Trib. Minorenni Milano, sentenza 12/02/2024, n. 45
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Testo completo
N. 348/2023 R.Gen MIN
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
TRIBUNALE PER I MINORENNI
MILANO
Il Tribunale riunito in Camera di Consiglio nelle persone di
Presidente rel. dott. Elly Marino
Giudice dott. Ciro Iacomino
Giudice Onorario dott. Daniela Ambrosi Giudice Onorario dott. Andrea Redaelli
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
art. 15 L. 184/1983
nel procedimento ai sensi degli artt. 8 ss L.184/83 promosso con ricorso urgente depositato il 27.7.23 dal P.M. nell'interesse della minore
nata a [...] il [...] Persona_1
(originariamente segnalata come Parte_1
con il curatore speciale/difensore Avv.to Lucia Bolzani del Foro di Milano ritualmente costituita in data 25.9.2023 , con ammissione al patrocinio a spese dello Stato giusta delibera del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Milano in data 21.9.2023
figlia di nata l'[...] a [...] con domicilio dichiarato sul Persona_2 territorio di Baranzate in via Milano 225 rappresentata e difesa dall'Avv.to Valeria Perini come da costituzione depositata in data 26.10.23
pagina 1 di 17
CONCLUSIONI DELLE PARTI e CP_1
(udienza di P.C. in data 11.12.23)
La difesa della madre “ insiste affinché codesto Tribunale voglia fissare nuova udienza per l'audizione della madre”
Il difensore/curatore del minore: “dichiarare lo stato di adottabilità della minore
, trovandosi quest'ultima in una situazione di abbandono che può Persona_1 essere definita irreversibile, e disporre il collocamento della stessa in una famiglia avente i requisiti per l'adozione;
2) con espressa rinuncia ai termini ex art. 190 c.p.c.;
3) con vittoria di spese e compensi professionali, oltre 15% per rimborso spese generali ed accessori di legge, da porsi a carico dell'Erario stante l'ammissione della minore al Patrocinio a spese dello Stato.”
L'Ente affidatario ha espresso in data 28.11.2023 parere favorevole alla dichiarazione di adottabilità.
Il P.M. il 8.1.2024 ha espresso parere“favorevole alla dichiarazione di adottabilità”
RAGIONI IN FATTO E IN DIRITTO DELLA DECISIONE
[1]
La minore è stata segnalata alla nascita come nata il 20 luglio Parte_1 2023, dalla struttura ospedaliera per la preoccupante e già nota “fragilità socio/familiare” del nucleo di origine, conosciuta in occasione del precedente ricovero, nel settembre 2021, del primogenito della coppia, Parte_2
Il bambino era nato con TC urgente da gravidanza trascurata (mai nessun controllo, né esame) e la madre, all'atto dell'accesso al reparto di ostetricia e ginecologia dell'Ospedale, il 10 ottobre 21, per rottura delle acque, si presentava in condizioni di indigenza e trascuratezza personale, “poco orientata”, riferendo in maniera a tratti confusa al personale in merito alla sua situazione. Dai colloqui era risultato che la donna, residente in provincia di Cosenza, era priva di una sistemazione abitativa, avendo vissuto con il compagno, padre del minore (sig.
nato in [...] il [...]) del quale non sapeva riferire con Persona_3 sicurezza il cognome, inizialmente a Novara in un cotonificio abbandonato e senza luce, poi a seguito di uno sgombero, presso alcuni conoscenti a Baranzate. La signora aveva altresì riferito di essersi convertita, nel 2016, alla religione islamica per libera scelta e di aver nel passato effettuato alcuni accessi in PS per crisi d'ansia, trattati con benzodeazepine.
