 Art. 2450-bis. <br> <br>((ARTICOLO NON PIU' PREVISTO A SEGUITO DELLA SOSTITUZIONE DEL LIBRO V, TITOLO V, CAPO V, DISPOSTA DAL D.LGS. 17 GENNAIO 2003, N. 6))

Articolo 2450 bis del Codice civile

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In tema di scioglimento di società, l'art. 2310 cod. civ., richiamato, quanto alle società per azioni, dall'art. 2452, primo comma, del codice medesimo, prevede espressamente che il liquidatore è investito del potere di rappresentare la società, anche in giudizio, non già dal momento della sua nomina (assembleare o giudiziale che sia), bensì dalla data dell'iscrizione di tale nomina nel registro delle imprese. Pertanto, prima che l'iscrizione sia stata eseguita, il potere di rappresentanza dell'ente resta in capo all'amministratore, cui già in precedenza spettava (non potendosi ipotizzare al riguardo alcuna soluzione di continuità), ed è quindi valida la procura alle liti da quest'ultimo rilasciata, non incidendo, peraltro, in alcun modo sul corso successivo di un giudizio il mutamento nella persona del legale rappresentante di un ente, avvenuto in pendenza del giudizio precedentemente ben instaurato da chi disponeva dei poteri necessari per farlo.

L'art. 11 della legge 16 dicembre 1977, n. 904, prevede, fra l'altro, per le società per azioni con capitale inferiore ai duecento milioni di lire, l'obbligo, entro tre anni, di aumentarlo fino a quel livello minimo, oppure di trasformarsi in società a responsabilità limitata. Ad un tal riguardo, la clausola statutaria che richieda una maggioranza qualificata (nella fattispecie, l'80 per cento del capitale sociale) per le deliberazioni modificative dell'atto costitutivo deve ritenersi applicabile anche in relazione alla deliberazione dell'assemblea (straordinaria) di trasformazione della società assunta ai sensi della norma suddetta, a nulla rilevando a tal fine che le modificazioni statutarie abbiano il loro presupposto in una previsione legale.

Cass. civ., sez. I, sentenza 18/09/2003, n. 13746

In tema di procura alle liti rilasciata da persona giuridica, la procura con firma illeggibile di soggetto che si qualifica, nella stessa procura o nel contesto dell'atto cui questa accede, come legale rappresentante di persona giuridica privata, si presume validamente rilasciata dalla persona fisica investita, secondo lo statuto, del necessario potere rappresentativo, e spetta alla controparte non semplicemente dedurre l'illeggibilità della firma, ma contestare, con valide e specifiche ragioni e prove, che la firma sia quella del soggetto cui compete la rappresentanza processuale della persona giuridica.

Articolo 2450 bis del Codice civile

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