Art. 55.((ARTICOLO ABROGATO DAL D.LGS. 18 DICEMBRE 1997, N. 472))

Art 55

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Cass. civ., sez. V trib., sentenza 14/04/2003, n. 5885

In materia di riscossione di tributi, data in concessione dall'amministrazione finanziaria ai sensi del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 602, e del d.P.R. 28 gennaio 1988, n. 43, tra le controversie che l'art. 5, primo comma, della legge 6 dicembre 1971, n. 1034 riserva alla cognizione del giudice amministrativo rientrano anche quelle relative a sanzioni che l'amministrazione concedente abbia irrogato nei confronti del concessionario per ritenute violazioni degli obblighi dallo stesso assunti a seguito dell'atto di concessione. Nè alcuna portata innovativa sul riparto di giurisdizione è stata introdotta dall'art. 46 del D.Lgs. 13 aprile 1999, n. 112, il quale, nel disporre il riordino del servizio nazionale della riscossione, richiama la legge 24 novembre 1981, n. 689, non per la competenza del giudice ordinario in tema di opposizione a sanzioni amministrative, prevista dall'art. 23 di quest'ultima legge, ma esclusivamente per quanto attiene al principio di legalità e agli altri principi generali contenuti nel capo I, sezione I della detta legge.

Cass. civ., SS.UU., ordinanza 08/07/2003, n. 10735

Un provvedimento amministrativo, quale l'ordinanza dell'intendente di finanza, prevista dall'art. 55 della legge 7 gennaio 1929 n. 4, irrogante sanzione pecuniaria per violazione delle leggi finanziarie, può essere motivata anche per relationem, mediante richiamo del verbale di accertamento della trasgressione, poiché in tal modo il destinatario del provvedimento, che ha già avuto conoscenza dell'atto richiamato, è posto ugualmente nella condizione di conoscere i motivi per i quali l'atto è stato emanato. ( V 3896/82, mass n 421846; ( V 3094/81, mass n 413663; ( V 3366/80, mass n 407160; ( V 4547/79, mass n 401050).*

L'Obbligo del pagamento delle pene pecuniarie per violazione delle leggi finanziarie discende, per i trasgressori e per gli obbligati in solido, direttamente dalla legge (art. 10 e 12 della legge 7 gennaio 1929 n. 4), nel senso che esso sorge nel momento in cui si verifica la particolare situazione di fatto cui la legge ricollega il pagamento di una somma di danaro a titolo di pena pecuniaria, e non per effetto del processo verbale di accertamento della trasgressione che, da una parte ha valore di dichiarazione del verificato presupposto per l'applicazione della pena, dall'altra ha la funzione, attraverso la sua notificazione, di far conoscere agli interessati la pretesa tributaria e di porli in grado di esercitare il diritto di difesa nell'ambito del particolare procedimento per la formazione del titolo esecutivo.*

L'ordinanza dell'intendente di finanza recante condanna a pena pecuniaria per violazione di leggi finanziarie a carico solidale di una società e dell'amministratore unico in proprio, se notificata a quest'ultimo presso la Sede (o il domiciliatario) della società, deve ritenersi venuta a legale conoscenza anche dello stesso in proprio, attesa l'inscindibilità del contenuto dell'atto, che lo riguarda sia quale amministratore unico della società, sia quale responsabile in proprio, e comunque l'irregolarità della notifica è sanata se contro l'ordinanza sia stata dallo stesso amministratore proposta tempestiva opposizione, anche in proprio.*

Cass. civ., sez. I, sentenza 09/04/1983, n. 2519

L'ammissione al passivo del fallimento di un credito dell'amministrazione per pena pecuniaria, per violazione di norme finanziarie, ai sensi dell'art. 55 della legge 7 gennaio 1929 n. 4, postula il provvedimento dell'intendente di finanza quantificativo ed irrogativo della sanzione stessa, il quale ne costituisce titolo necessario ed indefettibile.*

I crediti dell'amministrazione finanziaria per imposta di fabbricazione e per imposta generale sull'entrata sono suscettibili di insinuazione al passivo del fallimento del contribuente senza necessità di notificazione dell'atto di accertamento previsto dall'art. 40 del R.d.l. 7 agosto 1936 n. 1639, vertendosi in tema di Tributi alla cui Determinazione e corresponsione è direttamente tenuto il contribuente medesimo, mediante il cosiddetto autoaccertamento.*

La censura, rivolta a sostenere che il giudice del merito ha erroneamente ritenuto non proposta una domanda in effetti avanzata, si traduce nella denuncia di omessa pronuncia, cioè di un vizio "in procedendo", e, pertanto, implica che la suprema Corte non resta vincolata all'interpretazione delle istanze della parte resa da detto giudice, ma può procedere ad una loro autonoma e diretta valutazione, alla stregua degli Atti del processo. ( V 3170/80, mass n 406970; ( V 5633/79, mass n 402235).*

Cass. civ., sez. I, sentenza 14/01/1982, n. 229

La speciale procedura prevista dall'art 55 della legge 7 gennaio 1929, n 4 sulla repressione delle violazioni delle leggi finanziarie (secondo la quale l'intendente di finanza, prima di determinare con ordinanza, in caso di accertata responsabilita, l'ammontare della pena pecuniaria, deve notificare al trasgressore il verbale di accertamento, con invito a presentare le sue deduzioni) e applicabile solo quando concorrano queste condizioni: a) che si tratti di trasgressione non costituente reato e per la quale sia prevista una pena pecuniaria di natura civile; b) che l'irrogazione di tale pena, previo accertamento della contravvenzione fiscale, costituisca l'oggetto e il fine della ordinanza dell'intendente. La indicata procedura, estensibile anche alla materia dell'IGE per il richiamo contenuto nell'art 52 della legge 19 giugno 1940, n 762, non e applicabile nel caso in cui la trasgressione costituisca reato, neanche se questo sia dichiarato estinto per prescrizione. In tale ipotesi l'amministrazione puo procedere al recupero della imposta e della sopratassa (con esclusione di ogni penalita o pena pecuniaria) con il normale sistema della ingiunzione fiscale, avverso la quale puo proporsi opposizione dinanzi l'autorita giudiziaria ordinaria, con conseguente instaurazione di una controversia devoluta alla diretta e piena cognizione del giudice ordinario.*

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