Art. 68.<br> Il primo comma dell'articolo 38 delle disposizioni di attuazione del codice civile e' sostituito dal seguente:<br> "Sono di competenza del tribunale per i minorenni i provvedimenti contemplati dagli articoli 84, 90, 171, 194, secondo comma, 250, 252, 262, 264, 316, 317-bis, 330, 332, 333, 334, 335 e 371, ultimo comma, nonche' nel caso di minori dall'articolo 269, primo comma, del codice civile".<br>

Art 68

Altri contenuti che potrebbero interessarti

Il giudizio per la dichiarazione di paternità (e di maternità) naturale di minori davanti al tribunale per i minorenni è soggetto, a norma dell'art. 38 disp. att. cod. civ., al rito camerale (e non al rito contenzioso ordinario), nel rispetto tuttavia del principio del contraddittorio, stante la natura contenziosa del procedimento, e nella sostanziale equiparazione dell'attività istruttoria a quella propria dell'ordinario giudizio di cognizione, restando fermo, anche in tale ambito, il normale esercizio della facoltà di prova e l'onere di allegazioni e deduzioni, secondo il principio dispositivo. E sebbene l'art. 738, ultimo comma, cod. proc. civ. consenta di assumere informazioni d'ufficio e, quindi, di decidere senza necessità di ricorre ad altre fonti di prova, ove il giudice ritenga, nel suo prudente apprezzamento, insufficienti, ai fini probatori, le informazioni assunte, e necessario ricorrere alle fonti di prova disciplinate dal codice di rito, egli non può sostituirsi alla parte nell'esercizio dei poteri di allegazione, di deduzione ed eccezione ad essa spettanti.

Cass. civ., sez. I, sentenza 28/07/2004, n. 14200

Nel procedimento camerale concernente diritti o status (riguardante, nella fattispecie, la dichiarazione giudiziale di paternità di minore) non è ravvisabile, nell'attività svolta dal giudice delegato dal collegio, alcuna espropriazione dei poteri riservati a quest'ultimo, ne' alcuna compromissione del diritto di difesa e del contraddittorio allorché i difensori delle parti non siano stati sentiti direttamente dal collegio, quando essi abbiano avuto la possibilità di depositare memorie scritte, atteso che il principio del contraddittorio non implica necessariamente oralità, ma può esplicarsi con pienezza anche attraverso la forma scritta.

Cass. civ., sez. I, sentenza 17/06/2004, n. 11351

La nomina di un curatore speciale del minore, in relazione allo instaurando giudizio d'impugnazione del riconoscimento, per difetto di veridicità, da parte di soggetto diverso dallo stesso minore riconosciuto, compete al Presidente del tribunale ordinario, non del tribunale per i minorenni, dato che alla cognizione del primo è affidato il suddetto giudizio (non essendo l'art. 263 cod. civ. richiamato dall'art. 38 disp. Att. Cod. civ., anche dopo le modificazioni introdotte dall'art. 68 della legge 4 maggio 1983 n. 184).*

Cass. civ., sez. II, sentenza 07/11/1990, n. 10738

Per il giudizio per la dichiarazione di paternità o maternità naturale, ai sensi dell'art. 68 legge 4 maggio 1983 n. 184, che ha modificato l'art. 38 disp. Att. Cod. civ., in forza del richiamo all'art. 269 comma primo cod. civ., "nel caso di minori", la Competenza è attribuita, ove si tratti di figli minori, ed a prescindere dall'età (minore o meno) del preteso genitore, al tribunale per i minorenni, e si estende a tutto il procedimento, ivi inclusa l'autorizzazione al tutore ai sensi dell'art. 273 cod. civ., nonché la fase preliminare di ammissibilità prevista dall'art. 274 cod. civ.. detta Competenza per materia e territorio inderogabile, è di immediata applicazione ai giudizi in corso e rilevabile in ogni stato e grado del processo, ancorché prima dell'entrata in vigore della legge n. 184 del 1983 sia divenuto definitivo il decreto di ammissibilità dell'Azione, contenente un'implicita pronuncia sulla Competenza, trattandosi di provvedimento diretto esclusivamente ad accertare la sussistenza di specifiche circostanze giustificative della domanda. ( V 3630/89, mass n 463580; ( V 2797/89, mass n 463051; ( V 4401/88, mass n 459383; ( V 7965/87, mass n 455698; ( V 1693/87, mass n 451074; ( V 1529/87, mass n 450955; ( V 516/87, mass n 450244; ( V 4425/85, mass n 441884).*

Cass. civ., sez. IV lav., sentenza 17/05/1990, n. 4298

La norma dell'art. 68 della legge 4 maggio 1983 n. 184 - la quale, modificando l'art. 38 disp. Att. Cod. civ. ha attribuito al tribunale per i minorenni la Competenza a conoscere dell'Azione per la dichiarazione giudiziale della paternità o maternità naturale - avendo natura pubblicistica, è applicabile, in difetto di una diversa disposizione transitoria, anche alle controversie pendenti alla data della sua entrata in vigore per le quali non si è formato già un giudicato sulla Competenza, senza porsi in contrasto con l'art. 3 cost., per non aver fatti salvi gli effetti delle domande di dichiarazione di paternità naturale proposte ed introdotte prima dell'1 giugno 1983 (data di entrata in vigore della legge citata), attesa la rispondenza della Competenza attribuita al tribunale per i minorenni - la cui ragionevolezza è stata riconosciuta dalla Corte costituzionale con sentenza n. 193 del 1987 - ad interessi di ordine pubblico, che ne importano l'immediata applicazione nel giudizio o nel grado in corso (senza travolgere o rendere invalidi gli Atti o le fasi che precedentemente abbiano avuto luogo davanti al giudice competente secondo la legge del tempo), non assumendo rilievo la disuguaglianza di disciplina fra l'Azione di dichiarazione giudiziale di paternità o maternità naturale ed altre azioni in materia di status, in presenza di situazioni non omogenee. ( V 654/89, mass n 461723; ( V 4376/86, mass n 447138; ( V 211/77, mass n 383729; ( Conf 1503/89, mass n 462314; ( Conf 4425/85, mass n 441884).*

Art 68

Sentenze • 27