pagina 2 di 17
La signora aveva descritto un rapporto molto conflittuale con la propria famiglia di origine, residente in provincia di Cosenza, vissuta come estremamente giudicante al punto da non aver ella fornito ai familiari alcuna informazione né sul compagno né tanto meno sulla gravidanza. Nei giorni successivi al parto era invece giunta in reparto la nonna materna che aveva espresso la propria preoccupazione per la figlia della quale riferiva che in passato
“era sparita per diversi mesi” senza dare notizie. La madre di dopo aver appreso Pt_2 che la propria genitrice era giunta a conoscenza del parto aveva manifestato irrequietezza e opposizione ai trattamenti ed era emersa “sfumata persecutorietà, pur non strutturata in un franco delirio, sia nei confronti della donna (“mi fa la macumba”) che dei curanti. Era stata impostata una terapia farmacologica con bassi dosaggi (Aloperidolo) ed era stata effettuata valutazione psichiatrica all'esito della quale era stata data indicazione di una presa in carico presso il servizio territoriale anche per monitorare la terapia e per un approfondimento clinico/diagnostico. Entrambi i genitori di risultavano privi di occupazione e l'arrivo del bambino non Pt_2 era stato preceduto da alcuna progettualità, né da alcuna attività preparatoria ad eccezione dell'acquisto di qualche vestitino. All'epoca il bambino era stato riconosciuto al decimo giorno per difficoltà correlate al mancato rinnovo del titolo di soggiorno del padre biologico che versava in una condizione di totale precarietà lavorativa ed abitativa.
A tutela del neonato era stato aperto inizialmente procedimento de potestate n. 2527/21
VG.
Dopo un periodo di degenza ospedaliera [durante il quale erano stati rilevati comportamenti necessitanti un inquadramento psichiatrico con irrequietezza, oppositività, scarsa attenzione alle condizioni igienico sanitarie della stanza] la signora era stata collocata in una comunità mamma-bambino. Nel sia pur breve periodo di inserimento comunitario della diade
(25.1.22 – 30.3.22) erano emerse evidenti difficoltà della donna di rispondere ai bisogni del figlio e di sintonizzarsi con essi, nonché importanti profili di inadeguatezza della madre che si era poi volontariamente allontanata dalla comunità, lasciando il bambino alle cure degli educatori1.
pagina 3 di 17 del braccio, delle gocce di latte, che poi viene accuratamente pulito da ripetuti passaggi di carta assorbente. Nel frattempo, se il bimbo piange, tende a scusarsi con lui, rivolgendogli parole di affetto e Persona_2 invitandolo, con imbarazzo mortificazione, alla pazienza. Si segnala inoltre che, spesso, la signora dimentica la bottiglia di latte artificiale in stanza, fuori dal frigo, e questo ha comportato, in diverse occasioni, di doverlo buttare. Simili impedimenti e difficoltà si sono rilevati anche nell'igiene del bambino. Il cambio pannolino non avviene mai appena se ne presenta la necessità, ma sempre con un ritardo clamoroso e impiegandoci tempi molto lunghi. È capitato di trovare sporchi i vestiti di (nonché i luoghi in cui si Pt_2 trovava adagiato), senza che questo sollecitasse la signora ad effettuare una sostituzione e lavaggio tempestivi. Il cambio del pannolino risulta anch'esso un'operazione articolata, che si costruisce attraverso passaggi stereotipati e ripetitivi, a partire dal lavaggio del bambino, fino ad arrivare alla vestizione. In alcuni casi si è riscontrata una pulizia superficiale del minore, in altre un accanimento non necessario che si concretizza in ripetuti e inutili passaggi con acqua e sapone, rischiano di irritarne la sua pelle;
una volta sistemato il pannolino, tende ad allacciarlo e slacciarlo più volte, in preda a timori che sia Persona_2 troppo stretto, troppo largo, che faccia male al bambino o non riesca a contenere gli escrementi. Il dilatato lasso di tempo che richiede anche questa operazione, spesso espone il bambino a sbalzi termici perché lasciato nudo, senza particolare cura per la temperatura della stanza. Frequentemente inoltre stata incoraggiata a fare il bagnetto al bambino e le è stata fornita una vaschetta allo scopo, ma la signora spesso opta per lavarlo nel lavandino anche in posizioni poco confortevoli per il minore, adducendo, come motivazione, il fatto che abbia paura che la vaschetta sia sporca. Anche il momento del riposo del bambino si connota per il soddisfacimento di bisogni o convinzioni personali, mai superate nemmeno dietro argomentazioni fornite dall'équipe, che sono parse cadere nel vuoto. Il minore non viene mai adagiato nella sua culletta, perché la signora si addormenta improvvisamente mentre lo allatta, o perché ha timore che possa cadere dalla culla, o per tenerselo vicino. si trova così a dormire im posizioni Pt_2 approssimative, a volte anche rischiose, visto il sonno pesante della madre….non affida facilmente il minore alle cure dell'equipe (a volte non riesce a lasciarlo nemmeno per allontanarsi di qualche metro per raggiungere un'altra stanza) ed è apparsa angosciata nel farlo…..in altre occasioni, prevalentemente quando si è trattato di doversi impegnare nelle cure del bambino, la signora ha continuato a stare al telefono con il compagno, rimandando le necessità del minore e dimostrando di non essere in grado di definire e concretizzare le priorità. ……..La stanza risulta sempre sporca e non curata, il pavimento pieno di macchie.
