 Art. 585. <br> <br> ((Successione del coniuge separato.))((Il coniuge cui non e' stata addebitata la separazione con sentenza passata in giudicato ha gli stessi diritti successori del coniuge non separato. <br> <br> Nel caso in cui al coniuge sia stata addebitata la separazione con sentenza passata in giudicato, si applicano le disposizioni del secondo comma dell'articolo 548))

Articolo 585 del Codice civile

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Cass. civ., sez. III, ordinanza 29/05/2023, n. 15076

Cass. civ., sez. II, ordinanza 23/01/2018, n. 01630

L'assegno di divorzio trova ragione, non in una persistente Rilevanza di certi effetti del vincolo coniugale, ma nello scioglimento stesso del vincolo, e costituisce un effetto nuovo, determinabile con criteri diversi. In particolare, il predetto assegno, a differenza di quello di mantenimento,relativo al diritto del coniuge, separato senza colpa, di partecipare allo stato sociale ed economico del coniuge colpevole, ha natura composita (assistenziale, risarcitoria, compensativa), e la sua funzione assistenziale o la considerazione della colpa costituiscono solo componenti di una valutazione ispirata anche ad altri criteri, estranei al regime patrimoniale fra coniugi in costanza di matrimonio. L'assegno di divorzio tende sopra tutto a ristabilire un certo equilibrio delle condizioni del coniuge che, impoverito dallo scioglimento del matrimonio, abbia minori responsabilita nella definitiva disgregazione familiare, ed abbia dato un notevole contributo personale ed economico alla conduzione della famiglia. In tale prospettiva deve avere il dovuto peso, fra gli elementi di indagine, anche la corresponsione e la misura dell'assegno di mantenimento eventualmente gia goduto dal coniuge in regime di separazione personale; e deve parimenti tenersi presente che il coniuge separato, ancorche non percepisca alcun assegno, conserva, oltre all'aspettativa alla successione ereditaria nei beni dello altro coniuge (artt 584 e 585 cod civ in relazione agli artt 182 e 193 della legge 19 maggio 1975, n 151), anche il diritto di chiedere eventualmente (qualora in concreto se ne realizzino i presupposti) la corresponsione degli alimenti (ai sensi dell'art 433 cod civ); diritto, quest'ultimo, che viene definitivamente precluso dalla pronunzia di scioglimento del vincolo che ne costituisce il presupposto. ( V 40/76).*

La natura urgente della causa, ai fini della sospensione dei termini nel periodo feriale, puo ravvisarsi solo per le cause previste dall'art 92 dell'ordinamento giudiziario, fra le quali quella avente per oggetto la corresponsione di alimenti ed in genere quelle rispetto alle quali la ritardata trattazione potrebbe produrre grave pregiudizio alle parti. Non ricorrono i predetti presupposti in una controversia riguardante l'assegno di divorzio, ne sotto il primo profilo, dovendosi escludere una natura alimentare dell'assegno stesso, ne sotto il secondo, ove manchi la dichiarazione di urgenza, che deve essere fatta dal giudice competente, con decreto.*

I tre criteri (assistenziale, risarcitorio, compensativo) previsti al riguardo dalla legge operano sia come criteri di attribuzione, sia come parametri di Determinazione e vanno tutti esaminati ai fini dell'assegno di divorzio. Peraltro, la necessaria contestualita di valutazione, in proposito, incontra il limite della concreta deduzione di elementi di fatto esposti dalle parti a sostegno delle rispettive ragioni, e non risulta violata da una pronunzia giudiziale che, con argomenti chiaramente desumibili dal complesso della motivazione, riconosca decisiva Rilevanza o notevole prevalenza, nella fattispecie in esame, ad uno solo dei criteri indicati dalla legge. ( Conf 40/76; V 2008/74, mass n 370271).*

Cass. civ., sez. I, sentenza 09/01/1976, n. 41

A) nel sistema della legge sono considerate due sole specie di aperture praticate nel muro contiguo al fondo del vicino; la finestra a prospetto o veduta diretta od obliqua, caratterizzata dalla possibilita di inspicere in alienum, e la finestra lucifera o luce di tolleranza, destinata soltanto a illuminare l'interno dell'edificio cui appartiene. Non esistendo un tertium genus di apertura, in finestra, che non abbia i caratteri della veduta, è finestra lucifera, anche se in essa non si osservano tutte le condizioni prescritte negli articoli 584, 585 codice civile. Tali finestre lucifere irregolari non sono idonee a determinare l'acquisto per usucapione del diritto a mantenerle e non impediscono al proprietario del fondo vicino l'Esercizio, in qualunque momento, della facoltà di pretenderne la regolarizzazione nei modi pre scritti o di chiuderle con l'appoggio della sua fabbrica. B) vedute prospettiche sono quelle che non solo consentono una comoda inspectio sul fondo del vicino senza l'uso di mezzi artificiali, ma anche una comoda perspectio, e cioè la possibilita di affaccio con sporgenza del capo, possibilita che astrattamente puo non essere impedita dall' esistenza di una inferriata, giacche la possibilita di affaccio deve essere stabilita in concreto, specie in relazione all'ampiezza delle maglie dell'inferriata stessa. Tale principio tuttavia va contemperato con l'altro per cui la perspectio sussiste solo quando la finestra consenta il libero affacciarsi nel fondo del vicino, con la possibilità di guardare di fronte, obliquamente e lateralmente. Se, l'apertura non ha tali caratteri essa è considerata come luce, anche se non sono state osservate le altre prescrizioni stabilite per le luci.

Articolo 585 del Codice civile

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