Art. 2159. (Scioglimento del contratto). Salve le norme generali sulla risoluzione dei contratti per inadempimento, ciascuna delle parti puo' chiedere lo scioglimento del contratto quando si verificano fatti tali da non consentire la prosecuzione del rapporto.

Articolo 2159 del Codice civile

Altri contenuti che potrebbero interessarti

TAR Lecce, sez. III, sentenza breve 2021-11-30, n. 202101721

Il contratto di mezzadria può essere sciolto, ai sensi dell'art. 2159 cod. civ., anche per gli inadempimenti delle obbligazioni contrattuali non sufficientemente gravi per giustificare la risoluzione per inadempimento o per fatti obbiettivi non imputabili alle parti, quando gli uni o gli altri siano tali da non consentire la prosecuzione del rapporto, quali gli inadempimenti che dipendono dalla violazione dell'obbligo di buona fede e di lealtà nella esecuzione del contratto o i fatti che, concretandosi nella mancanza dei prodotti e degli utili, rendono antieconomica la prosecuzione del rapporto, privandolo del suo scopo.

Cass. civ., sez. III, sentenza 08/10/1992, n. 11000

In tema di scioglimento del contratto l'art. 2159 cod. civ., facendo espressamente salve le norme generali sulla risoluzione per inadempimento, si applica anche a ipotesi nelle quali la continuazione del rapporto è impedita da fatti diversi dalla violazione degli obblighi contrattuali, anche non attribuibili a colpa di alcuna delle parti ma che, apprezzati in relazione alle esigenze oggettive dell'azienda agricola, rendano non più economicamente utile la prosecuzione del rapporto e, quindi, si appalesano idonei a impedirne la normale funzionalità. ( V 2033/82, mass n 419893; ( V 1708/74, mass n 369879).*

In caso di morte del colono, il rapporto di Colonia si scioglie - in maniera automatica - alla fine dell'anno agrario in corso - ovvero alla fine di quello successivo, nell'ipotesi di cui al terzo comma dell'art. 2158 cod. civ. - qualora, entro lo stesso termine gli eredi non abbiano provveduto a designare persona idonea alla prosecuzione del rapporto, con atto ricettizio diretto al concedente, il quale deve esternare una inequivoca volontà di consentire che il nuovo colono subentri al precedente nella medesima posizione contrattuale, in virtù della persistente unicità del rapporto, non essendo, all'uopo, sufficiente la manifestazione di volontà di assentire che il fondo già coltivato dal colono sia oggetto di conduzione da parte di altra persona immessasi nel possesso dello stesso. ( V 20/83, mass n 424816; ( V 42/82, mass n 417728; ( V 1344/79, mass n 397615).*

Cass. civ., sez. III, sentenza 20/01/1986, n. 338

La disposizione dell'art. 46, penultimo comma, della legge 3 maggio 1982 n. 203 (norme sui contratti agrari), circa l'assegnazione di un termine per la purgazione della mora, concerne soltanto le controversie in tema di affitto e, pertanto, non è applicabile nelle controversie in tema di rapporti associativi, come la mezzadria e la Colonia parziaria.*

In tema di rapporto di Colonia parziaria anteriore all'entrata in vigore della legge 15 settembre 1964 n. 756 (norme in materia di contratti agrari), il colono, il quale deduca la ricorrenza di un'ipotesi di concessione di nudo terreno, soggetta, quanto alla divisione dei prodotti e degli utili, alla disciplina dell'art. 9 di tale legge (che assegna al colono la quota di quattro quinti, ridotta a tre quinti ove il concedente partecipi alle spese di coltivazione), ha l'Onere di dimostrare detta condizione del fondo al tempo dell'entrata in vigore della citata legge. ( V 6271/81, mass n 417082).*

L'immediata applicabilità delle Disposizioni, sia sostanziali che processuali, della legge 3 maggio 1982 n. 203 (norme sui contratti agrari), stabilita - con le eccezioni ed i limiti ivi previsti - dall'art. 53 della stessa legge, non comporta l'Invalidità degli Atti processuali già compiuti al momento dell'entrata in vigore della legge ne', in particolare, comporta che il processo debba regredire per un adempimento - come il tentativo di conciliazione ex art. 46 della medesima legge - previsto per una fase precedente all'instaurazione del giudizio di primo grado.*

L'eccezione d'inadempimento, che è invocabile nei rapporti che traggono origine dai contratti di scambio, non è invece proponibile in tema di contratti associativi, come la mezzadria e la Colonia parziaria, ancorché in ordine a questi, ai sensi dell'art. 2159 cod. civ. (richiamato dall'art. 2169), sia proponibile Azione di risoluzione secondo le norme generali, con conseguente ammissibilità del giudizio comparativo tra le eventuali inadempienze reciproche delle parti. Invero, detta eccezione, cui il citato art. 2159 non fa alcun riferimento, trova ostacolo nella struttura del rapporto associativo (nel quale le prestazioni delle parti convergono ad un unico, comune risultato) per difetto di controprestazioni aventi ciascuna causa nell'altra.*

Cass. civ., sez. III, sentenza 11/10/1985, n. 4951

Poiché, ai sensi dell'art. 28 cod. proc. pen., la sentenza penale irrevocabile fa stato, nel giudizio civile, per quanto concerne il fatto accertato dal giudice penale - intendendosi tale il complesso degli elementi, delle circostanze e delle modalità che hanno dato luogo all'affermazione di responsabilità - al giudice civile è interdetta una diversa valutazione del fatto stesso, che deve rimanere fermo nella sua materialità e nella sua configurazione giuridica. Conseguentemente, nel caso in cui venga posta a fondamento della domanda di risoluzione del contratto di mezzadria la condanna del mezzadro per il delitto di minaccia grave nei confronti del concedente, per fatti inerenti alla conduzione del fondo, il giudice civile non può procedere ad una diversa valutazione del fatto reato degradandolo dal riconosciuto carattere di illiceità ma deve limitarsi a valutare se siffatto accadimento sia o meno incompatibile con la prosecuzione del rapporto di compartecipazione agraria e, quindi, idoneo a determinare lo scioglimento del contratto ai sensi dell'art. 2159 cod. civ..*

Articolo 2159 del Codice civile

Sentenze • 13