Dal giorno dell'ingresso in struttura, la situazione di igiene negli spazi personali del nucleo è talmente degenerata che è stato necessario l'intervento dell'inserviente della struttura per effettuare una doverosa, adeguata pulizia e igienizzazione di camera e bagno e relative superfici, che presentavano incrostazioni e sporcizia localizzata ovunque, rendendo insalubri gli ambienti. Si è inoltre osservato che, qualsiasi cosa cada per terra (dal pezzo di carta da buttare, ai vestiti, al tappo della bottiglia dalla quale sta bevendo) non viene più raccolto toccata, ma accumulato in attesa di essere poi eliminato attraverso altre procedure….. I vestiti lavati, vengono spesso ammucchiati, bagnati, sopra lo stendino per essere stesi dopo ore (anche decine di ore) ed essere rilavati perché diventati maleodoranti……. Dorme vestita con gli abiti della giornata (che spesso indossa per giorni)…. . Sempre durante i turni notturni, sono emerse nuove criticità: a causa del cattivo odore presente in stanza (dovuto presumibilmente ai mucchi di biancheria bagnata abbandonata, o dei rifiuti, o alla chiusura prolungata delle finestre) la signora diceva di sentire irritazione sulla pelle (sostenendo che anche il bambino provasse fastidio per il prurito) e
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
TRIBUNALE PER I MINORENNI
MILANO
Il Tribunale riunito in Camera di Consiglio nelle persone di
Presidente rel. dott. Elly Marino
Giudice dott. Ciro Iacomino
Giudice Onorario dott. Daniela Ambrosi Giudice Onorario dott. Andrea Redaelli
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
art. 15 L. 184/1983
nel procedimento ai sensi degli artt. 8 ss L.184/83 promosso con ricorso urgente depositato il 27.7.23 dal P.M. nell'interesse della minore
nata a [...] il [...] Persona_1
(originariamente segnalata come Parte_1
con il curatore speciale/difensore Avv.to Lucia Bolzani del Foro di Milano ritualmente costituita in data 25.9.2023 , con ammissione al patrocinio a spese dello Stato giusta delibera del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Milano in data 21.9.2023
figlia di nata l'[...] a [...] con domicilio dichiarato sul Persona_2 territorio di Baranzate in via Milano 225 rappresentata e difesa dall'Avv.to Valeria Perini come da costituzione depositata in data 26.10.23
pagina 1 di 17
CONCLUSIONI DELLE PARTI e CP_1
(udienza di P.C. in data 11.12.23)
La difesa della madre “ insiste affinché codesto Tribunale voglia fissare nuova udienza per l'audizione della madre”
Il difensore/curatore del minore: “dichiarare lo stato di adottabilità della minore
, trovandosi quest'ultima in una situazione di abbandono che può Persona_1 essere definita irreversibile, e disporre il collocamento della stessa in una famiglia avente i requisiti per l'adozione;
2) con espressa rinuncia ai termini ex art. 190 c.p.c.;
3) con vittoria di spese e compensi professionali, oltre 15% per rimborso spese generali ed accessori di legge, da porsi a carico dell'Erario stante l'ammissione della minore al Patrocinio a spese dello Stato.”
L'Ente affidatario ha espresso in data 28.11.2023 parere favorevole alla dichiarazione di adottabilità.
