Art. 11. Se la violazione della norma delle leggi finanziarie, per la quale sia stabilita la pena pecuniaria o la sopratassa, sia imputabile a piu' persone, queste sono tenute in solido al pagamento della pena pecuniaria o della sopratassa.

Art 11

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È legittima la notifica delle sanzioni, per omesso versamento Iva dovuta da società estinta, al socio non quale ex rappresentante legale ma quale accomandatario in quanto solidalmente responsabile in via sussidiaria. (G.T.) Riferimenti normativi: <a href="decodeurn?urn=urn:doctrib::DPR:1972;633_art4">art. 4 d.P.R. 633/72</a>; <a href="decodeurn?urn=urn:doctrib::DLG:1997;472_art16">art. 16 d.lgs. 472/97</a>, <a href="decodeurn?urn=urn:doctrib::DPR:1998;100_art1">art. 1 d.P.R .n. 100/98</a>; Riferimenti giurisprudenziali: Cass. sent. nn. 12022/06, 11228/07, 6220/01.

Commissione Tributaria Regionale Lazio, sez. II, sentenza 23/01/2017, n. 90

In materia    di   violazione   delle   leggi   finanziarie,   l'imputabilita' dell'infrazione a  piu'  persone, tenute pertanto in solido al pagamento delle relative soprattasse  e  pene  pecuniarie  ai  sensi dell'art. 4 della legge 7 gennaio 1929,  n.  4,  postula,  secondo  le comuni regole in tema di nesso di causalita' fra  condotta  ed evento, che le stesse persone siano coautrici del fatto, in  quanto  obbligate  ad  osservare la norma tributaria o ad impedirne l'inosservanza. Ne  consegue  che,  con riguardo alla mancata effettuazione di ritenute sul  reddito  di  capitale,  la  solidarieta' non ricorre a carico di soggetto diverso  da  quello  obbligato alla ritenuta stessa, cui la legge non imponga di  assicurare  il  relativo  adempimento. (Nella fattispecie, la S.C. ha escluso  che  la  mera  partecipazione di un soggetto ad atti negoziali che abbiano eventualmente  agevolato  l'inosservanza, da parte dell'obbligato, del dovere di  effettuare  la  ritenuta, ovvero reso piu' difficile l'accertamento della violazione,     possa    integrare    coimputabilita'    dell'infrazione tributaria).  --------------------------- Massima tratta dal CED della Cassazione.

Cass. civ., sez. V trib., sentenza 09/05/2002, n. 6601

E' nulla la notifica - e deve considerarsi tamquam non esset - dell'avviso di liquidazione  Iva ove effettuata da Messo Comunale notificatore privo della autorizzazione prefettizia   prevista   dall'art.  273, comma 3, RD 3.03.1934, n.383 in relazione agli artt. 56, comma primo, e 60, DPR 26.10.1972, n. 633 in quanto posta in essere da soggetto privo delle richieste e necessarie qualita' ( messo comunale ) e quindi notifica inesistente e nulla in quanto eseguita da soggetto del tutto estraneo alla Amministrazione.     Osservati i principi generali in tema di onere della prova di cui all'art. 2697 CC,   puo'   sostenersi che e' onere dell'Ufficio impositore sostenere la legittimita' del   proprio   complessivo   operato da cui non si sottrae ne e' esclusa la   intervenuta perfetta regolarita' della notifica del provvedimento impugnato.

Commissione Tributaria Regionale Toscana, sez. XXXII, sentenza 15/10/1997, n. 1

L'art. 3  della legge n. 4  del  1929  relativa agli illeciti tributari e alle relative  pene  pecuniarie,  nell'affidare alle leggi finanziarie di stabilire quando, dalla  violazione  delle norme in esse contenute e che non costituisca reato, sorga, per  il  trasgressore, l'obbligazione a pagamento di una somma a titolo di pena pecuniaria, a   favore   dello   Stato, e  nell'aggiungere  che l'obbligazione   ha  carattere   "civile", non  presenta  alcun  carattere  di incompatibilita' con  la disciplina dettata dalla legge n. 689 del 1981. Anche le pene pecuniarie per violazione di leggi finanziarie (cosi' come le sanzioni amministrative) appartengono, infatti, al  sistema   del   diritto   punitivo, caratterizzato   dalla  natura  afflittiva  della  sanzione    comminata   al trasgressore. Ne   consegue   pertanto,  l'applicabilita', anche alle sanzioni pecuniarie  relative   ad  illeciti   tributari, della   disposizione  di  cui all'art. 7  legge  n. 689   del   1981   relativa    alla   intrasmissibilita' dell'obbligazione  agli  eredi  non  bastando  -  d'altronde - affermare   il carattere "civile"  dell'obbligazione, a farne conseguire la trasmissibilita', e dovendosi escludere ogni   pretesa   funzione   anche risarcitoria rivestita dalla pena pecuniaria tributaria.

Il collegamento   tra  le  violazioni previste da leggi in materia finanziaria (e quindi  relative ai tributi dello Stato: art. 1 legge 7 gennaio 1929, n. 4) e  la  disciplina  generale  delle  sanzioni  amministrative  e' espressamente stabilito dall'art. 39 della legge 24 novembre 1981, n. 689  e trova ulteriore riscontro normativo  nell'art. 12 della legge n. 689 cit., il quale, definendo l'ambito   applicativo   delle  disposizioni  del  capo I  (nel   quale   sono compresi  gli  artt. 7  e  39), stabilisce  che esse si osservano - in  quanto applicabili  e  salvo  che   non   sia  diversamente  stabilito - per tutte le violazioni  per   le  quali  e'   prevista   la  sanzione  amministrativa  del pagamento  di  una   somma   di danaro, anche   quando  questa sanzione non e' prevista in sostituzione di una sanzione penale.

Costituisce   principio  generale   riaffermato  in  un  arco  di  tempo ormai considerevole  e  tradotto in esplicite proposizioni normative, quello per cui le  obbligazioni  di   pagare   le   somme  dovute a titolo di sanzioni per le violazioni amministrative   non   si trasmettono agli eredi. Tale principio si rende applicabile   a tutte le violazioni per le quali e' prevista la sanzione amministrativa del   pagamento   di   una somma di denaro, anche quando questa sanzione  non  e'  prevista in sostituzione di una sanzione penale, e trova la sua  ragione  giustificativa  nel carattere afflittivo di tali sanzioni che le riconduce all'ambito del diritto punitivo, accentuandone - quindi - la stretta inerenza alla persona del trasgressore.

Cass. civ., sentenza 04/12/1996, n. 10823

Secondo il sistema risultante dall'art 43 del RDL 9 gennaio 1940, n 2 (e successive modificazioni), nonche dall'art 11 della legge 7 gennaio 1929, n 4, quando l'infrazione fiscale sia imputabile ad uno solo dei soggetti dell'atto economico generatore dell'imposta, al pagamento dell'imposta stessa sono solidalmente obbligati verso lo stato entrambi i soggetti, mentre invece al pagamento delle sopratasse e delle pene pecuniarie e tenuto soltanto il soggetto al quale la trasgressione e imputabile. ( Conf 2781/71, mass n 353957).*

Art 11

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