Trib. Minorenni Genova, sentenza 14/11/2024, n. 195
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Testo completo
N. Proc. 19/23 Cont.
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE PER I MINORENNI DI GENOVA
riunito in camera di consiglio il 28.10.2024 nella persona dei Signori:
Dott. ssa D V Presidente estensore Dott. ssa N G Giudice
Dott. ssa S D S Giudice onorario
Dott. L M Giudice onorario
ha pronunciato la seguente SENTENZA
Visto il ricorso del Pubblico Ministero pervenuto in data 5/4/2023 e i documenti ad esso allegati, relativi alla minore nata a Genova il 21/2/2008 - CF Curatore Persona_1 C.F._1 speciale avv. C C, de Foro di Genova Figlia di – CF e di Persona_2 C.F._2
– CF Controparte_1 C.F._3
Residenti in Genova, via Bertolotti 18/3, rappresentati e difesi dall'avvocato A S del Foro di Genova
Conclusioni :
Curatore speciale: “Confermare l'affidamento di al Servizio Sociale del Persona_1
Comune di Genova-ATS 36 e la collocazione della minore nella Comunità che attualmente la ospita;
limitare la responsabilità genitoriale relativamente alle decisioni in materia educativa, scolastica e sanitaria (ivi inclusi i consensi di legge), e a quelle inerenti la sua collocazione ed in generale a tutti gli interventi demandati al Servizio affidatario, compreso ogni migliore progetto che possa agevolare
i rapporti di con i genitori.” Per_1
Genitori: “IN PRINCIPALITA'
1)Revocare la limitazione alla responsabilità genitoriale;
2)Revocare l'affido ai servizi, mantenendo gli interventi di sostegno alla minore;
3)Mantenere la collocazione presso la Comunità solo per il tempo necessario al percorso di avvicinamento tra la minore e di genitori;
4)Disporre, compatibilmente con il percorso psicoterapeutico in atto con il dott. , l'attivazione Pt_1 degli incontri protetti in modo graduale inizialmente in protezione e/o da remoto e con il supporto dei servizi sociali;
IN SUBORDINE: attesa la fissazione dell'udienza al 19.9.2024, per la rimessione della causa in decisine, mantenere l'affido al Comune e la collocazione presso l'attuale Comunità di Per_1 attivando il percorso di avvicinamento tra la figlia ed i genitori sotto la vigilanza del Giudice Tutelare;
Pubblico Ministero:
non è stata depositata memoria di precisazione delle conclusioni;
nel ricorso introduttivo era stato chiesto:
“-Apertura di procedura contenziosa;
-affido della minore al S.S.;
-inserimento in comunità educativa;
-sospensione della madre dalla responsabilità genitoriale sulla minore;
-nomina di un curatore speciale;
-divieto di contatti con la madre”
Fatto e diritto
- In data 7/6/2022 l'Istituto Comprensivo Cornigliano segnalava la situazione dell'alunna
, emergendo dalle dichiarazioni della ragazza un quadro familiare gravemente Persona_1 compromesso dai maltrattamenti agiti dalla madre in suo danno in assenza di qualsiasi intervento da parte del padre;
- Le prime rivelazioni della minore – che nel precedente anno scolastico si era evidenziata per avere fratto trapelare nei suoi scritti sentimenti di odio verso tutto e tutti – aveva avuto luogo a seguito di un incontro di educazione all'affettività, nel corso del quale, essendosi parlato di violenza domestica, la ragazza aveva posto delle domande molto specifiche ed era poi scoppiata a piangere, confidandosi con le operatrici e, quindi, con un insegnante;
- Nel racconto della minore, in seguito ripetute con coerenza e credibilità ad altri docenti, alla psicologa dello sportello scolastico e nel corso di una chiamata del successivo mese di agosto a
“Telefono azzurro” – la madre, fin da quando ha memoria, la picchierebbe anche con l'uso Per_1 della cinghia per i più vari motivi (risultati scolastici non ritenuti sufficientemente adeguati – anche se ha ottimi voti -, insoddisfacente assolvimento di incombenze domestiche);
la frequenza di Per_1 queste violenze sarebbe di circa due volte al mese;
- Il padre viene descritto come una persona sostanzialmente assente dalla vita della minore, spesso alterato dall'abuso alcolico quando rientra dal lavoro;
non è chiaro se l'uomo sia a conoscenza dei maltrattamenti agiti dalla madre;
certamente non è mai intervenuto;
la ragazza afferma che anche il padre sarebbe succube della madre;
- Migliore relazione avrebbe con il fratello trentenne – figlio della sola madre –, la cui Per_1 presenza mitigherebbe l'aggressività materna, ma il giovane è alla ricerca di un'abitazione dove andare a vivere da solo e la minore ne teme l'allontanamento;
- A parte la nonna paterna, presso la quale ogni tanto si reca – e che saprebbe delle Per_1 condotte d'abuso del figlio, non dei maltrattamenti materni -, non vi sono altri membri della famiglia allargata con i quali la minore abbia un rapporto significativo;
- Non essendovi stato alcun intervento istituzionale a sua tutela, la ragazza si è rivolta agli
“anziani” della congregazione dei Testimoni di Geova, cui la madre aderisce: dopo il loro intervento, la violenza fisica si sarebbe ridotta;
non così la violenza psicologica – sotto forma di denigrazione e di minacce di percosse -, ne' le forme di controllo e le limitazioni della libertà ( non sarebbe Per_1 libera di frequentare i suoi coetanei);
- Il Servizio sociale, cui la Procura ha chiesto un approfondimento istruttorio, ha ricevuto dalla minore la conferma delle sue precedenti dichiarazioni e la sua richiesta di essere al più presto collocata in una struttura;
gli insegnanti la descrivono come una ragazza presente, attenta e molto intelligente;
le assistenti sociali hanno potuto apprezzare il diverso atteggiamento emotivo di nel corso del Per_1 suo racconto: la freddezza con cui la ragazza descrive i suoi rapporti con i genitori e la violenza subita, lascia il posto a evidente emozione ed empatia nel momento in cui il discorso di sposta su alcuni professori ed altre persone che sono per