Art. 2.((PROVVEDIMENTO ABROGATO DAL D.L. 22 DICEMBRE 2008, N. 200, <br> CONVERTITO CON MODIFICAZIONI DALLA L. 18 FEBBRAIO 2009, N. 9))

Art 2

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Cass. civ., sez. V trib., sentenza 05/04/2023, n. 09337

L'art. 1 della legge 19 luglio 1961 n. 659 - estendendo agli edifici collettivi od assimilati, di cui all'art. 2 del R.d.l. 21 giugno 1938 n. 1094, le agevolazioni tributarie contemplate per le case di abitazione non di lusso dalla legge 2 luglio 1949 n. 408 "e successive proroghe e modificazioni" - ha disposto un rinvio, non recettizio, ma formale e perciò comprensivo di qualsiasi nuova legge inquadrabile nell'ambito della normativa tributaria tesa a favorire l'incremento delle case di abitazione, come l'art. 5 della legge 2 febbraio 1960 n. 35, introduttivo della nuova agevolazione della tassazione per quinti degli edifici. ( Conf 955/82, mass n 418819).*

Nel sistema di accertamento e di imposizione dell'imposta di consumo sui materiali di costruzione, la notificazione del preavviso del sopralluogo del tecnico delegato dal comune, prevista dall'art. 47, primo comma, del R.d. 30 aprile 1933 n. 1138 - in quanto volta a garantire il diritto del contribuente al contraddittorio con l'ufficio nella fase di rilievo della quantità e qualità delle opere - costituisce un presupposto di legittimità dell'accertamento definitivo, ma non è anche necessaria nella fase di applicazione provvisoria del tributo, nella quale non vi è un contraddittorio da salvaguardare, trattandosi di liquidazione effettuata sul presunto ammontare dell'imposta risultante dalla denuncia dello stesso contribuente (ex artt. 44 e 46 del R.d. cit.). ( V 4067/85, mass n 441591; ( V 688/75, mass n 374022; ( V 289/64, mass n 304317).*

Cass. civ., sez. I, sentenza 17/02/1986, n. 932

L'art. 1 della legge 19 luglio 1961 n. 659 - che ha esteso agli edifici "collettivi" o "assimilati", di cui all'art. 2 del R.d.l. 21 giugno 1938 n. 1094, le agevolazioni tributarie contemplate per le case di abitazione non di lusso dalla legge 2 luglio 1949 n. 408 e "successive proroghe e modificazioni" - con quest'ultima espressione, data la prevedibile necessità di futuri interventi legislativi in materia e considerato l'uso del plurale, a fronte della sola modificazione già introdotta (con la legge 2 febbraio 1960 n. 35) alla data del 1961, ha disposto un rinvio, non recettizio, ma formale, e perciò comprensivo di qualsiasi nuova legge inquadrabile nell'ambito della normativa tributaria tesa a favorire l'incremento delle case di abitazione e degli edifici "assimilati", come l'art. 45 del d.l. 15 marzo 1965 n. 124 (convertito nella legge 13 maggio 1965 n. 431), nella parte in cui estende il beneficio fiscale in esso indicato (riduzione a quattro quinti della misura normale dell'imposta comunale di consumo sui materiali da costruzione) ai fabbricati "ultimati entro il 31 dicembre 1968".*

Dal coordinamento delle norme contenute nella legge 19 luglio 1961 n. 659 con quelle di cui alla legge 2 luglio 1949 n. 408 e "successive proroghe e modificazioni" si evince che l'esenzione totale dal pagamento delle imposte di consumo sui materiali impiegati nella costruzione degli edifici "collettivi" o "assimilati", di cui allo art. 2 del R.d.l. 21 giugno 1938 n. 1094, compete esclusivamente nel caso che i lavori relativi abbiano avuto inizio prima della data del 31 dicembre 1959, laddove per le costruzioni iniziate in epoca successiva la sola agevolazione concessa è quella della "riduzione graduale", nella misura ed in base ai criteri indicati nell'art. 5 della legge 2 febbraio 1960 n. 35. ( V 5284/77, mass n 388950; ( V 843/75, mass n 374223; ( V 3861/74, mass n 372396; ( Conf 1905/72, mass n 358978; ( Conf 2575/71, mass n 353660).*

La disciplina della prescrizione prevista per il credito d'imposta (nella specie: dall'art. 48 del R.d. 14 settembre 1931 n. 1175, come modif. Dall'art. 1 del R.d.l. 25 febbraio 1939 n. 338, per la imposta di consumo sui materiali da costruzione) non si estende alla prescrizione del credito per "rimborso", contrattualmente stabilito tra il debitore d'imposta ed un terzo, poiché, mentre la prima di tali prescrizioni attiene al rapporto fra l'ente impositore ed il contribuente, la seconda inerisce ad un rapporto fra due soggetti privati (cui resta estraneo l'ente impositore) che, pertanto, non può intendersi regolato dalla legge tributaria, dovendo, invece, ritenersi per esso applicabile la regola generale stabilita dallo art. 2946 cod. civ.*

Art 2

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