Trib. Trieste, sentenza 14/08/2024, n. 751

R.G. n. 2080/2023
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Tribunale Ordinario di Trieste
Sezione specializzata in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell'Unione Europea
IN COMPOSIZIONE MONOCRATICA
* * * * * * * Il Giudice dott. Andrea D'Alessio,
a scioglimento della riserva assunta all'udienza in trattazione scritta del 25 luglio 2024 viste le note conclusive delle parti, ha pronunciato la seguente
SENTENZA nella causa proposta da
nato a Verdove, in [...], il [...], C.F. Parte_1
, rappresentato e difeso dall'Avv.to Paola Chiandotto del Foro di Pordenone C.F._1
ricorrente contro
, C.F. , in persona del Ministro pro tempore, difeso Controparte_1 P.IVA_1
ex lege dall'Avvocatura dello Stato di Trieste, nella persona del Dott. Guglielmo Guglielmi, Avvocato dello Stato resistente oggetto: impugnazione ex artt. 30, comma VI, d.lgs. n. 286/1998 e 20 d.lgs. n. 150/2011;

CONCLUSIONI
Per parte ricorrente: «in via principale: - in accoglimento del ricorso voglia l'Ill.mo Tribunale dichiarare nullo e/o annullabile il provvedimento emesso dalla Questura di Udine e ordinare alla
Questura di Udine il rilascio di un permesso per ricongiungimento familiare sussistendone i presupposti.
Con rifusione delle spese e competenze di causa;
In via subordinata: nella denegata ipotesi in cui l'Ill.mo Tribunale non ritenga di riconoscere un permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare, riconoscere al ricorrente il diritto al rilascio di un permesso di soggiorno per cure mediche ex art. 32 T.U.Immigrazione ed ordinare alla Questura di Udine il relativo rilascio».
Per parte resistente: «voglia l'Ill.mo Tribunale adito, rigettare il ricorso in quanto inammissibile e infondato nel merito.
Con rigetto di ogni istanza cautelare, per insussistenza dei requisiti di periculum in mora e di fumus boni juris. Spese, diritti e onorari integralmente rifusi».
MOTIVAZIONE
1. Con ricorso depositato il 12 maggio 2023, ha impugnato il decreto del Parte_1
Questore della Provincia di Udine, emanato il 13 aprile 2023 e notificato il 17 aprile 2023, con cui è stata dichiarata inammissibile la domanda di rilascio del permesso di soggiorno per motivi familiari presentata dal ricorrente.
Nell'atto introduttivo il ricorrente ha dedotto: i) di essere giunto in Italia il 1° settembre 2022, con visto d'ingresso per turismo, con la propria coniuge, e di aver presentato istanza Persona_1
di rilascio per permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare con il proprio figlio, Persona_2
titolare di regolare permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato, presso la cui
[...]
abitazione è ospitato dal suo arrivo;
ii) di essere affetto da importanti problematiche cardiovascolari
e di aver subito complicazioni che ne hanno determinato il ricovero presso l'ospedale di Udine;
iii) di essersi recato più volte in Albania, nel corso dell'istruttoria amministrativa, al solo fine di richiedere personalmente gli atti necessari al completamento della procedura e ritirarli;
iv) di aver visto la propria istanza rigettata a causa del rifiuto opposto dalla Questura al deposito della predetta documentazione;
v) di vivere a carico del figlio come certificato dalle autorità albanesi, e Per_2 di avere un'altra figlia, non più residente in territorio albanese. Persona_3
In data 16/10/2023 si è costituita in giudizio parte resistente, la quale ha eccepito: i) carenze documentali a corredo della domanda amministrativa proposta da parte ricorrente, non sanate a seguito della richiesta di integrazione avanzata dall'amministrazione procedente;
ii) l'effettuazione da parte del ricorrente di numerosi viaggi in patria a seguito della presentazione della domanda;
iii) la presenza di altra figlia, residente in [...], in grado di farsi carico del ricorrente.
La causa è stata istruita all'udienza del 17/10/2023 ed è stata trattenuta in decisione con assegnazione di termine per note conclusionali.
A seguito della variazione tabellare del 2/2/2024 il fascicolo è stato riassegnato al giudice dott.
Andrea D'Alessio, il quale, considerato che la discussione era interamente svolta dinanzi ad altro

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giudice, in ossequio al principio dell'immutabilità ha rimesso la causa sul ruolo e fissato udienza di discussione orale, sostituendola con il deposito di brevi