni botuliniche per arrotondare il viso e a trattamenti ormonali e laser per eliminare i peli, tant'è che si è dato atto che presentava fattezze totalmente femminili.
All'udienza successiva è stata acquisita relazione psicologica in data 6.2.2024 rilasciata dal
Servizio per l'Adeguamento tra Identità fisica e Identità psichica (SAIFIP) presso l'Azienda
Ospedaliera San Camillo Forlanini in Roma, da cui in corso di causa il ricorrente era stato preso in carico e con ordinanza del 13.2.2024 la decisione è stata rimessa al Collegio con termine di giorni 60 per il deposito della comparsa conclusionale.
La suddetta relazione, a conferma della documentazione già versata in atti, attesta che “dai colloqui e dai test effettuati,
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