Il P.M. il 8.1.2024 ha espresso parere“favorevole alla dichiarazione di adottabilità”
RAGIONI IN FATTO E IN DIRITTO DELLA DECISIONE
[1]
La minore è stata segnalata alla nascita come nata il 20 luglio Parte_1 2023, dalla struttura ospedaliera per la preoccupante e già nota “fragilità socio/familiare” del nucleo di origine, conosciuta in occasione del precedente ricovero, nel settembre 2021, del primogenito della coppia, Parte_2
Il bambino era nato con TC urgente da gravidanza trascurata (mai nessun controllo, né esame) e la madre, all'atto dell'accesso al reparto di ostetricia e ginecologia dell'Ospedale, il 10 ottobre 21, per rottura delle acque, si presentava in condizioni di indigenza e trascuratezza personale, “poco orientata”, riferendo in maniera a tratti confusa al personale in merito alla sua situazione. Dai colloqui era risultato che la donna, residente in provincia di Cosenza, era priva di una sistemazione abitativa, avendo vissuto con il compagno, padre del minore (sig.
nato in [...] il [...]) del quale non sapeva riferire con Persona_3 sicurezza il cognome, inizialmente a Novara in un cotonificio abbandonato e senza luce, poi a seguito di uno sgombero, presso alcuni conoscenti a Baranzate. La signora aveva altresì riferito di essersi convertita, nel 2016, alla religione islamica per libera scelta e di aver nel passato effettuato alcuni accessi in PS per crisi d'ansia, trattati con benzodeazepine.
pagina 2 di 17
La signora aveva descritto un rapporto molto conflittuale con la propria famiglia di origine, residente in provincia di Cosenza, vissuta come estremamente giudicante al punto da non aver ella fornito ai familiari alcuna informazione né sul compagno né tanto meno sulla gravidanza. Nei giorni successivi al parto era invece giunta in reparto la nonna materna che aveva espresso la propria preoccupazione per la figlia della quale riferiva che in passato
“era sparita per diversi mesi” senza dare notizie. La madre di dopo aver appreso Pt_2 che la propria genitrice era giunta a conoscenza del parto aveva manifestato irrequietezza e opposizione ai trattamenti ed era emersa “sfumata persecutorietà, pur non strutturata in un franco delirio, sia nei confronti della donna (“mi fa la macumba”) che dei curanti. Era stata impostata una terapia farmacologica con bassi dosaggi (Aloperidolo) ed era stata effettuata valutazione psichiatrica all'esito della quale era stata data indicazione di una presa in carico presso il servizio territoriale anche per monitorare la terapia e per un approfondimento clinico/diagnostico. Entrambi i genitori di risultavano privi di occupazione e l'arrivo del bambino non Pt_2 era stato preceduto da alcuna progettualità, né da alcuna attività preparatoria ad eccezione dell'acquisto di qualche vestitino. All'epoca il bambino era stato riconosciuto al decimo giorno per difficoltà correlate al mancato rinnovo del titolo di soggiorno del padre biologico che versava in una condizione di totale precarietà lavorativa ed abitativa.
A tutela del neonato era stato aperto inizialmente procedimento de potestate n. 2527/21
VG.
Dopo un periodo di degenza ospedaliera [durante il quale erano stati rilevati comportamenti necessitanti un inquadramento psichiatrico con irrequietezza, oppositività, scarsa attenzione alle condizioni igienico sanitarie della stanza] la signora era stata collocata in una comunità mamma-bambino. Nel sia pur breve periodo di inserimento comunitario della diade
(25.1.22 – 30.3.22) erano emerse evidenti difficoltà della donna di rispondere ai bisogni del figlio e di sintonizzarsi con essi, nonché importanti profili di inadeguatezza della madre che si era poi volontariamente allontanata dalla comunità, lasciando il bambino alle cure degli educatori1.
