 Art. 285. <br> <br> ((ARTICOLO ABROGATO DALLA L. 10 DICEMBRE 2012, N. 219))

Articolo 285 del Codice civile

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Consiglio di Stato, sez. V, sentenza 2015-03-09, n. 201501187

L'incensurabilita da parte della Corte di Cassazione degli accertamenti di fatto congruamente motivati compiuti dal giudice di merito non si estende a quegli accertamenti che hanno per oggetto non gia il merito della causa, bensi l'attivita svolta nel processo dalle parti o dal giudice- questi ultimi accertamenti, invero, - se erronei - si risolvono in altrettanti errori in - procedendo- i quali ben possono essere corretti dalla Corte suprema dopo un riesame, anche di fatto, degli Atti del processo. ( Conf. 2615-63).*

La notificazione della sentenza in Forma esecutiva, effettuata alla parte personalmente ai sensi dell'art. 479 cod.proc.civ., non e idonea -quando la parte stessa si sia costituita a mezzo di procuratore- a far decorrere i termini abbreviati di impugnazione di cui agli artt. 325 e 326 cod.proc.civ., poiche un tale effetto puo scaturire esclusivamente dalla notificazione eseguita, a norma degli artt.285, 170,comma primo, cod.proc.civ., al procuratore costituito. Tale notificazione non ammette equipollenti, cosicche non puo essere sostituita dalla notificazione della sentenza alla parte, ne da una diversa conoscenza che il procuratore abbia avuto della sentenza stessa. Conforme alla sentenza n.2100-66, massima n.324088.*

Nel caso di discordanza tra l'originale e la copia dell'atto notificato,deve darsi la prevalenza a cio che risulta dalla copia consegnata alla parte che ha ricevuto la notifica giacche tale copia fa fede sino a querela di falso. ( nella specie, mentre dall'originale della sentenza, in possesso del notificante,risultava essere la notificazione di essa avvenuta al domicilio del procuratore costituito a norma degli artt. 285 e 326 cod.civ., dalla copia della sentenza stessa, ricevuta dalla controparte, risultava essere la notificazione avvenuta a mani della parte personalmente e non del suo procuratore. La Corte di Cassazione ha ritenuto tale notificazione non valida ai fini della decorrenza del termine per la impugnazione). ( Conf. Sent. 2157-66, massima n.324215).*

Qualora per un guasto ad una parte comune di un edificio in condominio sia stato cagionato un danno ad un appartamento di proprieta singola e tanto il proprietario quanto il conduttore di esso abbiano chiesto la condanna al risarcimento del danno rispettivamente subito (-condanna chiesta dal proprietario nei confronti del condominio e dal conduttore nei confronti del condominio e del locatore in solido) e il condominio, a sua volta, abbia chiamato in causa l'appaltatore dei lavori di manutenzione del fabbricato per essere garantito in ordine alla domanda di risarcimento proposta dal proprietario dell'appartamento, non ricorre un caso di litisconsorzio necessario, trattandosi non di causa inscindibile o di cause tra loro tutte dipendenti, bensi di rapporti distinti. Conseguentemente, ove l'appaltatore abbia proposto nei termini appello principale lamentando d'essere stato condannato, nn solido con il condominio, a risarcire il danno subito dal proprietario direttamente, a quest'ultimo,deve considerarsi inammissibile l'impugnazione incidentale tardiva proposta dal condominio per lamentare sia d'esser stato condannato a risarcire il danno subito dal conduttore, sia d'es- sere stato condannato in solido con l'appaltatore a risarcire il danno subito dal proprietario dell'appartamento. In tal caso l'impugnazione principale riguarda, infatti, una causa del tutto diversa da quella concernente la domanda di danno proposta dal conduttore contro il condominio, in ordine alla quale non V'era stata alcuna domanda di rivalsa del condominio verso l'appaltatore. D'altra parte, in ordine all'impugnazione del condominio nei confronti del proprietario dell'appartamento -impugnazione concernente soltanto il proprio Obbligo di rispondere dei danni in solido con l'appaltatore- opera il principio che il rapporto tra condebitori solidali non da luogo a inscindibilita o dipendenza di cause.*

Cass. civ., sez. II, sentenza 19/01/1968, n. 139

Presupposto necessario ed indispensabile per la proposizione della domanda di legittimazione, da parte del figlio naturale, dopo la morte del genitore, ai sensi dell'art. 285 cod.civ., e l'esistenza di un testamento o di un atto pubblico nel quale il genitore naturale abbia manifestata la volonta, espressa in modo positivo e non equivoco, di legittimare il figlio naturale.*

Articolo 285 del Codice civile

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