Articolo 26 del codice del consumo

Art. 26. Pratiche commerciali considerate in ogni caso aggressive1.Sono considerate in ogni caso aggressive le seguenti pratiche commerciali:
a)creare l'impressione che il consumatore non possa lasciare i locali commerciali fino alla conclusione del contratto;
b)effettuare visite presso l'abitazione del consumatore, ignorando gli inviti del consumatore a lasciare la sua residenza o a non ritornarvi, fuorche' nelle circostanze e nella misura in cui siano giustificate dalla legge nazionale ai fini dell'esecuzione di un'obbligazione contrattuale;
c)effettuare ripetute e non richieste sollecitazioni commerciali per telefono, via fax, per posta elettronica o mediante altro mezzo di comunicazione a distanza, fuorche' nelle circostanze e nella misura in cui siano giustificate dalla legge nazionale ai fini dell'esecuzione di un'obbligazione contrattuale, fatti salvi l'articolo 58 e l'articolo 130 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196;
d)imporre al consumatore che intenda presentare una richiesta di risarcimento del danno in virtu' di una polizza di assicurazione di esibire documenti che non possono ragionevolmente essere considerati pertinenti per stabilire la fondatezza della richiesta, o omettere sistematicamente di rispondere alla relativa corrispondenza, al fine di dissuadere un consumatore dall'esercizio dei suoi diritti contrattuali;
e)salvo quanto previsto dal decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, e successive modificazioni, includere in un messaggio pubblicitario un'esortazione diretta ai bambini affinche' acquistino o convincano i genitori o altri adulti ad acquistare loro i prodotti reclamizzati;
f)esigere il pagamento immediato o differito o la restituzione o la custodia di prodotti che il professionista ha fornito, ma che il consumatore non ha richiesto, ((salvo quanto previsto dall'articolo 66-sexies, comma 2)); ((24))g)informare esplicitamente il consumatore che, se non acquista il prodotto o il servizio saranno in pericolo il lavoro o la sussistenza del professionista;
h)lasciare intendere, contrariamente al vero, che il consumatore abbia gia' vinto, vincera' o potra' vincere compiendo una determinata azione un premio o una vincita equivalente, mentre in effetti non esiste alcun premio ne' vincita equivalente oppure che qualsiasi azione volta a reclamare il premio o altra vincita equivalente e' subordinata al versamento di denaro o al sostenimento di costi da parte del consumatore.

-------------AGGIORNAMENTO (24)
Il D.Lgs. 21 febbraio 2014, n. 21 ha disposto (con l'art. 2, comma 1) che le modifiche apportate al presente articolo si applicano ai contratti conclusi dopo il 13 giugno 2014.
Entrata in vigore il 11 marzo 2014

Sentenze132


  • 1. Cass. civ., SS.UU., sentenza 15/01/2009, n. 794
    Provvedimento:
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    • 2. Consiglio di Stato, sez. VI, sentenza 2024-03-19, n. 202402628
      Provvedimento:
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      • anatocismo·
      • art. 10 l. n. 241 del 1990·
      • art. 11 l. n. 689 del 1981·
      • art. 120 Testo Unico Bancario·
      • art. 14 l. n. 689 del 1981·
      • art. 20 d.lgs. n. 206 del 2005·
      • art. 24 d.lgs. n. 206 del 2005·
      • art. 25 d.lgs. n. 206 del 2005·
      • art. 27 d.lgs. n. 206 del 2005·
      • art. 3 l. n. 241 del 1990·
      • art. 97 Cost.·
      • autorizzazione all'addebito degli interessi·
      • competenza dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM)·
      • comunicazioni commerciali·
      • diligenza professionale·
      • eccesso di potere·
      • parere di Banca d'Italia·
      • pratiche aggressive·
      • pratiche commerciali scorrette·
      • principio di correlazione tra fatto contestato e sanzione irrogata·
      • principio di proporzionalità·
      • procedimento amministrativo·
      • regolamentazione del conto corrente bancario·
      • sanzione amministrativa·
      • trasparenza delle comunicazioni bancarie·
      • tutela del consumatore·
      • valutazione della quantificazione della sanzione·
      • violazione della legge sulla concorrenza e del mercato

    • 3. Consiglio di Stato, sez. VI, sentenza 2023-10-31, n. 202309376
      Provvedimento:
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      • art. 20 del Codice del Consumo·
      • art. 24 del Codice del Consumo·
      • art. 25 del Codice del Consumo·
      • art. 26 del Codice del Consumo·
      • Codice del Consumo·
      • contratti a distanza·
      • controllo sui procacciatori·
      • diligenza professionale·
      • direttiva 2005/29/CE·
      • direttiva 2011/83/UE·
      • diritti di recesso·
      • diritto della concorrenza·
      • mancata trasparenza contrattuale·
      • pratiche commerciali scorrette·
      • principio di specialità delle direttive europee·
      • promozioni non richieste·
      • proporzionalità della sanzione·
      • sanzione amministrativa·
      • sospensione delle sanzioni·
      • tutela dei consumatori·
      • tutela dei consumatori nei settori regolamentati

    • 4. TAR Roma, sez. I, sentenza 2024-04-10, n. 202406955
      Provvedimento:
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      • compensazione spese di lite·
      • condotte ingannevoli·
      • contatti con terzi·
      • eccesso di potere·
      • irragionevolezza provvedimento·
      • pratiche commerciali scorrette·
      • principio di deterrenza·
      • recupero crediti·
      • rideterminazione sanzione·
      • sanzione amministrativa·
      • valutazione della gravità delle condotte·
      • violazione art. 20, 24, 25, 26 Codice del Consumo·
      • visita domiciliare

    • 5. Consiglio di Stato, sez. VI, sentenza 2024-03-19, n. 202402625
      Provvedimento:
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      • anatocismo bancario·
      • art. 24 e 25 Codice del Consumo·
      • art. 51 c.p.·
      • autorizzazione all'addebito degli interessi debitori·
      • diligenza professionale·
      • diritto alla scelta del consumatore·
      • indebito condizionamento·
      • libertà negoziale del consumatore·
      • modalità comunicative delle banche·
      • parità di trattamento·
      • pratiche commerciali aggressive·
      • pratiche commerciali scorrette·
      • proporzionalità della sanzione·
      • sanzione amministrativa·
      • scriminante putativa·
      • trasparenza bancaria·
      • tutela dei consumatori·
      • tutela della concorrenza·
      • uso di pop-up e banner·
      • valutazione della gravità della condotta·
      • violazione del principio di proporzionalità
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