pagina 3 di 17 del braccio, delle gocce di latte, che poi viene accuratamente pulito da ripetuti passaggi di carta assorbente. Nel frattempo, se il bimbo piange, tende a scusarsi con lui, rivolgendogli parole di affetto e Persona_2 invitandolo, con imbarazzo mortificazione, alla pazienza. Si segnala inoltre che, spesso, la signora dimentica la bottiglia di latte artificiale in stanza, fuori dal frigo, e questo ha comportato, in diverse occasioni, di doverlo buttare. Simili impedimenti e difficoltà si sono rilevati anche nell'igiene del bambino. Il cambio pannolino non avviene mai appena se ne presenta la necessità, ma sempre con un ritardo clamoroso e impiegandoci tempi molto lunghi. È capitato di trovare sporchi i vestiti di (nonché i luoghi in cui si Pt_2 trovava adagiato), senza che questo sollecitasse la signora ad effettuare una sostituzione e lavaggio tempestivi. Il cambio del pannolino risulta anch'esso un'operazione articolata, che si costruisce attraverso passaggi stereotipati e ripetitivi, a partire dal lavaggio del bambino, fino ad arrivare alla vestizione. In alcuni casi si è riscontrata una pulizia superficiale del minore, in altre un accanimento non necessario che si concretizza in ripetuti e inutili passaggi con acqua e sapone, rischiano di irritarne la sua pelle;
una volta sistemato il pannolino, tende ad allacciarlo e slacciarlo più volte, in preda a timori che sia Persona_2 troppo stretto, troppo largo, che faccia male al bambino o non riesca a contenere gli escrementi. Il dilatato lasso di tempo che richiede anche questa operazione, spesso espone il bambino a sbalzi termici perché lasciato nudo, senza particolare cura per la temperatura della stanza. Frequentemente inoltre stata incoraggiata a fare il bagnetto al bambino e le è stata fornita una vaschetta allo scopo, ma la signora spesso opta per lavarlo nel lavandino anche in posizioni poco confortevoli per il minore, adducendo, come motivazione, il fatto che abbia paura che la vaschetta sia sporca. Anche il momento del riposo del bambino si connota per il soddisfacimento di bisogni o convinzioni personali, mai superate nemmeno dietro argomentazioni fornite dall'équipe, che sono parse cadere nel vuoto. Il minore non viene mai adagiato nella sua culletta, perché la signora si addormenta improvvisamente mentre lo allatta, o perché ha timore che possa cadere dalla culla, o per tenerselo vicino. si trova così a dormire im posizioni Pt_2 approssimative, a volte anche rischiose, visto il sonno pesante della madre….non affida facilmente il minore alle cure dell'equipe (a volte non riesce a lasciarlo nemmeno per allontanarsi di qualche metro per raggiungere un'altra stanza) ed è apparsa angosciata nel farlo…..in altre occasioni, prevalentemente quando si è trattato di doversi impegnare nelle cure del bambino, la signora ha continuato a stare al telefono con il compagno, rimandando le necessità del minore e dimostrando di non essere in grado di definire e concretizzare le priorità. ……..La stanza risulta sempre sporca e non curata, il pavimento pieno di macchie.
Dal giorno dell'ingresso in struttura, la situazione di igiene negli spazi personali del nucleo è talmente degenerata che è stato necessario l'intervento dell'inserviente della struttura per effettuare una doverosa, adeguata pulizia e igienizzazione di camera e bagno e relative superfici, che presentavano incrostazioni e sporcizia localizzata ovunque, rendendo insalubri gli ambienti. Si è inoltre osservato che, qualsiasi cosa cada per terra (dal pezzo di carta da buttare, ai vestiti, al tappo della bottiglia dalla quale sta bevendo) non viene più raccolto toccata, ma accumulato in attesa di essere poi eliminato attraverso altre procedure….. I vestiti lavati, vengono spesso ammucchiati, bagnati, sopra lo stendino per essere stesi dopo ore (anche decine di ore) ed essere rilavati perché diventati maleodoranti……. Dorme vestita con gli abiti della giornata (che spesso indossa per giorni)…. . Sempre durante i turni notturni, sono emerse nuove criticità: a causa del cattivo odore presente in stanza (dovuto presumibilmente ai mucchi di biancheria bagnata abbandonata, o dei rifiuti, o alla chiusura prolungata delle finestre) la signora diceva di sentire irritazione sulla pelle (sostenendo che anche il bambino provasse fastidio per il prurito) e
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