Art. 47.((PROVVEDIMENTO ABROGATO DAL D.LGS. 10 FEBBRAIO 2005, N. 30))

Art 47


                        

 (art. 98 del r. decreto 13 settembre 1934, n. 1602).

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In tema di tutela del marchio, l'attitudine dei beni a soddisfare le 
medesime esigenze di mercato, da cui dipende l'affinità tra     
prodotti contraddistinti da marchi simili ai fini del giudizio di    
confondibilità tra gli stessi, consiste nella circostanza che i 
beni o i prodotti siano ricercati ed acquistati dal pubblico in      
forza di motivazioni identiche, o strettamente correlate, tali per   
cui l'affinità funzionale esistente tra quei beni o prodotti e  
tra i relativi settori merceologici induca il consumatore a ritenere 
che essi provengono dalla medesima fonte produttiva,                 
indipendentemente dall'eventuale uniformità dei canali di       
commercializzazione. L'identità delle esigenze non può     
tuttavia essere ancorata a criteri eccessivamente generici (quali    
l'esigenza di vestirsi, sfamarsi, dissetarsi, leggere, etc.),        
rischiandosi altrimenti di smarrire il nesso che, anche secondo      
nozioni di comune esperienza, deve potersi presumere esistente tra   
la coincidenza dei bisogni cui quei beni sono preordinati e          
l'unicità della loro fonte di provenienza, che costituisce la   
vera ragione di tutela del marchio. (Nella specie, la corte          
territoriale aveva ritenuto sussistere affinità tra il catalogo 
"Metro", contenente l'elencazione dei prodotti messi in vendita nei  
relativi magazzini, e l'omonimo giornale quotidiano a diffusione     
gratuita, contenente, oltre ad inserzioni pubblicitarie, articoli di 
cronaca ed altro, senza che fosse stato analizzato il pubblico di    
riferimento e il tipo di bisogno da soddisfare, né valutata la  
prevalenza della funzione informativa rispetto a quella              
pubblicitaria).

Cass. civ., sez. I, sentenza 04/03/2015, n. 4386

Cass. civ., sez. I, sentenza 03/04/2009, n. 8119

In tema di marchio, l'art. 59 della "legge marchi",  come novellato  
a seguito dell'entrata in vigore del d.lgs. n. 447, del 1999,        
secondo cui la nullità per difetto di novità del segno     
distintivo può essere dichiarata soltanto su istanza dei        
titolari di diritti anteriori e non anche di chiunque vi abbia       
interesse, come invece originariamente disposto dall'art. 59 del     
r.d. n. 929 del 1942, non spiega effetti sui processi pendenti, cui  
resta, viceversa, applicabile la vecchia normativa in tema di        
legittimazione attiva all'istanza di nullità.

In materia di marchio, i cosiddetti accordi di coesistenza, con i    
quali, nell'ambito di una transazione, si intenda risolvere un       
conflitto tra marchi reciprocamente indipendenti e disciplinare      
l'uso di marchi interferenti per l'identità o la                
confondibilità dei segni o dei prodotti, non hanno carattere    
dispositivo, in quanto non danno luogo ad un trasferimento dei       
diritti di esclusiva del titolare del marchio e neppure alla         
costituzione di un diritto più limitato di quello spettante al  
titolare del marchio in favore di un soggetto diverso; tali          
convenzioni, pertanto, hanno efficacia meramente obbligatoria "inter 
partes" e non limitano la tutela del marchio nei confronti dei       
terzi, salvo il caso in cui abbiano assunto indirettamente un        
rilievo esterno, contribuendo ad una diversa delimitazione reale     
dell'ambito di protezione del segno, con effetti potenzialmente      
irreversibili anche nei confronti dei terzi e dei consumatori (Nella 
specie la S.C. ha riconosciuto l'efficacia meramente obbligatoria ad 
un accordo intervenuto fra le società facenti capo ai due       
stilisti Valentino Garavani e Mario Valentino, con cui erano stati   
fissati, fra l'altro, i settori merceologici nell'ambito dei quali   
ciascuna parte avrebbe potuto usare il proprio nome o la firma).

In tema di tutela del marchio, l'apprezzamento sulla                 
confondibilità va compiuto dal giudice di merito accertando,    
non soltanto l'identità o almeno la confondibilità dei due 
segni, ma anche l'identità e la confondibilità tra i       
prodotti, sulla base quanto meno della loro affinità; tali      
giudizi non possono essere considerati tra loro indipendenti, ma     
sono entrambi strumenti che consentono di accertare la cosiddetta    
"confondibilità tra imprese".

Cass. civ., sez. I, sentenza 10/10/2008, n. 24909

Cass. civ., sez. I, sentenza 04/11/2003, n. 16517

Nella controversia promossa per far valere la nullita di un brevetto per marchio d'impresa, ai sensi del combinato disposto degli artt 47 n 3 e 19 del RD 21 giugno 1942 n 929, in relazione alla pregressa concessione di altro brevetto per il medesimo marchio, la persistenza dei requisiti di validita ed operativita di tale precedente brevetto, al momento del dedotto effetto invalidante su quello successivo, deve essere provata dall'attore, a norma dell'art 58 di detto decreto. Ne consegue che il riscontro della sopravvenuta inefficacia del brevetto anteriore, e, quindi, della sua inidoneita ad invalidare il brevetto posteriore, per decorso del termine di cui alla disposizione transitoria contenuta nell'art 82 primo comma lettera a del decreto medesimo, rientra nei poteri del giudice adito con detta domanda, e non postula un'eccezione in senso stretto della controparte. ( V 4090/80, mass n 407994).*

La trascrizione di marchio d'impresa, avvenuta ai sensi della legge 30 agosto 1868 n 4577, in relazione a domanda depositata da piu di otto anni prima dell'entrata in vigore del RD 21 giugno 1942 n 929, perde ogni effetto, a norma della disposizione transitoria contenuta nell'art 82, primo comma, lettera a, di detto decreto, al compimento dell'anno di deposito successivo a quello in corso all'1 settembre 1942, ove non vi sia stata concessione di brevetto di rinnovazione del marchio stesso. Tale disposizione transitoria manifestamente non si pone in contrasto con gli artt 76 e 77 della Costituzione, sotto il profilo dell'esorbitanza dalla delega legislativa contenuta nel RDL 24 febbraio 1939 n 317, convertito in legge 2 giugno 1939 n 739, atteso che e riconducibile nell'ambito dei poteri conferiti con l'art 3 della legge di delega, ed esula dalle limitazioni fissate dal precedente art 2 della medesima.*

L'Azione di nullita del brevetto per marchio d'impresa, prevista dall'art 47 n 3 del RD 21 giugno 1942 n 929, in relazione alla precedente concessione di altro brevetto per il medesimo marchio, e autonoma e distinta, per diversita di presupposti, da quella di nullita contemplata dal n 1 della stessa norma, in relazione al difetto dei requisiti di novita del marchio (in conseguenza di preuso). Pertanto, nella controversia promossa per far valere esclusivamente l'una di dette nullita, resta estranea ogni indagine attinente all'eventuale ricorrenza dell'altra.*

Art 47

Sentenze • 6